Politica

TUTTE LE SFIGHE DEL PROFESSOR MICARI IL CANDIDATO INESISTENTE DELLA SINISTRA

Brava persona sarà sicuramente brava persona. Colta sarà certamente colta. Ma questo non sposta la domanda cruciale che si fanno i siciliani, soprattutto quelli di sinistra, su Fabrizio Micari:

“Ma cu cazzu è chiustu? Ri unni veni?”
Perché il professor Micari, impersona il cavaliere di Calvino: è il candidato inesistente.
Certamente noto nell’Università di Palermo di cui è rettore, è infatti un signor nessuno nel resto della Sicilia e, temiamo anche nel resto della città capoluogo. Cioè, non è che per forza uno deve essere conosciuto da tutti. Uno fa lo scienziato, lo conoscono gli scienziati, gli alunni degli scienziati, magari poi gli danno il Nobel e come tutti gli altri nobel per le varie scienze noi prenderemo atto di non averlo mai sentito nominare ma siamo convinti che deve essere sicuramente un uomo di valore.
Micari ragazzi, mica uno qualunque. E’ uno che ha scritto libri che ci illuminano sul futuro politico della Sicilia:
“Elementi di plasticità e lavorazioni per deformazione plastica”. Testo metaforico fondamentale per comprendere il livello di deformazione dei cabasisi dei siciliani;
“Processi di formatura dei metalli”. Che indica con chiarezza cosa s’è toccato appena appreso della candidatura di Micari.
“Processi di asportazione di trucioli”. Che illustra con forza rappresentativa ciò che si dovrà fare con le macerie della sinistra dopo le regionali.
Bisogna dire che inquieta un po’ che due titoli su tre parlino di processi, ma capisco anche che bisogna smetterla con questa vandea di giustizialismo che sta devastando il paese. Ora abbiamo appreso che Mastella era innocente (e intanto cadde il governo Prodi), che Ottaviano del Turco era innocente e si dimise da presidente e quasi da uomo, e che pure Woodchok e la Sciarelli sono innocenti e i giornalista del Fatto Quotidiano ha appreso le notizie (taroccate) sul padre di Renzi in una seduta spiritica con Silvan e il mago Forester.
Insomma si fa presto a dire processi, non a caso Micari si porta avanti e ne scrive…

Io sinceramente mi chiedo due cose, una senza risposta ed un’altra a cui io, da compagno, mi sono permesso di dare un piccolo contributo.
Quella senza risposta è: ma perché abbiamo scelto un candidato che non ha niente a che vedere con la storia della sinistra siciliana, anzi con la storia della politica siciliana? Cioè abbiamo perso con la Finocchiaro, con la Borsellino nomi che indicavano che almeno ce la volevamo giocare la partita. Stavolta Micari, la formalizzazione della resa. Un impegno forte e coeso per cercare di non arrivare quarto, cioè essere battuto anche da Fava, ottimo collega giornalista, ma politico che non ha mai vinto, nemmeno quando gioca a solitario.
Scusate, scienziati della sinistra siciliana, non era più dignitoso, più incisivo, più virile (ma anche più femminile) passare la mano, saltare un turno, dire no, siamo troppo scarsi, abbiamo toccato il fondo anzi siamo andati sotto il fondo con Crocetta, e quindi stavolta non partecipiamo alle elezioni?
Lo so che esagero, ma non avvertite un senso del destino incombente se in tanti anni di elezioni regionali alla fine la prima vera grande vittoria della sinistra è arrivata con Crocetta?
Non pensiamo di rivolgerci ad un esorcista? Non credete che bisognerebbe fare qualcosa per fare uscire la sfiga dal corpo della sinistra?
Ma forse Micari non è un caso, forse è uno strumento, un mezzo della raffinata intelligentzia radical siciliana per esorcizzare la sfiga. E infatti non a caso lo slogan scelto per il candidato carneade è stato chiaro, preciso, esaustivo: “La Sfiga Gentile”. Ma poi, quando si dice la sfiga, il tipografo ha pensato ad un refuso ed ha stampato un milione di manifesti senza senso con lo slogan “La sfida gentile”, che ovviamente non significa una beata minchia ed enfatizza semmai quel senso di smarrimento che prende guardando la faccia che ride (ma che ti ridi?) di Micari.

Ad ogni modo, siccome noi siamo giornalisti e vogliamo dare il nostro contributo aggratis alla campagna elettorale “unlucky oriented”, siamo in grado di offrirvi in anteprima la campagna di manifesti di Micari, corretti e rinnovati per raggiungere tutte le fasce dell’elettorato e convincerle a non votare Micari perché sarebbe solo una sfiga.

Oltre al classico “La sfiga gentile” ecco “la Sfiga Verde” a significare iconograficamente l’inutilità di ogni politica ambientale in Sicilia che ha battuto il record del Congo e della Nigeria e del Bangladesh come area del pianeta con i minori livelli di raccolta differenziata e il maggior conferimento della monnezza in discarica. In effetti si era pensato di mandare degli studiosi siciliani a Lagos, Kinshasa e Dacca per imparare i moderni modelli di gestione sostenibile dei rifiuti, da importare a Palermo, Catania e nella bella Siracusanostra.

Non manca la “Sfiga Vintage” che punta a rievocare i fasti della militanza di sinistra negli anziani miei coetanei, quelli che come me avevano appeso in camera il manifesto di quell’argentino che prendevano per il culo per il suo intercalare: “Che Che Che”. Ponendo la il suo viso al posto di quello ritratto da Alberto Korda il il 5 marzo del 1960 in una delle foto più leggendarie della storia, Micari ha la certezza di fottersi tutto il voto della mia generazione e magari ha la speranza di ritrovarsi in qualche maglietta di presa per il culo.

Infine l’operazione di marketing politico a mio avviso meglio riuscita con l’approccio netto, preciso, quasi provocatorio alle problematiche LGBT di cui ovviamente nulla sa il professore ma che potevano rappresentare un potenziale serbatoio di voti. Tale eventualità andava sventata immediatamente sottolineando la potenza della “Sfiga Arcobaleno” che induce ciascuno a toccarsi laddove ritiene più opportuno (noi siamo liberal assai) pur di evitare il rischio di un successo “in the spottuna mainstream”.

Hasta los sfigatos siempre
Joe de La Serna Strummer