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NO AD ITALIA PODESTA’ / ZAPPULLA-GIBELLINO (art1): NON PUO’ RESTARE UN UOMO SOLO AL COMANDO, SIRACUSA HA BISOGNO DI DEMOCRAZIA E PARTECIPAZIONE

Rep: Lo scioglimento del consiglio comunale è grave in sé e diventa davvero tragico quando si capisce essere stato per lo piu’  il frutto di superficialità e calcoli sbagliati –  dichiarano  Pippo Zappulla e Ninni Gibellino segretario regionale e cittadino di art1 -. Nelle dinamiche tra maggioranza e opposizione ci può stare il voto contrario al bilancio, quello che è inaccettabile è la mancanza di consapevolezza di gran parte dei consiglieri dei rischi che si correvano. Tranne le dovute eccezioni presenti fortunatamente e trasversalmente  si può dire essere stata la peggiore rappresentazione del fallimento politico del consiglio comunale e dei partiti e gruppi che lo compongono. Scoprire, infatti,  solo dopo il voto che si stava procedendo verso lo scioglimento è da dilettanti allo sbaraglio. Ed è tristissimo che una città di 120 mila abitanti, una realtà bellissima ma piena di problemi e di necessità possa essere gestita in tal modo. Dispiace dirlo ma in questo festival dell’approssimazione e dell’incompetenza non ha brillato il Presidente del Consiglio ma  neanche il Sindaco e la giunta che avrebbero dovuto quantomeno monitorare l’andamento dell’assise comunale soprattutto quando in discussione c’è un provvedimento fondamentale per la città e i suoi cittadini.  Per quanto attiene ai gruppi di opposizione se, come taluni affermano,  essere stato un giudizio politico sull’attuale amministrazione e contro il Sindaco Italia rimane misteriosa la ragione che ha impedito loro  di presentare, votare e mandare a casa il Sindaco e la sua giunta nel modo piu’ giusto e corretto possibile, ovvero con la mozione di sfiducia. Così, invece, hanno dimostrato  che la destra non è capace di governare e neanche  di fare opposizione.

E’ chiaro che la legge regionale, perversa e  discutibilissima, consente- affermano i due esponenti di art1 –  al Sindaco e alla sua giunta di restare in carica ed e’ quindi   tecnicamente  scelta legittima. Pensiamo però  che una città malata e ferita così profondamente nella sua dignità civile e politica  non può che essere  curata con gli strumenti della democrazia e della partecipazione.

Pensare di gestire il Comune di Siracusa per piu’ di 3 anni senza lo strumento democratico di indirizzo e di controllo, e insostituibile, del Consiglio Comunale ci pare una scelta molto azzardata,  difficile politicamente  da portare avanti e da sostenere. Davanti tutti dobbiamo avere il numero 100, ovvero quella tristissima posizione che colloca   Siracusa negli ultimi posti  nella classifica della qualità della vita: dal verde all’acqua, dalla mobilità alla cultura, dall’ambiente al lavoro Siracusa non riesce ormai da molti anni a crescere ed uscire da una condizione sempre piu’ grave di disagio sociale: una città senza lo strumento democratico del Consiglio Comunale aggrava questa condizione. Siracusa ha bisogno, infatti,  di democrazia, di partecipazione, di un gioco di squadra e di collaborazione, di una cabina di regia per lo sviluppo possibile e sostenibile con il pieno coinvolgimento delle forze sociali e culturali non certo di uomini soli al comando.

Comprendiamo, – affermano Zappulla e Gibellino – infine, la scelta di Italia di restare in carica ma consideriamo piu’ responsabile e rispondente  quella di consentire alla comunità di Siracusa di fare i conti anche con i proprio errori, cioè di avere eletto e  costruito un consiglio comunale così palesemente inadeguato.

Ai partiti e ai movimenti del centrosinistra siracusano – concludono Pippo Zappulla e Ninni Gibellino –  il compito e la responsabilità di una rigorosa riflessione sulla tenuta democratica della comunità e della città.