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L’UNIVERSITA’ DI CATANIA VUOLE L’EX CASERMA ABELA E ALTRO ANCORA. GLI “SPETTI” CATANESI E I “BABBI” SIRACUSANI

Rep: “Il Comune si farà parte attiva in tutte quelle iniziative che l’Università di Catania intende portare avanti nel breve, medio e lungo termine, nella nostra città. Accompagneremo l’Ateneo nelle attività di potenziamento della presenza universitaria a Siracusa”: lo ha detto il sindaco, Francesco Italia, al termine della riunione che si è tenuta stamani alla Sala Verde di Palazzo Vermexio alla presenza del Rettore Francesco Basile. All’incontro hanno inoltre preso parte, per l’Amministrazione, oltre al vice sindaco Giovanni Randazzo, gli assessori Fabio Granata, Nicola Lo Iacono e Giusy Genovesi; e per l’Università il Prorettore Giancarlo Magnano, il Direttore generale Candeloro Bellantoni, il presidente del Cof, il Centro orientamento e formazione dell’Unict, Nunzio Crimi, e Bruno Messina Preside della Facoltà di Architettura.

Tre gli argomenti affrontati. Il primo riguarda la ristrutturazione della Caserma Abela che ospita Architettura e che necessita di interventi di riqualificazione per migliorare la qualità dell’offerta didattica sotto il profilo della logistica, prevedendo un congruo numero di posti letto per gli studenti. La struttura è di proprietà del Demanio: una sua cessione all’Università permetterebbe all’Ateneo di intervenire sull’immobile attingendo ad appositi finanziamenti statali. Da qui la duplice necessità di avviare un’interlocuzione con il Demanio per una sua cessione, che formalmente necessità di un nulla osta del Comune; ed ancora di acquisire la disponibilità da parte di altri Enti, tra cui il Vermexio, di mettere a disposizione immobili dove ospitare la Facoltà nei due anni previsti per la realizzazione dei lavori alla Caserma Abela. Tra le indicazioni venute i locali ex Gil di via Malta, di proprietà della Regione; Palazzo Impellizzeri o il Liceo Gargallo, che però necessita di alcuni interventi, o villa Reimann. Su questi punti le parti hanno rinviato ad una Conferenza dei servizi allargata a Demanio, Regione e Libero Consorzio per individuare un percorso condiviso.

“Oggi- ha detto il Rettore Francesco Basile- abbiamo gettato le basi per rendere più proficuo il rapporto con il Comune. Abbiamo preso atto della grande disponibilità del Sindaco a condividere un percorso per la Facoltà di Architettura e a pensare ad altri nuovi corsi, consoni alla vocazione territoriale e alle risorse culturali di Siracusa. Ma si sta pensando anche a qualcosa sull’Ambiente”.

Gli aspetti legati all’offerta formativa, con la previsione di nuove cattedre e di nuovi corsi di laurea, li ha illustrati l’assessore Fabio Granata: “Uno di natura prettamente tecnica, legato all’ambiente e alle politiche di risanamento; un secondo di ampio respiro legato alle politiche mediterranee per intercettare un altro bacino di studenti; il terzo infine legato al nostro enorme patrimonio Unesco ed alle politiche di riqualificazione urbana. Discorso a parte per le guide turistiche: avere riconosciuta la possibilità di farne materia di insegnamento universitario a Siracusa cambierebbe radicalmente la nostra offerta formativa”. Infine l’Amministrazione ha dato la propria disponibilità per ospitare a Siracusa delle iniziative legate all’offerta formativa. Tra esse l’organizzazione di “reclutament day”, incontro tra laureati e mondo dell’imprenditoria, e di “Open day” nelle scuole.

 

Sin qui il comunicato della ItalGarozzo. Come sempre l’università di Catania tratta Siracusa da colonia o peggio ancora da comunità babba e non solo per definizione. In sostanza l’università di Catania vuole la proprietà dell’ex caserma Abela per mantenere Architettura, vuole che Siracusa rinunci e la dia all’ateneo catanese che farà poi restaurare l’immobile con fondi pubblici. Nei due anni necessari ai lavori per il nuovo look della caserma Abela, sempre il comune di Siracusa dovrà trovare altre sedi gradite per Architettura, con suoi immobili e con suoi fondi. Per avere tutto questo, Catania dà a Siracusa un flebile impegno per nuovi corsi di laurea che non sono stati nemmeno definiti, forse ambiente, forse altro. Tanto l’università di Catania, come la storia recente insegna, i corsi di laurea a Siracusa li apre e li chiude a suo piacimento. Ovviamente in tutta questa è compreso anche il bacio della pantofola, per la verità già ottenuta dagli “spetti” catanesi.