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ROBERTO TRIGILIO: PER ORA RESTIAMO TUTTI A CASA, DOPO SAPREMO RIALZARCI, ANCHE CON L’AIUTO DI SANTA LUCIA

Avvocato Roberto Trigilio, questo 2020 è partito col piede sbagliato. Visto al punto in cui siamo quest’anno niente bagni al mare?

È la peggior crisi dal dopoguerra. Umana, sociale, economica, sanitaria… Bagni al mare? Spero con tutto il cuore che, anche se con le opportune cautele, in estate potremo andare tutti al mare. Dipende solo da noi. Se tutti rispettiamo le regole in modo ferreo in 3/4 mesi spero che possiamo porre fine a quest’incubo.  Se, invece, tutti i giorni usciamo da casa con il pretesto della spesa perché, magari, ci mancano i pinoli per la crostata o con la scusa di recarci in farmacia senza che ve ne sia necessità, beh, allora non ne usciremo più. In tal caso il virus ringrazierà e andrà avanti mietendo ancora migliaia di vittime.

Praticamente siamo a fine marzo ed è possibile prevedere una stagione travagliata per gli spettacoli classici al teatro greco che sono stati comunque rinviati a fine maggio. Sei ottimista?

Da siracusano, da italiano, nel cuore lo sono. Le rappresentazioni classiche quest’anno dovrebbero aver inizio l’8 di maggio con Le Baccanti di Euripide, una delle più grandi opere teatrali di sempre, e terminare il 5 luglio.  Ma la curva di crescita del virus in Sicilia è, al momento, esponenziale. I numeri purtroppo non mentono. Pensare di far regredire il contagio in qualche settimana è come cercare di fermare un treno merci lanciato a tutta velocità. Occorre tempo. Spero quindi in un rinvio, posticipando sia l’inizio che la fine della stagione teatrale. Sarebbe un toccasana per il morale di tutti e darebbe una boccata di ossigeno all’economia siracusana.

L’8 aprile il Cga dice la sua decisione sui brogli elettorali a Siracusa. C’è già una sentenza del Tar che ha annullato le proclamazioni di sindaco e consiglio comunale oltre che il verbale di ballottaggio.

La fase cautelare, cioè quella urgente e non differibile, è terminata, quindi l’udienza dell’8 aprile che, se non erro, è quella del c.d. “merito”, presumo sarà rinviata. Tuttavia, in questo momento di estrema emergenza è importante sostenerci l’un l’altro e spalleggiare l’attuale Sindaco e la sua Giunta, a prescindere dai colori politici e da eventuali irregolarità verificatesi alle urne. Ora come ora ci sono altre priorità da rispettare. Sono sicuro che in questo momento l’attenzione dei siracusani è diretta alla salvaguardia della salute più che all’esito della controversia giudiziaria Reale-Italia pendente avanti il CGA.

Il Corona virus sta terrorizzando l’Italia  e Siracusa. Per quanto ci riguarda direttamente finita la grande paura, il virus darà un colpo terribile al turismo nella nostra città, al commercio? Ci saranno imprese in grado di risollevarsi? Cercare tutti gli ammortizzatori, i contributi statali e regionali, per evitare che la nostra città, già senza lavoro, sprofondi.

Il coronavirus sta terrorizzando il mondo. Anche coloro i quali, come Trump o Boris Johnson, l’avevano sottovalutato si sono dovuti ricredere ricorrendo in fretta e furia  al lockdown. Hanno fatto un significativo e radicale passo indietro rispetto alla teoria dell’immunità di gregge su cui avevano puntato in una prima fase. Riusciremo a risollevarci anche questa volta come già accaduto in passato dopo  la nota influenza “spagnola” o, a voler correre  ancora più indietro con la memoria, con la peste. Il problema è quando ed a quale prezzo. È per questo che restare a casa e rispettare le regole è di fondamentale importanza per poter risorgere al più presto. E noi siracusani abbiamo storicamente dimostrato che quando ci mettiamo d’impegno non siamo secondi a nessuno. Dopo una chiara inevitabile fase di recessione economica, Siracusa, quindi, ripartirà. Anzi, sono certo che anche la scoperta dello smart working contribuirà ad aprire  nuove frontiere lavorative. Non tutti i giovani vorranno, in un imminente futuro restare chiusi in ufficio per più di 40 ore la settimana. Essi credono in un mondo del lavoro che sia il giusto compromesso tra vita personale e lavorativa. Per cui, la risposta è sì, senza dubbio, la nostra città ce la farà!

