Politica

PIZZATA: LE REGIONALI? I SOLITI NOTI NON MI ATTIRANO

Ivana Pizzata, vogliamo parlare di questa città? Ti va bene o ti sta stretta?

Adoro la mia città ma è una realtà che nel tempo, devo amaramente ammetterlo, si è fatta sempre più difficile da vivere. Manca il lavoro. Quel che rende liberi gli uomini come le donne. Mancano le opportunità di crescita individuale e sociale. Difettano i servizi più essenziali. Manca, soprattutto, l’idea del futuro. Non un futuro lontano nel tempo ma quel domani che è già fuori l’uscio di casa.

Sembri una sessantottina, la politica in un attimo ti incendia

La politica non può non “incendiare’’ gli animi. Gli ideali, anche politici, vanno difesi a spada tratta da chi, oggi, vuol rendere ogni cosa, ogni pensiero, uguale e piatto. Tra la difesa e l’insulto, però, c’è una gran differenza. Difformità sconosciuta a molti. In particolare, ai cosiddetti leoni da tastiera. I commentatori seriali da social. Fenomeni 2.0 sempre pronti a puntare il dito e quasi mai disposti a dialogare civilmente con il prossimo.

Nel 2017 il trend politico è quello di farsi i cazzi propri. Guardati in giro.

Guardo. Guardo e vedo. Vedo che la politica è diventato un’opportunità di lavoro come un’altra. Pochi ideali a fronte di tanta, troppa voglia di visibilità. Pochi programmi validi, per lo più copiati altrove. Poche idee ma ben confuse. Almeno, fatte le dovute eccezioni, a livello locale.

Non mi piaceva che negli anni novanta i gay fossero nel mirino e li ho difesi a spada tratta, ovunque e a prescindere. Non mi piace oggi che i gay facciano i fascisti e mettano nel mirino chiunque non la pensi come loro.

Non amo gli estremismi. Detto questo, una società che vuol fregiarsi del titolo di “civile”, non può non educare, i propri appartenenti, alle differenze. Diversità da rispettare e non necessariamente da stigmatizzare. La famiglia come la scuola, devono farsi carico, collaborando, dell’educazione dei giovani. Cittadini del domani. Gli eccessi, nell’uno e nell’altro senso, non sono costruttivi.

Ad ottobre si vota per le Regionali, ti sei fatta un’idea?

I soliti noti non mi attirano. Attendo, da qui a Ottobre, l’illuminazione.

Oggi va di moda dire “voterò l’uomo o la donna, non il partito”

Credo d’aver pronunciato tale frase anche io. E’ grave? Il voto è l’unico potere in mano al popolo. Usiamolo bene. Giusto votare volti nuovi ma anche persone che abbiano già dimostrato capacità e coerenza. No agli inabili e agli “scambisti’’ della politica.

Hai letto troppi libri, farai poca strada. Oggi va avanti chi non legge nulla, nemmeno il quotidiano

Leggere apre la mente. Leggere arricchisce il bagaglio culturale e morale. E la cultura è ciò che salverà il mondo. La bellezza del sapere e del condividere che diventa spada di luce contro il populismo dei venditori di fumo e odio.

Garozzo e Italia sono tristemente autoreferenziali. Perché?

Garozzo e Italia, e non è solo una mia sensazione, sembrano lontani anni luce dalla quotidianità di una città che pare agonizzare nei propri atavici problemi. Il loro esser autoreferenziali è dunque, a mio modesto avviso, un non voler prendere coscienza della realtà, preferendo a quest’ultima, la fantasiosa narrazione di una favola che li vede protagonisti. Complici nel “sacco’’ della polis.

Cosa riesce ad affascinarti fino a farti dimenticare i consiglieri comunali?

Fortunatamente, molte sono le cose che ancora mi affascinano. Cose di  sicuro, parecchio più coinvolgenti di un Consiglio comunale che sembra non voler operare per il bene dei cittadini. Frequentato da strane creature, poco inclini agli interessi della collettività e parecchio attaccati al loro “tesssorrro” di gettoni. Come Gollum del Signore degli Anelli.

Il tuo sogno nel cassetto, se hai ancora un sogno e un cassetto

Il cassetto c’è ancora anche se vecchio e sgangherato. Contiene tanti sogni. Alcuni si avvereranno prima o poi, altri rimarranno chimere. In questo momento della mia vita, però, ciò che il mio cuore desidera, sarà banale ma vitale, è il lavoro.