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FABIO MELI: NEI FATTI IL COMUNE NON FA RIDUZIONI SULLA TARI

Raccolta differenziata e regolamento TARI: cosa succede a Siracusa? Lo so, certi argomenti per essere affrontati necessitano di esperti del settore e probabilmente verrò etichettato come presuntuoso, perché una tesi di laurea numerico sperimentale sulla termovalorizzazione dei Rifiuti Solidi Urbani discussa nel 2004 al Politecnico di Torino e qualche relazione tenuta nell’ambito di processi innovativi ed alternativi per il recupero energetico degli RSU, non fanno di me un esperto del settore dei rifiuti. Tuttavia, affrontare queste tematiche è stato per me motivo di studio e di esperienza sull’argomento ed è per questo che ho deciso di analizzare un attimo qualche dato e fare qualche riflessione.

L’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), seguendo la normativa vigente, fornisce un quadro conoscitivo completo, costantemente aggiornato e facilmente accessibile per via telematica del Catasto dei Rifiuti, reperibile all’indirizzo www.catasto-rifiuti.isprambiente.it. Quindi se serve informarsi sulle performance di qualunque comune in termini di produzione di rifiuti urbani e di raccolta differenziata, basta fare una piccola ricerca su questo sito e trovare quanto serve.

Così, se si prova a cercare i dati relativi alla produzione e raccolta dei Rifiuti Urbani nel Comune di Siracusa si trova che nel 2017, a fronte di una produzione pro capite di circa 542 kg/anno di Rifiuti Urbani, la raccolta differenziata si è assestata ad un valore di poco superiore all’8%. Ovvero ciascun abitante è riuscito a differenziare circa 43kg di rifiuti.

Ad oggi non sono reperibili i dati relativi al 2018, ma se si è cittadini scrupolosi e si vuole capire quanto bravi siamo a contribuire al raggiungimento degli obiettivi fissati dalle normative, è possibile verificare quanto è stato conferito ai CCR nel corso degli anni (dal 2017 al 2019 incluso) consultando il sito https://siracusa.e-portal.it/rd#provisions.

Scorrendo le varie schede della pagina web è possibile leggere un estratto dell’art.20 del regolamento, relativo allo sconto sulla parte variabile della TARI che riporta una contraddizione:

Come nella foto qui sopra riportato, l’Art. 20 del regolamento per l’applicazione della tassa sui rifiuti TARI prevede, per i titolari di utenze domestiche che conferiscono i rifiuti in maniera differenziata, una riduzione del tributo per l’abitazione di residenza nella parte variabile calcolata sulla base delle quantità ponderate dei rifiuti conferiti.

Tolti i rifiuti RAEE e gli ingombranti per i quali vengono stabiliti dei valori di ponderazione a pezzo, viene applicato sulla carta, cartone, plastica, alluminio e metallo un coefficiente di ponderazione pari ad 1, mentre sul vetro è assegnato un coefficiente di ponderazione pari a 0,3 fugando ogni dubbio a tal proposito.

Ora, considerando che ogni abitante nel 2017 ha raccolto circa 43 kg di rifiuti e che di questi il 15% (fonte ISPRA) è stato costituito da vetro, applicando il coefficiente di ponderazione così come da regolamento, la quantità annua di rifiuti differenziati da ciascun abitante è di circa 39 kg.

Stando a questi valori, poiché la quantità minima di rifiuti da conferire al CCR per poter usufruire dello sconto è di 100 kg, escludendo la raccolta dei RAEE e degli ingombranti, verosimilmente nessuno dei nuclei familiari costituiti da meno di 3 persone riuscirebbe ad usufruire dello sconto. Analogamente, solo un nucleo familiare di almeno 6 persone può usufruire dello sconto del 40%.

Su queste considerazioni è bene tenere presente, però, che i valori pro capite sono riferiti ad una popolazione di 121.605 abitanti (fonte ISPRA), che quindi non fa differenza sulla tipologia di utente, sia in termini di età che in termini di fonte produttiva (famiglia, attività commerciale, etc.).

Tuttavia è anche vero che i dati sono riferiti a quanto proviene dalla raccolta differenziata e quindi non solo da quanto conferito nei CCR.

Ad ogni modo, l’applicazione di un coefficiente di ponderazione diverso da 1 per il vetro conferito presso il CCR è penalizzante nei confronti del cittadino e risulta anche poco chiaro il motivo per cui lo si applichi, visto che i parametri di riferimento per la raccolta differenziata sono il peso dei rifiuti prodotti e quello dei rifiuti differenziati. Anzi, alla luce di quanto accaduto recentemente, sembra quasi una disincentivazione alla raccolta di questa tipologia di rifiuto che pare trovare conferma nell’incapacità a livello regionale di stoccarne un’elevata quantità.

Infine, considerando che è possibile individuare il titolare dell’utenza domestica che conferisce presso il CCR, dovrebbe risultare anche facile risalire alla consistenza del suo nucleo familiare, non tanto per profilarlo quanto per capire che risultati aspettarsi da una certa tipologia di utenza. Infatti, chiusure impreviste ed inaspettate dei CCR permettendo, poiché essi sono attivi già da quasi tre anni è possibile reperire i dati dei rifiuti lì raccolti ed è quindi possibile pensare anche di dar vita ad una politica che premi chi si impegni mostrando senso civico effettuando la raccolta differenziata e spendendo il proprio tempo nel conferirla presso i CCR. Una premialità così concepita si baserebbe non su valori che risulterebbero penalizzanti per certe tipologie di utenza, come quelli dell’attuale regolamento, ma su valori più equi che possano tener conto anche della numerosità del nucleo familiare.

Fabio Meli