DONNA GRAVEMENTE MALMENATA DAL MARITO CHE OGGI E’ IN GIRO A PIEDE LIBERO
Pur lavorando a pieno ritmo sul territorio in favore delle donne vittime di violenza, a volte gli sforzi sono vanificati da quello che è il sistema giudiziario. A parlarne è Daniela La Runa nota avvocatessa aretusea. L’avevamo intervistata qualche mese fa su questa tematica, essendo anche la presidente del centro antiviolenza. Evidenziava quanto a Siracusa la violenza fosse in netto aumento. Basti considerare che in un solo giorno nella nostra Città vengono segnalati diversi casi e altrettanto diversi sono i codici rosa in ospedale.
Nello specifico, navigando in internet mi colpì un suo post su Facebook dove segnalava una mancanza da parte della giustizia, così decisi di approfondire.
Daniela La Runa: il caso è quello di una donna vittima di gravi maltrattamenti che tempo fa si è rivolta al centro antiviolenza.
Cosa è accaduto?
Il marito di questa donna ad un certo punto ha ritenuto di afferrarla e trascinarla per i capelli dopo averla colpita con un bastone di circa 4 centimetri di diametro per compiere un atto estremo, quando un passante accortosi dell’accaduto è intervenuto prontamente mettendola in salvo.
La signora ha sporto denuncia per maltrattamenti e sono state applicate le misure cautelari seguite da una buona attività di indagine, tanto che da un primo caso di imputazione si è passato poi a un imputazione molto più grave che è quella del tentato omicidio.
La misura cautelare va per la prima contestazione di reato e ha una determinata durata. L’attività di indagine deve concludersi entro un determinato periodo, se non arriva un rinvio a giudizio o il procedimento non si conclude entro un tot di tempo questa misura scade. Più lieve è il reato e più la sua durata sarà minore, più grave è il reato più la sua durata sarà maggiore. La misura deve avere una durata massima da coprire tutti e tre gradi di giudizio. Il sistema giustizia in questo caso si è inceppato, perché malgrado una gravissima contestazione, sono scaduti i termini di custodia cautelare nei confronti di questo signore. Oggi accade che un uomo il quale risulta indagato per un tentato omicidio è a piede libero. Quindi noi abbiamo una donna che in questo momento è spaventata e stiamo cercando di cambiare le cose utilizzando la seconda contestazione di reato per riapplicare una misura cautelare, però ci troviamo nelle mani una situazione che ci dà tantissima amarezza perché essendo in prima linea nel combattere la violenza ogni giorno, è inaccettabile trovarsi contro un sistema troppo farraginoso o burocratico che porta questi risultati. Siamo pronte a fare qualcosa
affinché il sistema giudiziario non debba ledere ulteriormente il diritto alla vita delle donne. Non si può consentire che una donna, una madre, una moglie con una richiesta di rinvio a giudizio per tentato omicidio debba avere paura di uscire fuori casa perché il marito è a piede libero e nessuno sa se l’opera possa ulteriormente essere compiuta.
A questo punto è necessario porsi un interrogativo: Quando la giustizia non giustizia chi giustizia la giustizia?
La vicenda è ancora in atto…
Elojsa Burlò