Politica

SALVO FERLITO: FRANCESCO E’ UN NARCISTA E I NARCISI SONO DESTINATI AD APPASSIRE

Comincio dando una delusione al direttore del giornale che mi aveva indicato l’argomento di questo articolo: Conte ed Italia, analisi e paralleli. Devo dire che i punti in comune, a mio parere, sono pochi, forse quattro, tre ve li dico adesso, il quarto lo lascio per ultimo. Ambedue si sono trovati a governare, Paese uno e città di Siracusa l’altro, con vicende che li hanno visti in sella per il rotto della cuffia, fino al grande abisso della Pandemia. La seconda similitudine è che lo hanno fatto male: Conte ha al suo attivo un “buco” del 12,8% del PIL ed una gestione che ha portato la nazione al coma profondo; Italia vi offre quotidianamente la città che conoscete meglio di me, inutile dilungarsi su questo.
Poi hanno due profili assolutamente differenti. Non per questo uno è migliore dell’altro, è solo diversamente espresso.
Il terzo elemento in comune è la esautorazione degli organismi democratici: Conte, con la collaborazione attiva dell’occupante del Quirinale, un politico di parte, ha cassato con decreti ai confini della realtà il Parlamento; Italia con la partecipazione passiva del Consiglio Comunale è riuscito a rimanere da solo al governo della città. Come un piccolo Napoleone Bonaparte si è auto-incoronato podestà della città senza nessuna remora. Una vera e forse unica azione attiva di Italia dentro di un oceano statico. Occhio che ci più tardi ci torniamo.
Qui i paralleli per il momento si chiudono, cominciamo le danze.

Mi piacerebbe scrivere un saggio sulla tristezza siciliana, e visto che il mondo si è sicilianizzato, sarebbe un saggio sulla tristezza contemporanea. Su questo tristo panorama si staglia perfettamente la figura di Conte. Cominciamo col dire che il cognome Conte o Barone, viene dato, con un certo sadismo popolare, a chi fosse al servizio dei nobili. Da qui nomen omen: è stato “tertium non datur, ma poi datur” di un governo mostruoso formato da pezzi della nuova società italiana cuciti male, quelli delle cinque stelle e della Lega. Punti di sutura saltati la scorsa estate, ma quando stai costruendo un mostro e sei il dottor Frankestein, se la “creatura” si sfalda mandi subito qualcuno all’obitorio a portarti qualcosa per rimpiazzare i pezzi. – Non so quanti di voi siano capaci di leggere questa metafora delle mie letture gramsciane – Da qui Conte si ritrovò ad essere cameriere di altri due padroni. Cosa volete che si trovasse disponibile in un camera mortuaria política se non il cadavere del PD? Ed eccovi servito il nuovo Frankestein, politicamente corretto, riciclabile perché in perfetto stato di decomposizione ed eco-compatibile con tutte le nuove lobby. Da qui Conte servitore di due padroni, un Arlecchino post moderno. Poi sono gli eventi a contribuire a cambiare le persone, non il contrario. Gli accadimenti segnano e trasformano.
Il Conte della crisi infettiva è oggetto quindi una catarsi: come nel film “il servo” di Losey, il cameriere intuisce la debole indole del suo padrone e conquista una posizione dominante. Gestire un popolo disorientato e spaventato è una ottima occasione per rispolverare e mettere in pratica i precetti di Machiavelli che invitano al governo col terrore. Se non fossero di livello oggettivamente basso, che questa classe politica ha ben chiaramente espresso, adesso io sarei stato esule e voi mi avreste letto da un sito illegale in italia, ma poco ci mancava. Adesso assistiamo all’analisi del dopo isolamento e molti si chiedono il perché ed il percome si sia potuta uccidere così una economia nazionale. Ci si sforza di intendere perché si siano secretati gli atti del CTS e come mai si sia deciso di chiudere tutta la nazione, e non solo le regioni che erano evidentemente con le terapie intensive fuori registro. A tal proposito ci viene in aiuto Leonardo Sciascia: parlando di una mezza pagina di un libro di Flaubert che vede la complicata descrizione di un berretto indossato da Carlo Bovary. Alla fine, dopo quella mezza pagina dove si era dilungato, Flaubert risolve tutto dicendo che quel berretto ricorda la faccia di un imbecille. Ecco, ci suggerisce Sciascia, di non arrovellarci tanto, alcune cose che fanno e dicono certi politici, che sembrano complicate ed indecifrabili, sono solo idiozie, la cosa più semplice da pensare è quella certa: molti di loro non pensano.
Se dovessi scegliere un libro che possa sinterizzare questo Paese, ricoperto ormai da macerie, senz’altro indicherei “Romanzo del Fenotipo” di Gottfried Benn. La storia, che si sviluppa dentro un centro estetico nella Berlino devastata del 1945, ci mostra un mondo precipitato dal cosmo alla cosmesi, abitato nel buio da criminali o da asceti. Ecco, non so in quale delle due categorie potrei collocare Conte. Sorprendente: penso non appartenga a nessuna delle due.

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Devo confessarvi che se non fosse il sindaco vorrei essere suo amico. Ha un’aura positiva, parla con gli angeli, si occupa di energia, va in bici ed è della vergine.
Quelli della vergine hanno una loro integrità – reale o presunta che sia poco importa, come con Pessoa: il poeta è un fingitore. Finge così completamente che arriva a fingere che è dolore il dolore che davvero sente. – Quelli della vergine sono così, puri ed integri, ma anche per finta però.
Comunque la vera questione che lo riguarda è la sua necessità di trovare energie che lo completino: da qui Coppa o Granata. Le analisi politiche che fate su di lui sono tutte sbagliate, Italia li ha usati e li usa come serbatoio energetico. Se, da una parte quindi della narrazione, avevamo Frankestein, qui invece abita Nosferatu. Da ciò la mia stima personale. Come il fu conte – quello vero, Dracula diciamo – potrebbe far parte perfettamente della distopia di Benn, e ancora di più, potrebbe essere perfettamente un imboscato alla Jünger – che poi altro non era che una rivisitazione moderna del “vãnaprastha” vedico -. Questo suo non “appartenere” è senz’altro encomiabile, e lo è anche perché ancora nemmeno cinquantenne, quindi nutro speranze per tempi migliori.
Ma infelicemente l’ultimo e definitivo elemento che lo accomuna a Giuseppe Conte è che se si votasse domani ambedue sparirebbero dalla scena politica.
Tornando ad Italia, credo che debba tenere presenti le sue falle energetiche: è imperdonabile la mancanza di progettualità e visione per la città, la continuità in negativo con la gestione Garozzo, questa continuità col nulla lo sta trascinando su un terreno dove Francesco mostra la parte peggiore di sé: il narcisismo. Ben sappiamo che il futuro dei narcisi è quello di appassire.

Salvatore Ferlito