Politica

ELENA CALIGIORE: DENARO A FIUMI, MA IL RANDAGISMO NON VIENE MAI SCONFITTO. QUALCOSA NON VA

Un quadro chiaro di ciò che sta accadendo in Italia nel settore randagismo è veramente difficile da  delineare. La sola cosa chiara è che la situazione è enormemente peggiorata dal Sud al Nord ed  il tutto viene sottovalutato da chi dovrebbe prendere urgenti ed efficaci provvedimenti. Oramai i casi di sequestri di stalli abusivi dove cani e gatti vengono tenuti in condizioni pietose  sono frequenti. Mentre al Nord gli animali sequestrati vengono presi in carico dalle ASL di competenza e ricoverati in rifugi sanitari o dati in affido ad associazioni animaliste, al Sud queste creature vengono lasciate lì dove si trovano e affidati a chi già le maltrattava. Al Sud non abbiamo le strutture per ospitare i cani sequestrati e i canili sono sempre  strapieni. Segnalare un cane ferito, malato nella nostra zona serve a poco. La risposta oramai la conosciamo: non ci sono posti in canile, non abbiamo dove metterlo. Il cittadino quindi  se vede un animale in difficoltà o si gira dall’altra parte  oppure  se ne fa carico portandolo dal veterinario e poi  è costretto a cercagli una pensione o tenerselo se ne ha la possibilità. Che si arrivasse a questa assurda ed irreale  situazione era prevedibile, perché gli unici a pagarne le spese sono gli animali e le persone sensibili. Per il resto, Comuni, ASP, Associazioni, Finto Volontariato Autonomo, Esperti comunali, regionali …, nuove Vanne Marchi dell’animalismo con il  seguito di donnette senza cervello che battono le mani, tutto va avanti e va bene !!!  Gli affari vanno a gonfie vele in campo randagismo. Nascono pensioni, stalli abusivi dove nessuno  controlla le condizioni igieniche e lo stato in cui vengono tenuti gli animali. I furgoni per trasportare cani  e gatti oramai sono diventati una vera e propria manna dal cielo. Lungo le autostrade italiane di furgoni con la scritta “trasporto di animali vivi” o “trasporto animali domestici” se ne contano  centinaia. Nessuno li ferma e nessuno controlla cosa trasportano e come trasportano creature protette da una legge . Un parco macchine/furgoni  molto ricco che crea affari d’oro in nero e a danno di creature indifese. Negli svincoli autostradali del Nord vi è un brulicare di scambi, di animali e di soldi. Per chi non lo sapesse i randagi del Sud al Nord vengono ben pagati  e quando chi li ha adottati non li vuole più, con molta facilità entrano nei canili a carico della Comunità locale. Al Nord i canili non sono strapieni come nelle regioni del Sud ma presto lo diventeranno e soprattutto saranno pieni di cani provenienti dai nostri territori. Le cose che vanno a rilento  con tutte le disattenzioni possibili nella nostra regione sono tante, alcune addirittura non sono mai iniziate come ad esempio  il controllo del territorio relativamente al  censimento dei cani dei privati e dei  contadini, le microchippature e soprattutto le sterilizzazioni sempre più sporadiche ed insufficienti e sempre più difficili da far fare alle ASP. Le liste di attesa per le sterilizzazioni di cani e gatti tenute dai Comuni sono  poco trasparenti e alla fine il cittadino che ha salvato e adottato  un animale  finisce per farlo sterilizzare privatamente. Le associazioni che hanno avuto convenzioni e protocolli con l’Amministrazione continuano a riproporre  progetti fallimentari come quello del cane di quartiere da sparpagliare nelle campagne sperdute. Altro che quartiere!!! Se un giorno nella nostra città o provincia, dovesse accadere una disgrazia, se un adulto o un bambino venisse aggredito da un branco di randagi impropriamente chiamati cani di quartieri ed abbandonati  nelle campagne, state certi che un fiume di denaro partirà dalle casse regionali per riempire le tasche dei veterinari che fingeranno  di fare tanti straordinari per la lotta al randagismo. La provincia di Ragusa docet in questo campo! Il fiume di milioni di straordinari  che dal 2010  la provincia di Ragusa percepisce dalla Regione Sicilia è sotto gli occhi di tutti ed il randagismo è aumentato, non certo sconfitto e neanche minimamente arginato.

Elena Caligiore