Politica

103.824 DISOCCUPATI SU UNA POPOLAZIONE DI 403.985 SIRACUSANI

Il primo trimestre del 2017 è già in archivio ed è già possibile dare uno sguardo ai numeri che le statistiche riportano sull’andamento economico e sociale del territorio siracusano. I primi dati di quest’anno in corso non sono incoraggianti. L’economia locale langue in quella che è diventata una lunghissima fase di stagnazione con la magra consolazione di poter dire che sulla provincia di Siracusa i numeri raccontano che, se pur di poco, non siamo più alla presenza di regressione. In matematica tutto ciò che si moltiplica per zero da un risultato uguale a zero e per adesso, gli indicatori di sviluppo siracusano sono tutti attestati nei pressi dello zero e quindi c’è poco da essere contenti. Qualcosa, da un pò di anni in qua, cresce costantemente ed è la disoccupazione che proprio in questo primo trimestre dell’anno, fa registrare il superamento della soglia dei 100.000 iscritti alle liste dei disoccupati, attestandosi a 103.824 senza lavoro su una popolazione di 403. 985 individui (dati Urbistat). La percentuale media dei disoccupati nella provincia di Siracusa è del 25,7 % della popolazione che, considerando la presenza di 161.984 famiglie, significa che nel 65% di esse c’è un disoccupato. Anche l‘ISTAT dà in crescita il dato della disoccupazione giovanile che da noi si attesta al 58% che è il dato medio dell’intero territorio provinciale passando da oltre il 65% di disoccupati nei paesi montani, con esclusione di Palazzolo Acreide che risulta essere il Comune siracusano con i migliori dati di occupazione. La considerazione che viene naturale fare dopo la lettura di questi dati è che non avendo dati certi di riferimento, l’indice di povertà assoluta del quale si parla tanto in televisione, su Siracusa ha probabilmente raggiunto soglie preoccupanti vicine al decadimento sociale ed economico di buona parte della nostra popolazione. Trovo anche alquanto preoccupante considerare che a Siracusa si dibatta su tutto, si fanno riunioni, conferenze stampa e convegni su come spartirsi l’acqua che doveva essere pubblica, sull’appalto d’igiene urbana, sulla ZTL e tanto altro ancora, ma, rimane assordante il silenzio sul lavoro e l’occupazione. Neanche il Sindacato sembra ricordarsi che oltre a rappresentare gli occupati se non sta attento all’andamento economico delle imprese e delle attività presenti sul territorio, se non assume il ruolo di stimolatore e propositore di azioni utili a far sì che la politica tenga alta la soglia di attenzione sul lavoro, stimolando azioni di attivazione di nuova occupazione, senza vivacità di proposta, si rischia di perdere il ruolo di referenti per il lavoro e i lavoratori. Anche Confindustria, da poco rinnovata negli organismi, in questi anni di commissariamento ha messo nel cassetto il suo ruolo propositore di nuovi investimenti produttivi e sommando a essa l’inattività della Camera di Commercio, comunque se ne dica passata sotto la direzione di Catania, il quadro generale dell’economia siracusana rispecchia perfettamente lo scivolone occupazionale e di contro, l’innalzamento dei valori di povertà. Mi piace molto che in questi giorni Siracusa festeggi la Giornata Nazionale del Sollievo che dovrebbe sensibilizzare l’opinione pubblica sul diritto a non soffrire. Mi piacerebbe di più se in quella giornata invece delle passerelle celebrative ci fossero coloro che soffrono veramente perché non hanno un lavoro, sono disoccupati, non hanno soldi e non sanno che fare. Forse capiremmo meglio e veramente che si può soffrire perchè malati e in fin di vita ma certamente si soffre molto anche quando si è in buona salute e non si sa di che vivere. Parlare di lavoro è sempre una priorità.                                                            Enrico Caruso