LA RMPATRIATA DI “QUELLI DEL PANTHEON”, C’E’ ANCHE L’EX SINDACO MARCO FATUZZO
Non semplice amarcord.
Da qualche anno abbiamo dato vita ad una iniziativa: il ritrovarci insieme un gruppo di persone cresciute nell’Azione Cattolica degli anni ’60 in una parrocchia di Siracusa, quella di San Tommaso al Pantheon. Lo facciamo in questo periodo dell’anno, quando alcune di esse, che vivono da tempo in altre regioni d’Italia, ritornano nella terra natia per le vacanze estive.
Non si tratta di una mera rievocazione nostalgica di un passato lontano. E’ piuttosto l’esigenza di esprimere gratitudine per una esperienza formativa comunitaria che ha segnato profondamente le nostre vite, che hanno poi preso direzioni diverse. Ogni anno manca qualcuno, perché sono in tanti quelli che hanno già raggiunto la meta dell’altra vita, quella vera. Quest’anno eravamo circa una ventina i presenti, tra ex dirigenti, ex animatori, ex semplici “aspiranti” di AC…: oggi tutti e solo uguali, senza etichette, accomunati da una autentica fraternità che ha radici lontane.
Quest’anno, per la celebrazione della Messa, abbiamo voluto incontrarci nella “Casa del pianto”, cioè nella umile abitazione in cui, dal 29 agosto al 1 settembre 1953, da un semplice capezzale di gesso di Maria, sgorgarono lacrime umane, così riconosciute da una commissione scientifica.
Una grande Basilica Santuario è dedicata oggi alla Madonna delle lacrime (inaugurata nel 1994 da papa Giovanni Paolo II).
Ma quella umile casa in cui avvenne l’evento miracoloso continua ad esercitare il suo fascino.
Quella casa dista poche centinaia di metri dalla Chiesa del Pantheon, e noi, che eravamo piccoli bambini che avevano appena fatto la prima comunione, ne conserviamo gelosamente la memoria, essendone stati pienamente coinvolti dal nostro parroco dell’epoca, mons. Giuseppe Bruno.
La Messa di quest’anno è stata celebrata in quella casa da padre Massimo Di Natale, cresciuto anche lui – in una generazione successiva alla nostra – alla parrocchia del Pantheon, dove si manifestò la sua vocazione.
Da qualche anno abbiamo dato vita ad una iniziativa: il ritrovarci insieme un gruppo di persone cresciute nell’Azione Cattolica degli anni ’60 in una parrocchia di Siracusa, quella di San Tommaso al Pantheon. Lo facciamo in questo periodo dell’anno, quando alcune di esse, che vivono da tempo in altre regioni d’Italia, ritornano nella terra natia per le vacanze estive.
Non si tratta di una mera rievocazione nostalgica di un passato lontano. E’ piuttosto l’esigenza di esprimere gratitudine per una esperienza formativa comunitaria che ha segnato profondamente le nostre vite, che hanno poi preso direzioni diverse. Ogni anno manca qualcuno, perché sono in tanti quelli che hanno già raggiunto la meta dell’altra vita, quella vera. Quest’anno eravamo circa una ventina i presenti, tra ex dirigenti, ex animatori, ex semplici “aspiranti” di AC…: oggi tutti e solo uguali, senza etichette, accomunati da una autentica fraternità che ha radici lontane.
Quest’anno, per la celebrazione della Messa, abbiamo voluto incontrarci nella “Casa del pianto”, cioè nella umile abitazione in cui, dal 29 agosto al 1 settembre 1953, da un semplice capezzale di gesso di Maria, sgorgarono lacrime umane, così riconosciute da una commissione scientifica.
Una grande Basilica Santuario è dedicata oggi alla Madonna delle lacrime (inaugurata nel 1994 da papa Giovanni Paolo II).
Ma quella umile casa in cui avvenne l’evento miracoloso continua ad esercitare il suo fascino.
Quella casa dista poche centinaia di metri dalla Chiesa del Pantheon, e noi, che eravamo piccoli bambini che avevano appena fatto la prima comunione, ne conserviamo gelosamente la memoria, essendone stati pienamente coinvolti dal nostro parroco dell’epoca, mons. Giuseppe Bruno.
La Messa di quest’anno è stata celebrata in quella casa da padre Massimo Di Natale, cresciuto anche lui – in una generazione successiva alla nostra – alla parrocchia del Pantheon, dove si manifestò la sua vocazione.
Cari pantheonini, soltanto oggi ho avuto la possibilità di inviarvi lo scritto di Marco Fatuzzo, che ho trovato molto toccante e nonostante rappresentato con poche parole è riuscito a farci sentire ancora uniti dopo tutti questi anni.
La terza rimpatriata vi anticipo grossomodo si terrà sempre con le stesse modalità nella prima o nella seconda settimana del mese di maggio 2020.
Un abbraccio sentito a Voi tutti.
Michele Silvestri