Politica

STRUMMER: SONO CONTENTO DI NON VOTARE, QUESTE REGIONALI SONO TRISTI E GROTTESCHE

Mi dovete scusare.

Sono contento di non essere più siciliano. Almeno dal punto di vista elettorale, che per il resto da siciliani non ci si può dimettere. Né io vorrei dimettermi perché che la Sicilia ce l’ho dentro il sangue e dentro l’anima e me la porto appresso ovunque io sia, con tutto il suo carico di orrore e di violenta bellezza. Vabbè ma non è un pezzo romantico questo, è un pezzo cinico, e quindi vado a cominciare.

Sono contento di non votare in queste elezioni regionali che offrono una tristezza che sconfina nel grottesco ad ogni angolo, una  vaghezza annoiata che occhieggia dai manifesti in cui il nome del partito è un optional, intercambiabile, in cui si fatica a seguire percorsi e storie personali e alla fine ci si perde in un’orgia di incoerenze talmente incrociate da far apparire le attuali appartenenze attuali come il frutto di un irridente sorteggio.

Sono contento e forse qualunquista, forse mi sono arruolato nella pattuglia che detesto dei fanculisti demagoghi, dei peronisti senza nemmeno un’Evita, dei pre-grillini, degli hater cialtroni che infestano i social, di quelli che dicono che i politici sono tutti uguali, tutti ladri, tutti porci, tutti che guadagnano assai, tutti che hanno i privilegi.
Che schifo che sono diventato forse.

E allora provo ad autoassolvermi, a trovare ragioni “politiche” per il mio disincanto.
Ragiono sui candidati alla guida della Regione.
Micari mi sembra frutto di una esigenza, più che giustificata, di autoflagellazione del PD che porta il marchio d’infamia d’aver sprecato nella maniera più offensiva l’opportunità, temo irripetibile, di governare la Sicilia. Avere sorretto Crocetta nel suo vacuo, vanesio, capriccioso modo di governare, nel suo tourbillon di assessori che in confronto Zsa Zsa Gabor era una che non cambiava mai marito, nel suo piagnucoloso vagabondare fra una approssimazione e un’altra, fra una gaffe e un’altra, mentre l’isola naufragava dentro una crisi devastante… per il PD aver accettato, sopportato e supportato tutto ciò, peraltro in modo sterilmente litigioso è certo responsabilità non emendabile. E quindi ci sta che a questo turno ci sia un non-candidato, appunto Micari, certamente brava persona che rischia seriamente e forse meritatamente di arrivare ultimo fra quattro candidati veri.
Rischia Micari d’essere battuto anche da Claudio Fava, gran giornalista, politico reiteratamente perdente, candidato di un pezzo di sinistra siciliana, cioè della minoranza di una minoranza. Ha messo in lista la mia amica Annalisa Stancanelli, è sostenuto dal vate Pippo Zappulla, dalla erinni Princiotta, ma anche da Pippo Lo Curzio e Raffaele Gentile con i quali dubito che in altri tempi Fava avrebbe preso un caffè. Ma tant’è, finite le ideologie, anche il passato sbiadisce e ci si ritrova compagni di strada inediti e variopinti.
E poi, del resto, sull’altra sponda della sinistra giace un altro fronte fantasmagorico con dentro tutto e il contrario di tutto. Brunello Marziano e Giovanni Cafeo, eredi di Nino Consiglio e Gino Foti sono forse candidati forti di un pd che di questa maionese impazzita della politica è la metafora più espressiva con il renziano doc, il sindaco Garozzo che nel partito governato dal suo amico segretario candida il “suo” candidato in un’altra lista e lo sostiene apertamente in competizione con i candidati del “suo” partito che sarebbero Marziano e Cafeo a lui per diversi motivi e variamente ostili. Cioè in candidato di Garozzo se non ho capito male sta in lista con Vinciullo con il quale il sindaco litiga da 5 anni essendo Vinc all’opposizione o comunque i due sembrerebbe che non si sopportino. E adesso paradossalmente i voti dell’uno aiuteranno forse l’altro ad essere eletto. Ma io poi non è che i candidati li conosca tutti. In effetti leggo le liste con lenti opache, che vedono meglio il passato e meno lucidamente il presente ed il nuovo che avanza, ammesso che avanzi e che ne avanzi.

 

Ad esempio ignoro i grillini isolani. Esistono indubbiamente, hanno pure buoni sondaggi. Nei “palazzi” romani, si pensa che i cinque stelle possano vincere in Sicilia con un candidato nominato in modo forse antidemocratico e ribadito da Grillo in nome del nuovo mantra pentastellato: io sono Grillo e voi non siete un cazzo.  A me sembra francamente impossibile che vincano con questo Cancelliere che sembra un masaniello da facebook e i suoi slogan da bar sport. Ma se vincesse sarebbe un segnale fortissimo per le prossime elezioni politiche. Perché la Sicilia e le elezioni regionali in particolare, sono la cosa più lontana possibile dal voto di opinione che è quello che costituisce la massa del voto grillino. Cioè a me il voto di opinione ai grillini sembra un pessimo voto per una pessima opinione ma ove diventasse un voto maggioritario segnerebbe una rivoluzione copernicana della cultura politica siciliana. Significherebbe che una maggioranza dell’elettorato si è affrancata dalla consuetudine del voto “ad personam” che non è necessariamente voto di scambio, ma è sicuramente un consenso indirizzato verso un individuo prima e al di là dei partiti sulla base di rapporti pre/a/non politici. E infatti gli “onorevoli” regionali cambiano partito e schieramento con disinvoltura e si portano appresso i propri voti, o almeno presumono di farlo. Una vittoria grillina sarebbe una sciagura politica, economica e sociale per la Sicilia, ma una svolta culturale.

 

E poi c’è l’armata annunciata vincente di Musumeci, l’unico pizzo che piace ai siciliani con i forzisti e i fasci e avventizi vari di complemento. Persona onesta Musumeci a quel che dicono tutti. Un po’ meno incensurati i candidati che lo appoggiano sui quali si stanno scatenando in questi giorni, inevitabilmente, gli avversari e a volte anche gli alleati. Anche quella del pizzochepiace è una parte qualificata e qualificante della maionese impazzita, con Genovese Jr, figlio di Genovese Senior già guida del PD siciliano…

(certo che ‘sto partito è masochista assai se si pensa che un ex capo del Pd siciliano, Fava, è candidato da sinistra contro il PD, e un altro, Genovese, è schierato da destra contro il PD).
… nel nostro piccolo Siracusano il centrodestra s’è affrancato da Vinciullo e porta giovani di belle speranze come Edy Bandiera, donne in cerca di guai come la Cannata, candidati di lungo corso come Zappalà. A sostenerli anche Zelig Paolo Reale, che ancora alle europee sosteneva la mia amica e collega Michela Giuffrida, il volto telegenico del PD a Strasburgo, ma era stato poco prima avversario del candidato a sindaco del PD.

Mi dovete scusare.

Sono contento di non essere più siciliano. Almeno dal punto di vista elettorale, che per il resto da siciliani non ci si può dimettere.

Hasta los cabasisos siempre
Joe Dottor Pasquano Strummer