Politica

MARCO MASTRIANI: LE PERIFERIE SONO QUASI DEL TUTTO ABBANDONATE, MANCANO ANCHE I SERVIZI PRIMARI

Marco Mastriani, sei ambientalista a giorni alterni o sei ambientalista sempre?

Sono sempre stato un ambientalista e un naturalista fin da piccolo. Faccio parte di un’Associazione Naturalistica di Ricerca e Conservazione Ente Fauna Siciliana e sono anche una guida naturalistica da diversi anni…

Non abbiamo sentito il parere della tua associazione sull’impennata di cemento al Maniace?

In merito all’intervento edilizio del Piazzale d’Armi adiacente al Castello Maniace, a giorni ci riuniremo con il direttivo della sezione di Siracusa per esprimere la nostra posizione in merito. Abbiamo aspettato perchè la nostra Associazione è apolitica e quindi in questa fase di dialettica politica abbiamo preferito approfondire il provvedimento più che esprimere pareri immediati. Posso dirti personalmente e credo che gli altri componenti della sezione di Siracusa condivideranno questa mia riflessione, che non sono favorevole alla realizzazione della struttura perchè il Piazzale d’Armi ha una sua importanza storica e non si deve necessariamente riempire il vuoto. Credo che da un punto di vista amministrativo ci siano molte criticità in merito, sia da un punto di vista del bando e delle autorizzazioni, ma avendo piena fiducia nella procura di Siracusa, credo che a breve ci confermeranno o meno i nostri dubbi. Ritengo utile la necessità di aprire lo spazio alla fruizione libera di tutti i cittadini ma con una piazza vuota dove si può ammirare il mare, il porto grande di Siracusa e la magnifica struttura delle fortificazioni spagnole e del Castello Maniace.

Complessivamente, qual è lo stato di salute ambientale del centro storico?

Credo che lo stato di salute ambientale del centro storico non sia buono perchè è sotto gli occhi di tutti che la raccolta differenziata in città e nel centro storico sta funzionando male. Giornalmente assistiamo a discariche a cielo aperto compromettendo non solo l’immagine turistica della nostra città e del centro storico, sito UNESCO, ma in alcuni casi il tutto non risponde ai parametri di igiene ambientale. Nel centro storico serve una concreta attuazione di una politica di decoro e basti guardare il lungomare di Levante dove ancora abbiamo una ringhiera pericolosa, arrugginita e impresentabile, con un marciapiedi dissestato e con alcune aree che potrebbero essere dei veri e propri luoghi di ritrovo per attività culturali e intrattenimento e invece diventano ricettacolo di defezioni canine e abbandono.

Le periferie? Le zone del litorale? Se non siamo al disastro poco ci manca..

Le periferie sono del tutto abbandonate, con alcune aree dove mancano totalmente i servizi primari, come per esempio contrada Tivoli o contrada Case Bianche. E’ indispensabile che le istituzioni intervengano per apportare la normalità in queste aree con gli allacci fognari, l’acquedotto, un servizio di illuminazione pubblica, dei marciapiedi dove poter passeggiare in sicurezza, la realizzazione di aree a verde e aree attrezzate per le famiglie, il servizio trasporto pubblico urbano, ecc…Ci sono delle aree come per esempio Fontane Bianche che meritano di essere valorizzate con un progetto di rilancio turistico al fine di riportare la fruizione dei cittadini e dei visitatori in questi luoghi ma soprattutto creare servizi per valorizzare il nostro territorio che offre molto ma che aspetta di essere riscoperto.

Si avvicina un vertice di tutte le istituzioni sul Petrolchimico, i posti di lavoro, le bonifiche..

Sul vertice delle istituzioni sul petrolchimico, mi auguro che si possa svolgere il prima possibile e che soprattutto si affronti in maniera seria e concreta il problema delle emissioni atmosferiche e che prima di tutto si tuteli la salute dei cittadini.

Serve chiaramente un intervento forte del governo nazionale che assicuri l’attuazione di un processo di bonifica dell’intero triangolo della Sicilia sud-orientale e che indirettamente porta lavoro alle nostre aziende che sono in notevole difficoltà economica.

Qualcuno dei nuovi amministratori locali torna a parlare di università. Una presa per i fondelli?

Sul tema università si parla, ed è giusto che sia così, ma servono interventi concreti e innovativi. E’ necessario ovviamente potenziare l’esistente, e ad oggi a Siracusa abbiamo solo la realtà universitaria di Architettura, in cui bisogna fare lo sforzo maggiore per offrire agli studenti quanti più servizi possibili, ad oggi assenti.

