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NONNO, COS’E’ IL CORONA VIRUS?

Michele quel giorno si alzò dal letto con i soliti capricci e sempre con le stesse storie: ho mal di pancia, ho mal di testa, mi sento la febbre, non mi reggo in piedi, mi dondola un dente, tutte scuse per rimanere a letto e non andare a scuola, ma mamma Paolina conosceva  bene quelle bubbole e  puntualmente le ignorava.

Ma quel giorno stranamente, mamma Paolina, una donna tutta d’un pezzo, di quelle che le cose non se le fanno dire due volte, non proferì nulla. Non disse sbrigati, muoviti che farai tardi, alzati poltrone….! Niente, silenzio assoluto. In viso sembrava accigliata, perplessa, come se qualcosa la preoccupasse…C’era un non so che  di strano nell’aria. Michele si  alzò lo stesso, fece colazione con i soliti biscotti secchi che non sopportava perché inzuppati nel latte diventavano mollicci e perdevano sapore e poi sua mamma, tutto d’un fiato, finalmente gli comunicò che quel giorno e quello seguente e l’altro ancora non sarebbe andato a scuola, causa un potente, sconosciuto, pericoloso, contagioso e cattivo virus, il Corona virus, il re di tutti i virus, e chi lo avesse preso, avrebbe avuto tosse e raffreddore e mal di testa e anche mal di pancia, addirittura anche il mal di denti. Ohibò! Insomma, tutto quello che proprio un bambino non sopporta. E così, per evitare ogni forma di contagio, il sindaco della città aveva  ordinato la chiusura della scuola per ben due mesi. – Che bello!- Esclamò di pancia Michele! Una pacchia bella e buona! Una vacanza inaspettata! Senza scuola, senza interrogazioni, senza compiti, senza maestri…questa sì che era vita! Bravo virus, bel colpo! Doveva essere proprio un bel tipo, quel virus! I giorni passavano, ma Michele, invece di essere contento e trastullarsi come voleva, diveniva sempre più triste, senza dinamismo, senza entusiasmo! Più i giorni passavano,  lentamente, più lui non sapeva cosa fare. Strano a dirsi, gli mancavano i litigi con i compagni, i maestri e anche i compiti! Chi mai avrebbe potuto dirlo! Cominciò a pensare e a pensare e ancora a  rimuginare e poi arrivò a porsi un interrogativo. Se un solo virus era così potente da tener in casa chiusa così tanta gente, che poteri occulti nascondeva? Chiese allora al nonno che, poverino lui non si lamentava mai e sapeva un mucchio di cose e gli chiese: – Nonno, nonnino mio, cos’è il Corona virus?- Il termine virus, rispose il nonno, vuol  dire veleno e, quando entra in un organismo, lo fa ammalare,  lo avvelena. È una particella piccolissima, ma piccola piccola, così piccola che si può vedere solo con un microscopio speciale. La sua forma è varia, può essere rotondo, a forma di bastoncino, oppure ovale, è molto molto contagioso ed è velocissimo a spostarsi. Anche le dimensioni possono variare.  Per non ammalarsi, occorre prendere delle giuste precauzioni come lavarsi di frequente le mani, non stare in posti affollati, non toccarsi gli occhi, il naso e la bocca, pulire bene tutte le superfici. Con questi accorgimenti, con tutta l’igiene possibile, presto il virus non saprà più cosa fare e andrà via ed è per questo che per un po’ non si potrà andare a scuola e le persone dovranno stare a casa e uscire solo se necessario. Solo così lo possiamo sconfiggere, in attesa che gli studiosi scoprano un vaccino capace di annientarlo definitivamente. Oh, adesso mi è chiaro tutto e abbiamo tanto tempo! Nonno, mi racconti una storia? E poi facciamo una torta? E poi giochiamo a briscola o con i Lego? Oppure un maxi disegno? Ma anche giocare al karaoke non sarebbe male! E poi…Calma, calma – incalzò il nonno – faremo tutto questo e altro ancora…! Il corona virus, anche se potente e malvagio, sarà sconfitto dagli uomini, farà le valigie e andrà via, forse si nasconderà negli abissi marini, o nello spazio anzi in un altro pianeta, ma avrà ricevuto una così bella lezione, che non avrà il coraggio di farsi  vedere per il resto dei suoi giorni! Il Corona virus è invisibile, ma è presente. Con la forza di tutti noi, insieme, lo sconfiggeremo perché il gruppo vince sempre e lui è solo. E tutto ricomincerà come prima, meglio di prima.

Graziella Fortuna