Imprese siracusane in grado di risollevarsi? A causa del coronavirus nessuno dovrà perdere il posto di lavoro. Nessuna piccola, media o grande impresa dovrà licenziare i suoi dipendenti, nessun artigiano o libero professionista – iscritto o meno a gestioni previdenziali diverse dall’Inps – dovrà ridursi “alla canna del gas”. Diversamente l’effetto domino sull’intera economia locale e nazionale sarà devastante, a lungo termine irreparabile, e travolgerà tutti, anche i più fortunati che hanno risorse patrimoniali per poter fronteggiare la crisi per più tempo . Ma per evitare che l’economia siracusana imploda, occorre far sì che l’epidemia duri il meno possibile, e questo dipende solo da noi restando tutti a casa, senza se e senza ma. E’ , poi, indispensabile che vengano stanziati cospicui e duraturi aiuti economici a sostegno del mondo del lavoro ad opera del Governo e della Regione, anche in forme atipiche e speciali di cassa integrazione.Ai parametri economici europei ed al rapporto PIL deficit ci pensiamo dopo. Superata la fase acuta del contagio, il Governo dovrà rimboccarsi le maniche e pensare a salvare l’Italia e la sua economia. La parola d’ordine in Europa, anche per far ripartire le borse mondiali, in questo momento è quella scelta dalla FED, “aiuti illimitati per tutti”.

Roberto Trigilio, pensiamo con estrema sincerità che la chiusura delle scuole e la paura del Corona virus dovrebbe portare iniziative concrete di chi amministra, tipo intesa con l’Asp per l’utilizzo di locali comunali come strutture sanitarie. La difesa attiva dei confini cittadini e siciliani.

Occorre nei momenti di crisi fare squadra, attingendo ovunque personale medico e paramedico, reperendo strutture da ogni settore, come quando si è in guerra. Perché il virus non guarda in faccia a nessuno. Il Sindaco, di concerto con le altre autorità e con l’ASP, dovrebbe aver già predisposto un piano di emergenza, reperendo locali, nuovi macchinari per il trattamento dell’insufficienza respiratoria e quanti più test possibili per rilevare la positività al virus. Occorre che i siracusani e gli abitanti dei comuni vicini sappiano immediatamente quanti sono i posti di rianimazione a Siracusa , quanti liberi, quanti occupati e quanti ne serviranno nel momento in cui il contagio arriverà al picco. È poi imprescindibile che l’intera provincia di Siracusa sappia quante ambulanze adibite per il trasporto in sicurezza di contagiati sono disponibili. Per limitare i danni occorre fare come quando si gioca a scacchi. Pensare sin da ora a quali saranno le prossime 10 mosse. Diversamente il Sindaco e la Giunta si faranno trovare impreparati dal virus, dimostrando di non aver fatto tesoro di quanto successo in Lombardia, e le conseguenze di ulteriori ritardi e/o errori nella programmazione della crisi le piangeremmo tutti noi cittadini . 

Da uomo di legge cosa proponi come contrasto concreto al virus che allarma l’Italia e il mondo? Cosa possiamo fare a Siracusa?

La diffusione ha colto tutti alla sprovvista. Ma, superato lo shock iniziale, scoperti i primi focolai, io avrei adottato misure molto restrittive sin dall’inizio con dure sanzioni oltre che penali anche amministrative, come il sequestro dell’auto, il ritiro della patente e multe salatissime, e poi gradualmente le avrei ridotte, perché il virus corre molto più veloce dei nostri rimedi e dei nostri tempi di reazione. E’ imperdonabile che si sia preannunciata la chiusura della Regione Lombardia e che non si siano adottate rigidissime misure restrittive per controllare i flussi di ritorno verso il sud, dando però al contempo pronta assistenza a chi, soprattutto giovani, restando forzatamente al Nord, veniva “tagliato fuori” dalla propria terra. Avevamo la protezione naturale dello stretto di Messina e ce la siamo giocati in una notte. E la cosa è ancor più grave ove si rifletta sul fatto che i numeri dei positivi in Lombardia potrebbero essere almeno 10 volte di più. Verosimilmente  il numero dei contagiati dichiarati in Lombardia è  solo la punta dell’iceberg. Le restrizioni draconiane adottate in Cina sono per noi impensabili, ma il sistema adottato dalla Corea del Sud con la geolocalizzazione dei cittadini a rischio e la diffusione dei tamponi sta funzionando. La tutela della privacy in questo momento la metterei da parte. La priorità assoluta è restare a casa per limitare la diffusione del contagio e prendere tempo per evitare il collasso del sistema sanitario e per rispetto di chi è in prima linea nella lotta al virus. Penso ai medici, ai paramedici, alle forze dell’ordine, alla protezione civile, al personale del 118, alle cassiere, agli autotrasportatori e così via dicendo. Io scrivo dalla sicura comodità della tastiera del pc di casa mia. Ma il mio ringraziamento va a questi Eroi che, nonostante, il pericolo corso per sè e per loro famiglie, sono a lavoro e ci stanno permettendo ci sopravvivere. Venendo a Siracusa. Sindaci e Presidenti delle Regioni hanno il potere ed il dovere, ai sensi dell’art. 32 comma 3 L. 1978/833, di intervenire a salvaguardia della salute dei cittadini ed inasprire, ove necessario, le misure governative nazionali. Certo si è creata un’iniziale confusione, ma resto dell’idea che prevalgano le misure locali ove più restrittive. Per cui ha fatto bene il Sindaco a chiudere la pista ciclabile, perché questo è il tempo per fronteggiare la straordinarietà, non per discutere dell’ordinarietà. Trovandomi al suo posto mi spenderei per acquisire quanti più test possibili ed adotterei il sistema sudcoreano. Si inizia a testare i familiari dei contagiati per poi passare agli amici e poi agli amici degli amici, procedendo per cerchi concentrici sempre più larghi.

