Politica

PARLA CLAUDIO FAVA: IL DIRITTO ALLO STUDIO CONTRO LA PRECARIETA’ E’ UNA BATTAGLIA DI CIVILTA’

In che modo si possono schivare i “rapidi movimenti a scatto scoordinati” del ballo di San Vito ai quali stiamo assistendo?

E’ innegabile che in questi giorni di campagna elettorale in Sicilia si stiano sperimentando facili entusiasmi ed improvvisi cambiamenti, dolenti distacchi ed eccessiva rassegnazione, cieca obbedienza o tenace ribellione. Ma detto ciò e se si considera un dato importantissimo e non trascurabile, ossia la “preziosità” del voto, la soluzione diventa molto semplice: basta distaccarsi, analizzare, studiare con estrema attenzione i fenomeni passati e recenti ed essere interessati, attenti ma soprattutto partecipativi e curiosi. Cadere nella trappola populista e gridare something is rotten in the state of Denmark vuol dire accettare inesorabilmente una condizione di schiavitù, se invece ci si rende liberi dal clientelismo e distanti da chi si ritiene non in condizioni tali da poter rappresentare degnamente l’importante ruolo istituzionale che è chiamato a ricoprire, le voci che convincono ci sono e si riconoscono perché non hanno gabbie ma si muovono in libertà. Ho avuto il piacere di ascoltare Claudio Fava, candidato presidente regione Sicilia per la lista Cento Passi per la Sicilia e guardandomi intorno non ho notato nostalgici né rivoluzionari, ma solo donne e uomini emozionati, curiosi e motivati, perché Fava convince, convince l’uomo e il suo programma (perché finalmente si parla di programma) concreto e fattivo. “Quella per il diritto allo studio e contro la precarietà è una battaglia di civiltà”. Il precariato ha distrutto la dignità sociale e la constatazione di aver ad oggi fallito, per incompetenza o interessi personali, nell’ utilizzare strategicamente le risorse europee, nazionali e regionali disponibili per il rilancio dell’occupazione, è pregnante. Il tasso di dispersione scolastica è allarmante, una terra che non investe nella conoscenza e nei saperi non sarà mai in grado di uscire dalla crisi. Va rovesciata l’idea che investire nei nostri giovani, nelle loro capacità e nei loro talenti, sia un investimento a perdere. Il tema delle crescenti diseguaglianze sociali e dell’aumento della povertà relativa e assoluta, a fianco di una revisione complessiva del sistema di welfare regionale, va definito da subito con l’introduzione di dispositivi di reddito e di accesso ai servizi in termini gratuiti ed assistiti, che integrino gli strumenti nazionali già in campo. La gestione della sanità pubblica che deve superare il principio del curare, per affermare quello del prendersi cura con la prevenzione, accompagnando il cittadino-paziente nel suo percorso assistenziale, realizzando pertanto una sanità accessibile e fruibile da ogni cittadina/o in ogni territorio. L’offerta culturale può diventare la più grande “azienda” siciliana. Il Turismo va “costruito”, pianificando le azioni rivolte alle diverse tipologie turistiche e agendo sulla qualità dell’offerta, non solo posti di lavoro ma anche tutela del territorio siciliano violato da anni di abusi. La lotta alle mafie va considerata presupposto fondativo e non a caso è il leitmotiv della sua campagna elettorale perché “Cento passi, cento passi ci sono da casa nostra. Vivi nella stessa strada, bevi nello stesso caffè alla fine ti sembrano come te…”

Alessandra Turlà