Politica

IL QUOTIDIANO GRILLINO SCRIVE UN ARTICOLO IMPRESENTABILE CONTRO L’ASSESSORE REGIONALE SIRACUSANO ALL’AGRICOLTURA

Oggi si fa un gran parlare su web di un articolo de “Il Fatto Quotidiano” che chiede norme draconiane per i cosiddetti impresentabili della giunta Musumeci. L’articolo viene condiviso su facebook – questa è l’unica cosa che francamente mi turba – da familiari di altri politici del passato aretusei che erano coinvolti in ben peggiori episodi, che riguardano la triste storia industriale della nostra città. Ma anche se non si deve fare una comparazione verso la scala dei grigi e del bituminoso nero greggio del peggio, la storia che oggi ci racconta il “Fatto”, in comparazione, è un’avventura d’educande.

Ma stiamo sul pezzo: il quotidiano nazionale tira fuori, ben 25 anni dopo, una vicenda di voto di scambio tra il padre dell’assessore regionale all’agricoltura e un clan mafioso locale. Sulla Siracusa degli anni novanta potrei scrivere un libro e il racconto dell’articolista del continente gonfia di estrogeni il pezzo.  Non dice però che l’attuale assessore regionale Bandiera in 15 anni di attività politica non è mai stato sfiorato non solo da un avviso di garanzia, ma nemmeno da un semplice sospetto. Visto che stiamo parlando alla fine della carne delle persone, vorrei poi solo ricordare tre cose:

  1. Le colpe dei padri non ricadono sui figli. Sempre ammesso che Bandiera padre, conosciuto e stimato a Siracusa, abbia mai fatto qualcosa di penalmente rilevante. Ammesso e non concesso.
  2. Venticinque anni sono abbastanza per estinguere una pena per prescrizione e, ricordo ancora, che all’epoca dei fatti tirati casualmente fuori dal quotidiano grillino, l’attuale assessore frequentava le medie.
  3. La pena inflitta, visti i tantissimi dubbi, fu lieve. Leggo dal verbale del ricorso in Cassazione poi respinto: “A seguito di impugnazione di entrambi i condannati, la Corte d’appello di Catania, con sentenza in data 28 maggio 2004 in parziale riforma di quella di primo grado, riduce per entrambi gli imputati le pene inflitte a mesi quattro di reclusione ed euro venti di multa, con il beneficio della sospensione condizionale.”.

Giudicate voi.

Salvo Ferlito