Politica

LO STATUS ATTUALE DI SIRACUSA? ENCEFALOGRAMMA PIATTO..

Potrei occuparmi delle elezioni regionali oppure scegliere di rivolgere attenzione al futuro della mia Città e dei siracusani. Un pò mi preoccupo nel guardarmi intorno e nel leggere statistiche e dati sull’economia del nostro territorio perché l’insieme, non racconta niente di buono. Il Sud è sempre più sud e la distanza economica e sociale con le altre regioni italiane aumenta costantemente nonostante non ci sia un politico, e dico uno, che non perda occasione per dire come in Parlamento, Senato o Regione, siano tutti impegnati per la crescita del meridione. Nessuno arrossisce davanti al fatto che la realtà e la storia li smentiscano clamorosamente e tutti i dati macroeconomici dicono che al sud si sta peggio che al Nord, la qualità della vita classifica le città del sud agli ultimi posti, la disoccupazione dilaga. In un quadro del genere, guardare alle elezioni regionali e leggere che la vittoria per la Presidenza della regione è un affare che riguarda Musumeci e Cancelleri, con Micari e Fava a fare da corollario ai festeggiati, sembra quasi uno scherzo di Halloween, dove i morti sono i siciliani. Un pò morti veri, un pò morti truccati ma comunque, più di là che di qua. Al di là di alcune facce nuove tra i primi attori, tutto il resto della compagnia è una passerella di vecchi personaggi, alcuni buoni e altri cattivi, alcuni scaduti come un prodotto marcio, altri novità che non sai se all’assaggio saranno di gusto buono oppure no. Siracusa, come ormai accade da un pò di tempo in qua, si sa a priori che non fa testo in Sicilia, né per le elezioni, né per l’economia, tanto meno per l’evoluzione sociale. Sembra di vivere in una società malata a encefalogramma piatto, senza vibrazioni particolari, senza entusiasmi e cosa ben più grave visto il contesto ambientale, senza incazzature. Nella nostra Città i giorni trascorrono ripetitivi, uno dopo l’altro, con gli stessi personaggi politici e imprenditoriali. Con gli stessi problemi nelle scuole, con lo stesso caos urbano, con le stesse incompiute, senza trasporti, senza lavoro, con sempre meno soldi nelle tasche della gente. In queste elezioni non ho capito quale futuro si prospetta per Siracusa e certamente per limiti miei, non sono riuscito ad afferrare qual è il pensiero e la proposta dei candidati siracusani, per essere votati. Ho provato a sommare i vari programmi elettorali e ho riletto le cose di sempre, molte già dette cinque anni fa, oppure dieci e qualche affermazione mi sono ricordato essere vecchia di almeno venti anni. Veramente si ha ancora la faccia tosta di proporre al popolo il Nuovo Ospedale come obiettivo del candidato? Per quanti anni ce lo dovremo sentire dire? E la nuova caserma dei pompieri? Perché la posa della prima pietra (a me pare di ricordare che sia la quarta prima pietra) deve sempre accadere qualche settimana prima delle elezioni? Insomma. Io il futuro lo vedo precario perché se provo a fare due più due la somma non mi da quattro. Mi spiego. La Città di Siracusa ha vissuto i cinque anni di Presidenza Crocetta in amicizia con lo stesso. L’ex Presidente si è sempre premurato di offrire qualche assessorato, cioè un pezzo di governo, a Siracusa. Il Sindaco, compagno di partito del Presidente uscente, gode di un’ ampia maggioranza in Consiglio Comunale  per cui qualunque richiesta partiva dalla Giunta, Palermo è stata pronta a ricevere. Se questa è stata la realtà storica fino ad oggi, altrettanti pezzi di storia sono la scarsezza di risorse per i dipendenti dell’ex Provincia di Siracusa rispetto ad altri territori, lo stato di trascuratezza e abbandono dei monumenti cittadini nonostante gli incassi delle biglietterie, la totale assenza di servizi al cittadino alla presenza di una tassazione tra le più alte d’Italia. Il futuro quindi, mi preoccupa, perché non vorrei vivere in una Città fatta solo di anziani come me, dove i giovani sono costretti ad andare via alla ricerca di un lavoro e di una prospettiva e speranza di vita che da queste parti non si trova più. Più del 60% di giovani senza lavoro ti toglie il fiato anche per protestare e se sei giovane, lo conservi per correre verso paesi dove il futuro puoi vederlo, toccarlo con mano, viverlo. Nonostante tutto, andrò a votare. Anzi, andrò convintamente a votare perché non è vero che il mio voto non conta niente, perché a discapito dei tanti mafiosi, delinquenti, saltimbanchi e arrivisti che hanno governato quest’isola, i siciliani siamo gente che la storia la scriviamo. Per altro, le nuove generazioni parlano molto bene l’italiano e quasi sempre, le pagine politiche che si sono scritte in Sicilia, belle o brutte, sono state lette dagli altri italiani, con interesse e rispetto. Qualche volta abbiamo dato lezioni pure a chi credeva di sentirsi il migliore di tutti.  Se il futuro lo vedo difficile più che mai, la speranza nel domani, nei giovani, lascia intravvedere la luce in fondo al tunnel e prima o poi  il tunnel finisce.

Enrico Caruso