SIRACUSA ATTREZZATA PER LA TERAPIA DEL CARCINOMA PROSTATICO
Il reparto di Medicina Nucleare dell’ospedale Umberto I di Siracusa è stato autorizzato dall’Assessorato regionale della Salute alla somministrazione, in regime ambulatoriale, di un radiofarmaco innovativo, il Radio 223, efficace nel trattamento delle metastasi ossee del carcinoma prostatico, la prima e più importante conseguenza della neoplasia più diffusa tra gli uomini.
Ne dà notizia il direttore generale dell’Asp di Siracusa Salvatore Brugaletta.
L’equipe di Medicina nucleare dell’ospedale di Siracusa diretta da Salvatore Pappalardo ha trattato nei giorni scorsi il primo paziente. Quello di Siracusa è il terzo Centro pubblico in Sicilia al momento autorizzato alla somministrazione del Radio 223 dopo quelli di Messina e Palermo. Il Radio-223 è in grado di aumentare la sopravvivenza, aumentare il tempo agli eventi scheletrici, ridurre il dolore, migliorare la qualità della vita, a fronte di una tossicità estremamente favorevole. Si tratta di una novità assoluta, considerato che le terapie disponibili per un’azione specifica sull’osso erano farmaci ad azione prevalentemente palliativa, volti a controllare la sintomatologia dolorosa e privi di un’attività anti-tumorale vera e propria.
“La somministrazione del Radio 223 – spiega il direttore della Medicina Nucleare Salvatore Pappalardo – è indicata proprio quando sono presenti le metastasi in uno o più punti delle ossa, responsabili di quella sintomatologia dolorosa che talvolta porta ad una condizione di vera e propria invalidità chi la patisce. Il Radio 223 è un radionuclide che, una volta iniettato per via endovenosa, si lega al tessuto osseo in accrescimento, come quello neoplastico, emettendo nel tempo particelle radioattive, dette alfa, capaci di determinare una distruzione selettiva delle cellule tumorali con un risparmio delle cellule circostanti e sane del midollo osseo. Non solo, ma quanto sopra rappresenta anche un motivo di tranquillità per i familiari, che non vengono interessati dal problema della esposizione alle radiazioni, di solito presente con altri radiofarmaci, in quanto le radiazioni alfa emesse dal Radio non sono in grado di attraversare un foglio di carta e perciò facilmente schermate già dalla cute del paziente. Il risultato più immediato è la remissione del dolore, con notevole sollievo da parte del paziente, mentre i dati degli studi hanno evidenziato anche un significativo aumento della sopravvivenza, dopo fallimento della chemioterapia. Certamente i benefici in termini di qualità di vita e sopravvivenza globale osservati con il Radio-223, rappresentano un grande progresso ed una grande speranza – prosegue Pappalardo – progresso nella lotta alle metastasi ossee, che nei casi di tumore chemioresistente sono dolorose e possono accorciare l’aspettativa di vita, speranza che in tempi brevi il tumore della prostata con metastasi ossee possa essere considerato come una malattia cronica, al pari di tante altre e non più come un pericoloso e preoccupante stadio terminale”. Salvatore Pappalardo ricorda, infine, che con l’inizio della terapia radiometabolica e dopo l‘avvio della sezione PET/CT, considerando anche la diagnostica medico-nucleare tradizionale, l‘Unità Operativa di Medicina Nucleare da lui diretta completa un percorso “qualitativo” importante iniziato da alcuni anni.