Politica

I POTERI FORTI HANNO INVESTITO SU ORTIGIA E DI FATTO STANNO UCCIDENDO FONTANE BIANCHE E LE ALTRE ZONE BALNEARI

Il discorso è semplice: Investiamo su Ortigia, tutto sul banco di Ortigia e pazienza se per vincere dobbiamo ridurre in miseria chi lavora sul litorale e azzerare il valore delle ville sorte lungo tutta la costa. W Ortigia, abbasso tutto il resto. Solo politica o anche impresa selvaggia per utili ai poteri forti?

Scrivevamo il 12 giugno 2017: “Il disinteresse di chi amministra per Fontane Bianche, non è solo becero disinteresse, c’è qualcosa di più. Forse un interesse, magari un business speculativo di grosse dimensioni. L’idea sembrerebbe quella di azzerare qualsiasi risorsa di Fontane Bianche e poi far partire un risanamento naturalmente guidato da pochi, abili privati che comprerebbero mezza Fontane Bianche a prezzi da realizzo. Chi sono i privati? Non è difficile intuirlo, come non è difficile constatare l’ostruzionismo pervicace di chi amministra. C’è un’associazione a Fontane Bianche che si dà da fare per dare una scossa alla rassegnazione e al declino della splendida località costiera? La Garozzo Band se ne frega! Non dà spazio su nulla. Una volontà distruttiva che non ha senso, quasi odiosa. In qualche caso con omissioni e manifesta negligenza”.

Discorso che vale per intero anche per Arenella, Ognina, Fanusa, Plemmirio e altre località balneari. Per la Garozzo Band sono solo un peso, tutto quello che non viene speso nel centro storico è un  peso. C’è l’incapacità manifesta di lavorare per tutta la città, in alcune periferie ci sono amici da rispettare, ma sempre con quote minime, giusto le briciole. Su Ortigia invece ci sono disegni diversi, tutti tesi a valorizzare il patrimonio di pochi, le intraprese che spesso riguardano anche amministratori in carica.

E’ ormai chiaro, diremmo lampante, che stanno tentando di fare chiudere tutte le attività sorte nelle zone balneari, favorendo attività simili in Ortigia che di fatto danneggiano chi ha impegnato tutto quello che aveva sul litorale.

Questa amministrazione – dice al riguardo Alessandro Spadaro ha una visione miope di un territorio ampio e dotato di tutte le caratteristiche che lo rendono unico al mondo. Questa miopia, per essere gentili, ha fatto sì che, come ho sempre sostenuto, le parti del territorio costiero e le parti centrali della città, dal corso Gelone in su, sono in totale abbandono. Una visione globale, la consapevolezza della unicità di questo ampio territorio porterebbe sicuramente ad una razionalizzazione delle sue specificità con scelte politiche mirate alla valorizzazione e al sostegno dei tanti imprenditori che hanno speso la loro vita e le proprie risorse fuori dall’isola di Ortigia. Mi spiego meglio. Ci sono zone vocate alla balneazione e al turismo balneare che dovrebbero essere supportate da specifici indirizzi politici e che invece sono un “peso”. Questo discorso è drammaticamente valido anche per tutti coloro che con sacrificio hanno realizzato le proprie case nelle zone balneari e vedono il proprio patrimonio depauperato giornalmente per l’abbandono del territorio. Stanno mettendo in crisi un intero comparto. Poi c’è Ortigia. Ortigia è e deve essere il fiore all’occhiello di tutta la città, ma deve riappropriarsi della sua identità, della sua unicità e deve essere il salotto della città. Oggi, invece, Ortigia è alberghi di lusso, ristoranti di qualità ma anche kebab e ambulanti abusivi. Oggi si ha una visione distorta, in Ortigia bisogna realizzare una piccola “Italia in miniatura” per consentire ai viaggiatori e visitatori di avere tutto in questa piccola porzione del territorio. L’assenza di collegamenti con le zone balneari, l’assenza di parcheggi, una ztl folle e anche la demolizione del ponte dei Calafatari rende difficile anche la vita dei commercianti di Ortigia. Insomma, sono talmente miopi che non vedono che anche se si occupano solo di Ortigia la danneggiano comunque.  Chi vuole l’atmosfera del Florian a Venezia andrà a Piazza San Marco o a Venezia lido? L’ospite di Ortigia dovrebbe andare a tuffarsi nelle acque di Fontane Bianche o all’Arenella o al Plemmirio e l’ospite delle zone balneari dovrebbe avere il piacere di passeggiare al tramonto in Ortigia. Così si fa sistema. Il turismo in crescita di cui si bea il sindaco dov’è? Quanti alberghi stanno chiusi più di sei mesi in questa città? Lo sa? Probabilmente no. L’unica salvezza è che la presunzione e il pressappochismo miope di questi amministratori sono al capolinea e che si può ripartire con il piede giusto e con le idee chiare”.

A Siracusa ormai da tempo – afferma Giovanni Magro manca una strategia politica, immaginiamo un po’ quella imprenditoriale. C’è una lampante incapacità, accompagnata da una superbia che diventa “Malapolitica”, oggi più che mai occorre,  prima ancora di mettersi la fascia tricolore, un programma fatto di priorità, tutte importanti per salvare Siracusa”.

E i poteri forti? Per loro il litorale “deve” morire.