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CLAUDIO CASTOBELLO: SOLO LE VISITE PREVENTIVE POSSONO BATTERE IL CANCRO

Dottor Claudio Castobello, intanto cosa bisogna fare per prevenire un tumore, insomma per cercare di non averlo?

Oggi  seppur con notevolissimi traguardi raggiunti in termini di cure  e tecnologie l’arma più potente che abbiamo contro il tumore resta la prevenzione, nelle sue diverse forme. La prevenzione primaria  che si traduce nell’adottare piu’ conformi stili di vita e rispetto dell’ambiente in cui viviamo. La prevenzione secondaria che si traduce in controlli e visite accurate rivolte alla identificazione precoce della malattia. Questo comportamento alla prevenzione secondaria praticato regolarmente porta alla identificazione di forme tumorali molto piccole che oggi consentono non solo di curare il male  ma di poterlo guarire.

A Siracusa, Priolo, Augusta, Melilli siamo un po’ tutti convinti che abbiamo i tumori perché respiriamo le porcherie della zona industriale

Ormai e’ chiarissimo, e la letteratura scientifica ci da ampie conferme , sul fatto che la malattia tumorale e’ una patologia multifattoriale a cui concorrono cause genetiche ed ambientali. Quindi  l’impatto degli insediamenti  industriali è certamente un elemento che non va sottovalutato anzi va correttamente valutato, modulato e corretto in quei casi in cui diventa incompatibile e nocivo per la salute. Ritengo deontologicamente corretto  guardare con attenzione e scrupolo non solo all’inquinamento industriale di oggi ma rivolgere la nostra attenzione per ciò che è successo 20 – 30 fa  cercando di riparare ove possibile ai i danni perpetrati a carico del suolo e dell’acqua più che dell’aria.

Parliamo senza giri di parole. Improvvisamente Carmelo, facciamo un nome di comodo, scopre di avere un tumore. Qual è la prima cosa che deve fare?

Se a Carmelo viene diagnosticato un cancro in una fase precoce come può accadere nel corso di un controllo di prevenzione secondaria  (noi ne facciamo migliaia ogni anno). La storia di Carmelo senza giri di parole sarà a lieto fine. Se invece la diagnosi e’ tardiva il percorso di cura è possibile ma le possibilità di guarire solo molto basse.

Non sono rari i casi di tumori diagnosticati a Siracusa che poi a Bologna o a Milano o altrove  non erano tumori. Può succedere? Sono scarsi a Siracusa o sono bravi altrove?

Ritengo molto speculativo  ridurre la questione dell’errore diagnostico ad un fatto di latitudine; non si puo’ ridurre la possibilità di sbagliare una diagnosi a un problema di nord e sud. È una questione di protocolli, di esami, di doppie letture, di attrezzature e di personale specializzato.

Sei  il presidente provinciale della Lilt (Lega italiana per la lotta contro i tumori). Qual è la situazione dei tumori oggi a Siracusa

I dati del nostro territorio non sono disallineati con i numeri nazionali, resta inteso che combattere il cancro è una delle grandi missioni della Medicina e della Salute Pubblica ed e’ una priorita’ per noi tutti. La LILT prova a fare la sua parte  esercitando sul territorio una grande azione di sensibilizzazione nella prevenzione oncologica  attraverso le proprie campagne di sensibilizzazione   ed una grandissima azione di prevenzione secondaria sussidiaria alle Istituzioni sanitarie a cui e’ relegato il compito degli screening. La Lilt  lo fa, a livello Nazionale, come braccio operativo del Ministero della Salute  e lo fa  giornalmente, per 365 giorni all’anno attraverso i propri medici e le proprie attrezzature e le proprie professionalita’,  fornendo servizi di diagnosi precoce su libero accesso ai cittadini residenti .

Realisticamente, a Siracusa quanto siamo attrezzati nella lotta contro il cancro?

Al meglio non c’e mai fine se pensiamo alla diagnostica possiamo competere fatta salva la velocità di diagnosticare (le nostre liste di attesa sono ancora intollerabili). La cura della malattia in particolare quella chirurgica sono il vero problema non lo si può  negare.

Qual è la percentuale dei tumori a Siracusa negli ultimi tre anni?

Se consideriamo i dati pubblici  dei quali disponiamo risulta veritiero’ un aumento sia pure contenuto dell’incidenza e un lievissima riduzione della mortalità. Certo questo non rappresenta  una condizione di vittoria sul cancro . Mantenendosi il dato in complesso all’interno dell’ incidenza e della mortalità nazionali. Insomma un quadro  che comunque al quale dobbiamo rispondere con la massina attenzione, al pari di quello che succede oggi in molte regioni del nord del paese. In questo aumento di incidenza  dobbiamo  tener conto che  oggi si effettuano molte  piu’ diagnosi precoci e quindi maggiori sono le possibilita ‘ di cura e guarigione con relativo abbassamento degli indici di mortalita’.

Qual è il primo consiglio che ti senti di dare a chi fa una scoperta drammatica di questo tipo?

Innanzi tutto affidarsi a medici esperti in grado di fornire ogni supporto tecnico  e anche in grado attraverso le diverse strutture, di  garantire una  reale umanizzazione della malattia trasformandola da male incurabile  sempre piu in una malattia cronica trasformando il percorso obbligato della malattia da malattia curabile in malattia guaribile.

Molti tumori colpiscono persone fra i 60 e i 70, è un caso?

Assolutamente no. Al maggior invecchiamento cellulare  corrisponde una  maggiore possibilita’ che la cellula si ammali in quel senso.

Qual è l’atteggiamento migliore? La grinta, l’ottimismo sono importanti?

E’ molto importante, come diceva il Maestro Veronesi, mantenere un atteggiamento positivo che garantisca una capacita’ di lottare con determinazione, lottare per vincere  non solo la battaglia ma di vincere la guerra contro il cancro .