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ANTONIO MAUCERI: PARLEREMO CON LA NUOVA SINDACA PER PROMUOVERE CULTURA E ARTE A PACHINO

Antonio Mauceri, sei un musicista, un artista, ti sei laureato, hai scritto un libro, ha ricevuto un premio, hai aperto una scuola di musica..ma vivi a Pachino e non a Milano

Fortunatamente l’arte non è un concetto geografico. Penso al nostro Gesualdo Bufalino, nato e vissuto pressoché tutta la vita a Comiso. E’ vero però che, in special modo per un musicista, le strade del successo sono più facilmente percorribili nelle città del nord, su tutte Milano. A 34 anni la mia vita è stata e continua ad essere una meravigliosa avventura, imprevedibile e ricca. Ho imbracciato la mia prima chitarra a 5 anni e toccato i tasti di un pianoforte poco tempo dopo, a 18 anni ho avuto le prime esperienze cantautorali e a 19 ho pubblicato il mio primo romanzo. Mio padre, a quanto dice, conserva una raccolta di racconti da me scritti ad appena 9 anni. Non li ricordo, sarà vero? Ho composto canzoni per me e per altri interpreti, poesie e stralci di pensieri stipati chissà dove… Non so perché, è una necessità interiore – per citare Kandinsky – un bisogno viscerale e spasmodico di trasmettere ogni tipo di emozione. La laurea in lettere è arrivata più tardi, non per pigrizia… Volevo inseguire un sogno artistico che non si è (ancora) realizzato. E’ stato un meraviglioso traguardo, per me e per la mia famiglia. La realizzazione della scuola di musica (mi piace definirlo “centro culturale”) è stata invece la battaglia più dolce che abbia vinto, una scommessa ambiziosa. Quello appena iniziato è il terzo anno di attività… Ne sono orgoglioso, davvero. Quanto al romanzo… White Nights – Storie di un’estate nacque in una fredda e soleggiata giornata di febbraio del 2007, e fu come un fulmine, rapido e accecante. Mi bastarono 4 mesi per portarlo a termine. A quei tempi fu pubblicato da una piccola casa editrice siciliana. Solo qualche mese fa ho deciso di curarne una seconda edizione, questa volta pubblicata tramite la piattaforma Kindle di Amazon. E’ stato un successo inaspettato… Nella prima settimana di vendita il romanzo ha raggiunto il primo posto nella classifica dei bestsellers di Amazon, sezione “Letteratura per ragazzi”. Ho ricevuto un prestigioso premio per questo, “Più a sud di Tunisi”.

Insomma, la mia musica, la mia scrittura, la mia scuola, le persone che amo… E’ di questo che vivo e ne sono appagato.

A Siracusa nel 2013 con Garozzo e nel 2018 con il sindaco del cga hanno chiuso prima e confermato dopo la chiusura della scuola comunale di musica. Un errore pacchiano per chi si mette in competizione per diventare capitale italiana della cultura?

Non conosco le dinamiche politiche della meravigliosa Siracusa, città che amo e che frequento moltissimo. Ritengo però che il sostentamento delle realtà culturali locali dovrebbe essere prerogativa di qualsivoglia amministrazione. La promozione e la diffusione della cultura, in special modo nei centri dal valore artistico assoluto come la città aretusea, dovrebbero percorrere vie preferenziali e viaggiare a vele spiegate. Solo così sarà possibile ambire a un primato assoluto in ambito culturale, un primato che la città di Siracusa merita per il suo DNA storico e artistico.

La tua Accademia musicale a Pachino funziona? Ci sono giovanissimi e famiglie che vogliono percorrere questa strada sempre in salita?

Come tutte le attività, da quelle commerciali a quelle associative, artistiche e culturali, negli ultimi due anni abbiamo inevitabilmente subito il contraccolpo della pandemia da Covid-19. E’ però anche vero che la smania di tornare alla quotidianità, al piacere delle piccole cose, ha contribuito ad alimentare nelle persone l’interesse verso le forme d’arte e – nel nostro specifico caso – a riscoprire la musica e la scrittura. Nuova Arcadia è una realtà in costante crescita, la gente si sta riscoprendo colma di quei valori che in era pre-pandemica erano dati per scontati.

Da giovanissimo volevi riempire San Siro in concerto con la tua chitarra, oggi ci pensi ancora?

San Siro è il sogno di tutti i ragazzi, di quelli che vogliono giocare al calcio e di quelli che vogliono fare musica. Ero uno di questi ultimi ed è il sogno al quale accennavo. Non è andata come a vent’anni avrei voluto che andasse, ma non me ne rammarico… Potrò raccontare ai miei figli di averci provato. Se c’è una cosa che conta nella vita è non avere rimpianti. Artisticamente mi sento appagato, sono felice del percorso che ho scelto… E’ vero, sto suonando molto meno che in passato, ma è il paradosso più ovvio per chi come me ha scelto di insegnare la musica e la scrittura. Ed è forse un po’ vero quel detto per cui <<un insegnante è un’artista che non ce l’ha fatta…>>. Insomma, ad entrare nella casa dell’arte dalla porta principale non ce l’ho fatta, ma godo di una magnifica vista a spiare dalla finestra…!

