Politica

SALVO FERLITO: A SIRACUSA VIVIAMO FRA LE MACERIE, MA TUTTI INSIEME DOBBIAMO RIMBOCCARCI LE MANICHE

Salvo Ferlito fra 17 giorni c’è la sentenza del Tar sui brogli di giugno 2018. Cosa ti aspetti e cosa succederà?

Il TAR, come gli organismi giudiziari italiani, è politicamente orientato, spero in una sentenza equa ed equilibrata: annullamento delle elezioni, ma tra ricorsi e tutto il tran tran si arriverà ad avere una decisione pletorica. Infelicemente non è più epoca di galantuomini. Aspettative zero.

Abbiamo una Giunta di nove persone per una spesa di 25mila euro mensili. Così cambia tutto o è solo il risultato del mercato delle vacche?

Non sono per il taglio dei costi della politica: potrebbe essere un sistema per aver più gente sul pezzo, ma, tornando al “clima” di cui sopra è decisamente solo mercato delle vacche.

In effetti ci sono contatti fra l’attuale sindaco e Forza Italia, magari Italgarozzo diventa rossoazzurro

Ma guarda sarebbe l’ultimo atto di un partito che ormai si avvicina alla sparizione in città, sarebbe sconcertante.

Non so se hai notato la cessione costante del nostro patrimonio culturale a gestioni private..

Ma certo, questo fa parte della inconsapevolezza dei siracusani del nostro valore. Infelicemente in città si butta il filetto per nutrirsi di polpette. Da qui spazio alle politiche sciagurate di esproprio dei nostri beni pubblici.

Se tu dovessi fare il nome di un emergente siracusano che ci può salvare dalla decadenza che sempre più ci avviluppa?

Ci sono giovani validi: mi piace molto Luigi Amato, Rosario Lo Bello, Ernesto Ambrogio. L’ordine non è per apprezzamento, li elenco per ordine anagrafico. Se si valorizzano abbiamo dei giovani eccellenti che possono aspirare al rinnovamento politico in città, nel mio piccolo farò di tutto perché si possano valorizzare.

Brasiliano da anni, sei stato a Siracusa anche nelle ultime settimane. Sensazioni?

Sgomento per il trionfo della irregolarità che ormai domina la scena nazionale e locale. Mi sembra di andare avanti tra un mare di macerie. Ma forse è arrivato il momento di rimboccarci tutti le maniche…

C’è una nuova genia, gli assessori servi

C’è sempre stata, ma oggi che i mali sono immediatamente visibili ci si fa più caso.

Il cimitero di Siracusa è sempre più una porcheria, eppure chi amministra ne parla solo per emungimento

Il cimitero è un nervo scoperto, per certi versi è rincuorante il nostro culto dei morti, mi sembra un elemento antropologico nobilitante, questo rende ancor più grave l’atteggiamento di chi voglia sfruttare questa attenzione e cura delle famiglie siracusane per fare cassa. Io propongo una sua privatizzazione. Vanno creae strutture autonome che spendano i soldi che raccolgono finalizzandoli ai servizi specifici. Vanno tagliate le unghie a chi usa un bilancio del Comune in una forma “creativa”. Le aziende municipalizzate possono essere un modo  eccellente per creare ottimismo dinamico nella nostra società: posti di lavoro, miglioramento dei servizi e basi per la città del futuro.

Gradatamente si nota un ritorno in politica di Roberto De Benedictis..

A me Roberto piace molto, le cose che ha fatto hanno lasciato il segno in città. Ben venga.

La verità, ma a te piace questa chiesa siracusana, l’Arcivescovo..

La Chiesa siracusana ha dei punti di eccellenza, direi che li ha sempre avuti. Padre Rosario Lo Bello è un parroco che compie oggi una opera commovente. Padre Filippo Todaro è stata una mia guida spirituale e lo ringrazio sempre per l’educazione che mi ha dato. Mio cugino Don Alfio Inserra è indimenticabile. Padre D’Antoni, seppur nella differenza di vedute, è una personalità spirituale affascinante. Poi ci sono figure di parroci che lavorano in silenzio e che svolgono un lavoro prezioso. Sono grato alla Chiesa siracusana per quello che ogni giorno fa per la nostra Comunità. Poi essa, sui grandi numeri, subisce un po’ questo percorso accidentato dove il Santo Padre la conduce, da qui la Curia e alcune scelte a volte infelici,  ma alla fine è innegabile il suo valore.