Politica

STEFANIA PRESTIGIACOMO: IL GOVERNO INTERVENGA E AIUTI LE COMUNITA’ IN DIFFICOLTA’ E LO FACCIA SUBITO

Ecco la lettera inviata al presidente Conte dall’onorevole Stefania Prestigiacomo e da altri parlamentari “sudisti”:

“Illustre Presidente, stiamo vivendo un momento difficilissimo che richiede scelte ed interventi straordinari oltre che inediti, cui la nostra società 2.0 non è abituata e che i più anziani paragonano a ciò che accadeva in tempi di guerra. Le scriviamo da parlamentari, da cittadini del Sud, ma ciò che stiamo per dire vale per tutto il Paese, di più per il Meridione. Questa epidemia e le inevitabili misure che sono state assunte per limitare i contagi – con la chiusura di fatto di tutte le attività commerciali e di gran parte di quelle produttive e dei servizi – sta avendo effetti devastanti soprattutto laddove il sistema economico è più debole. Le misure sin qui previste sono del tutto insufficienti per qualità dell’intervento e soprattutto per la ridotta platea individuata: lasciano soprattutto fuori dai radar del sostegno i più deboli. Ci sono milioni di italiani che sono privi di tutele assicurative, previdenziali, sindacali, sono quegli italiani ai quali già prima non assicuravamo tutti i diritti. Il riferimento è a tutti quelli che, senza avere alternative, lavorano, inutile negarlo, spesso in nero, nei negozi, nei mercati rionali. Ma pensiamo anche agli ambulanti e, prendendo in considerazione i dipendenti e i titolari ai barbieri, ai parrucchieri, alle estetiste, ai meccanici, ai ristoratori, a quelli che affittano le seconde case per sostenere il reddito della famiglia, quelli che sui servizi di Airbnb hanno costruito un lavoro e mantengono la famiglie. Gli esempi potrebbero continuare a lungo, tante sono le condizioni di precarietà economica oggi diventate insostenibili. A tutte queste persone è stato proibito di lavorare e di guadagnare, ma per loro non ci sono ammortizzatori sociali, sostegno al reddito. Ci sono milioni di famiglie, soprattutto al Sud, che non hanno i soldi per mettere insieme il pranzo con la cena e nemmeno possono immaginare quando potranno ricominciare a lavorare ed a guadagnare. Ci sono piccoli negozianti ed artigiani che non potranno pagare l’affitto dei loro locali e laboratori, né in queste settimane di chiusura determinata dalla necessità di contenere i contagi e nemmeno dei mesi di recessione che arriveranno. La criticità che registriamo nel Mezzogiorno è esplosa subito, proprio per la fragilità del tessuto preesistente e si cominciano a registrare episodi di rivolta, di violenza e di sopraffazione che per fortuna restano al momento soltanto casi isolati. Non vogliamo minimamente giustificare comportamenti che rasentano la legalità, ma questa è la stagione del realismo ed é indispensabile evidenziare come, senza allarmismi, il Sud necessiti di azioni immediate e tangibili prima che diventi la polveriera della rivolta sociale dove potrebbe insinuarsi un altro pericoloso virus: quello della criminalità e dei clan pronti ad approfittare del disagio e della disperazione. I governi nazionali e regionali devono attivarsi con urgenza predisponendo strumenti di sostegno immediato, una sorta di indennità di quarantena con “buoni spesa” o anche mutuando la “Carta Famiglia”, istituita con la legge n.208 del 28 dicembre 2015 e confermata dalla legge n.145 del 30 dicembre 2018. La platea dei destinatari dovrebbe essere ovviamente allargata, il budget aumentato e soprattutto dovranno essere consentite tutte le spese necessarie: alimentari, igiene, salute e bollette. Non crediamo che lo Stato debba far sempre tutto e tutto da solo e per questo sollecitiamo insieme, una grande iniziativa di solidarietà nazionale che già fa capolino in diverse realtà del nostro meraviglioso Paese: il “pacco sospeso”. La generosità della nostra gente è grande e, chi può, potrebbe aiutare il prossimo con un acquisto in più al supermercato da lasciare alla cassa: un pacco di pasta, una bottiglia di salsa o di olio, del petto di pollo, ed altri prodotti possibilmente italiani. Sarà agevole poi preparare dei sacchetti da distribuire a chi ne ha bisogno. Le istituzioni nazionali e locali potrebbero farsi carico anche di promuovere queste iniziative. Le celebrità che cantano e invitano a stare a casa vanno bene. Ma ci sono tanti, troppi cittadini per cui stare a casa significa non poter dare da mangiare ai propri figli. A loro una società solidale e fondata su valori cristiani deve pensare e per loro deve fare qualcosa. Subito!”

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