Sulla sala della tua Accademia musicale hai scritto “A volte, di notte, rimango solo in questa stanza vuota… Ed è in quella solitudine, tra i cumuli di vita celati negli angoli bui, che so di essere in buona compagnia”. Volevi dire..

Fa uno strano effetto sentir recitare un proprio pensiero… Grazie! Che dire… Quella era una serata particolare. Io e la mia compagna avevamo concluso le lezioni parecchio tardi. Sono andato in sala prove a spegnere le apparecchiature e mi sono soffermato qualche minuto, seduto, ad osservarne il silenzio. Ora… Come spiegare un pensiero in parole semplici? Diciamo che, quotidianamente, le nostre sale si riempiono di musica e parole altrui, di artisti che vanno e che vengono. Questi pezzi d’arte non vanno dispersi, anzi… Si stipano come “cumuli di polvere” negli angoli di quelle stanze. Nel pensare ciò, sebbene fossi da solo, ho sentito una compagnia piacevolissima. Una compagnia di parole e note, di anime. In fondo l’arte è un po’ anche questo… Dare pezzi di sé. Ebbene, è in quelle stanze che si accumulano quei pezzi d’arte, quei “brandelli di carne calda e pulsante”.

Antonio Mauceri, anche la tua compagna, Veronica, vive d’arte, vive d’amore?

Assolutamente sì. Anzi, è stata proprio la musica ad unirci, nel 2014. Dapprima colleghi, poi amici, infine compagni di vita. Quotidianamente coltiviamo questa passione comune, la musica, e diamo tutto affinché possiamo trasmetterla ai nostri allievi. Il suo corso di canto moderno è parecchio gettonato, sarà per la sua straordinaria pazienza e dedizione. E’ stata la roccia alla quale aggrapparmi nei momenti più difficili della vita, in special modo nei primissimi anni insieme. E’ anche grazie a lei che ho ripreso e concluso con successo i miei studi universitari. Si andava a Catania insieme per le lezioni, spesso in condizioni meteo avverse e ad orari improponibili. Non avrei mai potuto deluderla! Siamo felici, oggi come allora.

Pachino ha un nuovo sindaco donna. Magari la tua scuola di musica può avere il supporto del Comune, sarebbe comunque una bella storia

Quando abbiamo aperto la nostra Accademia, Pachino non aveva un’amministrazione. Sono stati tempi difficili. Concepire una collaborazione col Comune era praticamente impossibile. Le cose sono cambiate, adesso. Abbiamo finalmente una nuova giunta comunale, oltreché la prima sindaca della storia della nostra città. Sarà un dovere e un piacere muoversi in collaborazione con la nuova amministrazione per la promozione della cultura e dell’arte nel nostro territorio. Le idee sono moltissime e quanto prima provvederò a proporle come associazione culturale alla nuova giunta. E’ un dovere, dicevo, soprattutto verso i nostri giovani che stentano a trovare un diversivo alle occupazioni pomeridiane di routine.

Non sei andato a San Siro sei rimasto a combattere nella tua città. Ti chiedo se sei felice o se ti sei accontentato?

Credo che la felicità stia nel raggiungimento di una stabilità e di un equilibrio che ti consentano di vivere sereno il resto della vita. In fin dei conti, basta poco per essere felice. La felicità sta nella capacità di carpire l’autenticità e l’importanza delle piccole cose: una quotidianità serena, un lavoro che ti piace, la salute, l’amore. La grandiosità di San Siro non sta tra le piccole cose e non è felicità, è traguardo. I traguardi possono farti felice ma di una felicità effimera, che passa inesorabile. I traguardi non sono propedeutici al concetto di felicità. La felicità, invece, lei sì che è propedeutica a una vita appagata e piena. Se sono felice? Sì, lo sono.

Pensi di scrivere altri libri o quello che hai già scritto era solo il bisogno di far conoscere uno stato d’animo?

Facciamo spoiler? Sto lavorando alla scrittura di un nuovo romanzo, sì. E sarà diverso (credo…) rispetto al mio romanzo di formazione, che trattava la storia di una meravigliosa amicizia. Nel nuovo romanzo curerò tematiche diversamente profonde. Sono ancora in fase di stesura, in seguito deciderò se pubblicare ancora con Amazon o proporre l’opera ad una casa editrice. Spero di concludere al più presto… Non vedo l’ora! Il titolo? Ho mille idee, ma per il momento nessuna buona!

C’è una cosa che vuoi con forza ma sai che difficilmente potrai realizzare?

Ciò che voglio con forza sono certo di poterlo realizzare, anche perché desidero ciò che di più naturale possa esistere: una famiglia, dei figli. Poi, è vero, c’è differenza tra ciò che vuoi adesso e ciò che avresti voluto in passato, e una su tutte avrei voluto (o trattenuto?) con forza. Ma al passato preferisco non guardare.