Politica

A SIRACUSA CONTINUA A SOPRAVVIVERE LA GRANDE STORIA DEL TEATRO DEI PUPI

Scrive un grande artista siracusano come Pino Guarraci:

Sono andato a visitare il Museo dei Pupi di Siracusa, non tanto per mio desiderio, quanto perché, tirato per i capelli (si fa per dire) da mio nipote Alessandro, ammiratore sfegatato dei pupi  siciliani che, aveva trovato, in un volantino turistico, l’esistenza, a Siracusa, di un Museo dei Pupi. La sua richiesta assillante, di bimbo di sette anni, aveva addolcito il mio cuore e farmi superare lo stress di una giornata in Ortigia, alla ricerca di un posteggio che ho trovato al Talete. Daniel ci ha accolti nel suo Laboratorio della Giudecca con cordialità e si è messo a disposizione per assecondare ogni richiesta di Alessandro, con tanta pazienza e qualità paterne che non gli conoscevo.

Abbiamo visitato il Teatrino, piccolo ma accogliente, e con la guida esperta di Rebecca, figliola di Daniel, siamo stati accompagnati, dal nonno, al tanto agognato Museo dei Pupi. Alessandro non stava nella sua pelle mentre Rebecca lo introduceva nelle varie sale.

Sono passati quasi 40 anni da quel 5 luglio 1978, quando, a San Giovannello alla Giudecca, insieme all’avvocato Corrado Piccione, memoria storica di moltissimi accadimenti siracusani, con il patrocinio dell’avvocato Cianci per l’Azienda Autonoma Turismo e del commendatore Dierna, presidente dell’Ente Provinciale Turismo, si annunciò la ripresa dell’Opera dei Pupi a Siracusa.

Già, ripresa, dopo l’abbandono della famiglia Puzzo che per un secolo aveva tenuto banco a Siracusa. Altri tempi!

Attraverso L’Araldo dello Sport prima, La Nuova Gazzetta dopo, ed in ultimo con L’Eco di Sicilia, ma sempre con la spinta appassionata di Armando Greco, direttore responsabile dei citati periodici, diedi inizio alla narrazione, a puntate, della Storia dei teatro dei Pupi a Siracusa, che poi diede vita a pubblicazioni come Pupi e pupari a Siracusa 1875-1975, del 1975, edito dalla Editrice Meridionale di Dino Cartia, a Roma, con introduzione del prof. Giovanni Calendoli, e Cronache del Teatro Siracusano, del 1977. Questi due libri rafforzarono la presenza del Teatro dei Pupi a Siracusa, che aveva avuto come storico il professor Antonino Uccello di Palazzolo Acreide, che si congratulò con la nostra iniziativa di recupero delle tradizioni popolari, in un intervento nel salone di Villa Politi, che riunì grossi nomi della cultura e del Teatro nazionale. Qualche mese prima di quel 1978, l’amico giornalista Armando Galea mi invitò a visitare in Vicolo dell’Ulivo, in Ortigia, il laboratorio di Rosario (Saro) Vaccaro, che, appassionato dalle storie da noi pubblicate sulla stampa locale, e frequentatore del Teatro di Ernesto Puzzo, aveva costruito una serie di marionette armate e le esibiva alla stampa stimolando qualche articolo sul Mattino di Galea.

Qualche settimana dopo fui invitato, in un cortile di fronte al Cinema Lux, in via Torres, dove era stato innalzato un palcoscenico ed allestita la scenografia per la rappresentazione di uno spettacolo di pupi siciliani. Quel testo e quella rappresentazione furono riproposti a San Giovannello, quel 5 luglio dl 1978.

Oggi fanno 40 anni. Quel diversivo è diventato realtà.

Agli inizi degli anni Novanta anche la RAI si interessò dell’opera dei pupi siracusana con il programma itinerante PIACERE RAIUNO, ed oggi, quella esibizione di San Giovannello, sulla quale nessuno avrebbe mai scommesso, è una realtà, oltre quel sogno dato alla storiografia siracusana da Alfredo Mauceri (nella foto). Il Teatro che ho visitato, forse ha bisogno di essere arricchito, avrà bisogno di uno spazio dedicato alla Biblioteca ma non ha bisogno certamente di amore perché tanto ne viene profuso da sopperire alla “mancanza di pecunio” che fu evidenziata negli anni Trenta del secolo scorso da un redattore che si celava dietro lo pseudonimo di “Il Giacobino”, e che fu una costante dell’allora Teatro San Giorgio di Ernesto Puzzo, poi di tutti i Teatri Amatoriali siracusani ed oggi anche dell’Opera dei Pupi dei Vaccaro-Mauceri.

Ma a Siracusa l’Arte sopravvive per amore.

Grazie a mio nipote Alessandro per la sua testardaggine e grazie a nonno Mauceri che gli ha fatto dono di un Rinaldo che custodirà fra le cose più care delle sue giovani esperienze, ho potuto aggiungere alla mia memoria questa nuova pagina. Ancora grazie.

Pino Guarraci