 Una soluzione potrebbe essere quella dei grandi appalti bloccati? Pensiamo all’ex Spero, alla Marina di Archimede, alle bonifiche nella zona industriale

Occorre sburocratizzare e, de iure condendo, rivedere tutta la normativa in materia di appalti pubblici e questa emergenza ce lo sta dimostrando. Nel nostro territorio occorre procedere, caso per caso, ad indire le gare nel rispetto di leggi più elastiche e flessibili  e dei limiti imposti dalla Soprintendenza. Ma il grande appalto che tutti noi siracusani aspettiamo con trepidazione è quello del nuovo ospedale. Questa emergenza è la Ground zero per la sanità mondiale. Piuttosto che pensare alla militarizzazione del mondo occorre investire nella sanità e nella ricerca, creando strutture mediche al sud perché non è più concepibile e ammissibile che le nostre migliori menti siano costrette ad emigrare al Nord, se non addirittura all’estero, per lavorare.

Ci sono luoghi di ritrovo ancora frequentati. E’ una sorta di esorcismo, una sfida giovanile, una grande minchiata?

Nessuno è immune purtroppo, non esistono eccezioni.  Anche i giovani vengono colpiti ed è sbagliato, nonché immorale, pensare di poter uscire da casa perchè tanto è una malattia che colpisce prevalentemente le persone anziane o immunodepresse. Ho letto parecchie fake news in questo periodo. Quindi prestiamo massima attenzione a ciò che corre sui social e restiamo tutti a casa. Ma i giovani siracusani, tranne poche eccezioni, stanno rispondendo in modo esemplare e sono orgoglioso della maturità dimostrata .

Col Corona Virus la città dovrebbe essere compatta, fare quadrato, stare tutti insieme. Invece il nostro Comune è passivo, non coinvolge nessuno, c’è la dabbenaggine di tre o quattro persone di voler decidere tutto loro, spesso in assoluta segretezza per fatti che col Corona virus non hanno niente a che vedere.

La forzata assenza del Consiglio Comunale, che comunque non potrebbe ora riunirsi se non tramite videoconferenza, impone al Sindaco ed alla sua Giunta di assumere ogni decisione coinvolgendo la cittadinanza ed alla luce del sole. Ma di questo torneremo a chiedere a loro conto e ragione al termine della crisi e tireremo le somme politicamente.

Un appello. Cosa ti senti di dire ai siracusani? Da quanti giorni sei a casa? Come cambierà la nostra vita dopo il Corona virus? Come è cambiata la tua vita?

Nessun allarmismo ma neanche si deve sottovalutare la situazione. La parola d’ordine è consapevolezza del rischio. Nel futuro occorrerà stanziare fondi affinché tutti gli ospedali italiani siano preparati a queste emergenze. Il Sacco di Milano sta riuscendo a contenere la diffusione del virus perché il suo personale medico e paramedico era stato preparato ed attrezzato al bioterrorismo e a fronteggiare virus come ebola. Lo stesso non si può dire di molte altre strutture ospedaliere ove infatti si sono registrati molti contagi tra gli stessi medici e paramedici. Il mio consiglio è ovviamente di restare assolutamente a casa e lavare spesso le mani. Prima finisce quest’incubo prima torneremo ad abbracciarci. I siracusani siamo stati e sempre saremo in grado di rialzarci potendo anche confidare nel sostegno della nostra Patrona che ci ha sorretti quando eravamo allo stremo delle forze, come nel 1646 con il miracolo delle quaglie. Restare a casa non vuol dire però oziare. Non si deve assolutamente sprecare questo tempo, si deve tenere la mente ed il fisico impegnati. In famiglia dobbiamo essere più pazienti e ricordare a noi stessi che queste limitazioni della libertà, se pesano   su noi  adulti, ancor di più pesano sui  bambini. Questa esperienza segnerà tutti, ma ne usciremo vincenti tornando ad apprezzare valori trascurati. Io e la mia famiglia da fine febbraio non abbiamo contatti con nessuno, parenti inclusi. Ho chiuso da quattro settimane circa il mio studio, ancor prima che venissero pubblicate le varie ordinanze. Sia io che i Colleghi di studio  lavoriamo da casa. In questo momento  per me la priorità assoluta è la salute della mia famiglia, come credo sia per il resto della collettività.