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SUICIDIO NEL CARCERE DI CAVADONNA. L’UNIONE STUDENTI: TUTELARE I DIRITTI UMANI

Rep: Ieri presso la struttura carceraria di Cavadonna, si è verificato il quindicesimo suicidio dell’anno.
Le disposizioni prese dal governo per contrastare l’emergenza coronavirus hanno riguardato anche le carceri italiane, non solo limitando i loro diritti dei detenuti, ma anche non agendo veramente per la tutela della salute.
Infatti, per limitare il rischio contagio, hanno rimosso in via d’eccezione la possibilità per i familiari dei detenuti di far loro visita.
Queste misure, però, si rivelano un’ulteriore negazione dei diritti umani, per chi vive già una condizione di forte isolamento.Tante sono state, infatti, le proteste che hanno coinvolto numerose carceri italiane, tra le quali appunto anche quello di Cavadonna.
problemi del nostro sistema penitenziario che ledono la salute di chi attraversa questi spazi, sono ben altri!
Da tempo si denunciano problemi quali sovraffollamento – che aumenta i rischi di contagio – e mancanza di risorse realmente risolutive per i problemi strutturali dei nostri istituti (su una capienza di circa 47 mila persone, le nostre carceri ne ospitano più di 60 mila).
In questo quadro urge prendere misure tempestive che vadano realmente incontro ai bisogni delle e dei detenuti, tutelando sia i diritti umani che la salute.

E’ necessario un rifinanziamento strutturale degli istituti penitenziari in modo tale che possano garantire servizi essenziali e attività di reinserimento, soprattutto per i casi di pene brevi o residui di pena da espiare.
Rivendichiamo nell’attuale emergenza che in assenza di colloqui visivi, venga garantito il diritto a comunicare giornalmente telefonando e utilizzando piattaforme online per sentire i propri cari, oltre alla immediata garanzia di misure di detenzione alternativa come la detenzione domiciliare in ogni caso possibile.
Arianna Castronovo Unione Degli Studenti Siracusa