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LA CGIL CHIEDE LA RIDUZIONE AL MINIMO DELLE ATTIVITA’ NELLA ZONA INDUSTRIALE

Rep: Vertice in Confindustria, questa mattina, sull’emergenza coronavirus. <<La stipula del un protocollo di sicurezza anti-contagio da applicare nell’intera area industriale – precisa Roberto Alosi segretario Cgil – è in ossequio all’ultimo DPCM dell’11 marzo in vigore fino al 25 marzo e in aggiunta a quanto già prescritto dal DPCM. In pratica chiediamo di:

1) Sospendere tutte le attività ordinarie e di “fermata”

2) Riduzione al minimo di qualunque attività industriale

3) Contingentamento minimo delle presenze necessarie per assicurare le emergenze industriali azienda per azienda

4) Riduzione dei servizi al minimo essenziale.

6) Individuazione di strumenti di protezione individuale eccezionali laddove non sia possibile rispettare la distanza interpersonale a seguito di lavorazioni industriali indifferibili e assolutamente essenziali>>.

Su quest’ultimo punto la Cgil ha chiesto che al tavolo per la sigla del protocollo, siedano anche i responsabili sanitari dell’Asp preposti ad individuare tutti gli strumenti di sicurezza personali necessari a proteggere i lavoratori impegnati in attività essenziali e/o emergenziali che non consentono di rispettare le distanze necessarie l’uno dall’altro.

Il presidente di Confindustria, preso atto delle richieste sindacali e del clima di grande tensione e apprensione sanitaria, si è riservato di valutarne la richiesta con le aziende coinvolte e ha auspicato la definizione condivisa del protocollo d’intesa nelle prossime ore. <<Rimaniamo in attesa – ha detto ancora Alosi – di conoscere le determinazioni di Confindustria. Ad oggi Sonatrach, Erg Power e  Sasol stanno già riducendo al minimo la presenza di lavoratori in azienda: vorremmo che tutte le aziende si muovessero in linea, piuttosto che a macchia di leopardo.

I recenti fatti registrati nelle ultime ore in merito all’evoluzione dei contagi, che hanno visto purtroppo protagonisti alcuni lavoratori della nostra zona industriale, non consentono alcuna sottovalutazione né alcun rinvio. In assenza di risposte adeguate, valuteremo le iniziative da intraprendere.

La tutela della vita e della salute degli operai, degli impiegati, delle lavoratrici e dei lavoratori tutti e delle loro famiglie è per noi l’assoluta priorità: è un diktat un grande atto di responsabilità collettiva per rilanciare l’idea di un Paese e di un territorio civile>>.