Serve un servizio mensa da parte dell’ERSU di Catania, serve una politica di incentivazione alle attività sportive e culturali promosse dall’Ateneo di Catania, serve organizzare corsi di qualificazione (patenti ECDL, corsi di lingua, corsi di Autocad) a Siracusa, così come avviene per gli studenti di Catania. E’ indispensabile avviare dei seri master post laurea per offrire agli studenti universitari la possibilità di avere una maggiore formazione specializzata che li aiuti nell’inserimento del mondo del lavoro e quindi serve coinvolgere direttamente le imprese in questo percorso di specializzazione. Serve infine una politica di rilancio dell’offerta formativa universitaria a Siracusa che vada oltre l’ateneo di Catania e riesca a coinvolgere le migliori università italiane e internazionali.

In tal senso l’Art.3 della riforma Gelmini potrebbe essere lo strumento utile per avviare le università a rete con altre realtà prestigiose e intraprendenti.

Come abbiamo perso tutte le facoltà, cosa è successo veramente?

Abbiamo perso ben cinque corsi di laurea perchè politicamente non si è avuta la volontà di opporsi alla chiusura dei Corsi di laurea a Siracusa in un momento di cambiamento della politica universitaria dell’ateneo di Catania, che prima aveva incentivato la nascita dei corsi di laurea a Siracusa e Ragusa e che poi ha cambiato rotta. Sarebbe stato utile sicuramente avere delle convenzioni più rassicuranti nei confronti del territorio e ricordo anche che eravamo arrivati al punto di far firmare l’accordo per la nascita del quarto ateneo pubblico universitario con Siracusa e Ragusa….poi è fallito tutto, facendo perdere una importante risorsa culturale ed economica alla nostra città. E’ possibile ripartire ma ci vogliono le idee, ci vuole la preparazione e soprattutto ci vuole coraggio. In tal senso un ruolo importante di promozione della politica universitaria a Siracusa potrebbe averlo il Consorzio Universitario “Archimede”.

Il 7 agosto la prima riunione del Consiglio comunale. E i brogli di cui parla Paolo Reale?

Faccio gli auguri al neo consiglio comunale anche sè non inizia nel modo migliore. Mi auguro che sappiano trovare la capacità di risolvere realmente i problemi della città in un momento in cui è necessario trovare le soluzioni ai tanti problemi dei cittadini. La vera crisi non è solo economica ma soprattutto culturale perchè c’è e si percepisce una totale assenza di idee e progetti di rilancio e di rinascita per la nostra città. Sui presunti brogli elettorali ho molte riserve in merito, ma credo che a breve si farà luce su tutto e ha fatto bene l’Avv. Paolo Ezechia Reale ha presentare ricorso perchè specialmente al primo turno potrebbero esserci dei dati critici. Aspettiamo e abbiamo fiducia nelle istituzioni preposte.

Nel frattempo continuiamo a lavorare per migliorare la nostra Siracusa.

Cosa ti ha colpito sui colletti bianchi e gli imprenditori rampanti del Sistema Amara?

La vicenda dei colletti bianchi e degli imprenditori rampanti mi ha colpito perchè si è messa in luce una fitta rete di rapporti, contatti e interessi trasversali che riguardavano imprenditori e uomini delle istituzioni che senza alcun limite, perseguivano i loro interessi a discapito dei cittadini onesti.

A volte, la sana politica, dovrebbe arrivare a denunciare e fermare prima della procura alcuni tentativi malsani di iniziative illegali o presunte. Alla fine ha prevalso l’atteggiamento corretto di alcuni uomini delle istituzioni e questo per molti di noi e una garanzia.

Ne usciamo? In fondo al buco nero si vede un puntino chiaro?

Si da questa crisi possiamo uscirne ma solo dopo aver messo in primo piano l’interesse pubblico e la capacità di guardare alle idee innovative e con la necessità di tracciare un percorso chiaro da parte delle istituzioni pubbliche a sostegno di alcuni modelli di sviluppo dove è necessario attuare delle scelte. E’ indispensabile mettere al centro la meritocrazia e soprattutto ascoltare le parti sociali, le associazioni di categoria e i cittadini, che spesso per necessità lavorativa sono al passo con i tempi e hanno superato le istituzioni che tardano a recepire i cambiamenti e le innovazioni culturali.

Non si guardi alla politica dell’appartenenza, ma alla politica del fare e del Fare Per Cambiare….perchè sè alla fine fai e realizzi il cambiamento i cittadini ti sostengono.