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SALVO SALERNO: ORTIGIA E’ DIVENTATA SIMILE AI QUARTIERI DEL BORDELLO DI UNA METROPOLI DEL SUD EST ASIATICO

Salvo Salerno, mostra su Archimede, il Caravaggio, Giacometti, i container a Fonte Aretusa, le porcherie al Maniace e Siracusa registra un calo delle presenze dell’8,3 per cento

Premesso che la tendenza degli afflussi turistici appare discendente in tutta la Sicilia (ma non sono ancora disponibili i dati completi relativi alla stagione in corso), devo tuttavia osservare che i tour operator, dopo le trascorse stagioni “di grazia” per la Sicilia, hanno iniziato a dirottare la domanda turistica verso altre mete, come la Spagna, la Grecia e, in certi casi, di nuovo il Nordafrica. La motivazione sarebbe che i servizi turistici, in Sicilia, sono più cari e meno qualitativi. Siracusa non fa eccezione, anzi, rappresenta l’esempio da manuale di come si fa turismo non di qualità nè sostenibile. Nella nostra città, a parte alcune isolate eccellenze, è stata messa in campo un’offerta veramente di basso livello, un po’ di rapina, un po’ cialtrona, un po’ improvvisata, nel migliore dei casi. Tutto ciò che la Città offre (si fa per dire) è, in ogni angolo, ogni pertugio del Centro storico, la ristorazione a tutto spiano, con il corredo di strimpellatori, più amplificati che bravi. Tutti questi autoproclamatisi imprenditori del Turismo, si sono improvvisati baristi, friggitori e arrostitori di pesce, ovviamente senza garanzie di qualità e prezzo per i consumatori. Di questo fenomeno della moltiplicazione abnorme dei ristoranti ,  si è occupata di recente anche RAI3. Intanto i veri operatori del settore, quelli che hanno una reputazione da difendere, inorridiscono e frequentemente protestano con l’amministrazione comunale, per l’involgarimento del trend e dell’immagine di Siracusa. Ma evidentemente al Comune sono convinti che questa roba faccia bene allo sviluppo economico della Città, illudendosi che l’organizzazione di alcuni eventi, alcuni validi, altri vergognosi, possa fare da cornice presuntamente culturale all’offerta prevalentemente da “spiaggia”, apprestata dall’amministrazione comunale.  In realtà il livello si abbassa ogni anno di più, perdiamo i viaggiatori e turisti di qualità, gli ospiti scappano dagli hotel e B&B per il chiasso volgare. Qui puntiamo tutto sulle masse poco interessate alla Città storica, lo vediamo anche dalle piccole fenomenologie dei bagnanti con pance e culi a vista, mentre camminano sulle strade di Ortigia, indifferenti al reale messaggio storico-artistico di Siracusa, ma solo pensando (legittimamente, dal loro piccolo punto di vista) di trovarsi, per dire, allo struscio simil-Rimini da “Lido Azzurro”, mentre in realtà calcano strade gloriose come Via Roma o Piazza Minerva o Via Cavour.

Il fondo lo abbiamo toccato con l’invasione di mandrie scapigliate di meri bevitori di birra, per non dire altro, nelle scorse tre serate del discusso e discutibile Ortigia Sound System al Castello Maniace. Una manifestazione più simile a un rave party che a un concerto, che andava organizzato fuori da Ortigia. Ci batteremo affinchè questo accada dall’anno prossimo e la Soprintendenza la smetta di largheggiare con le sue autorizzazioni di eventi del genere dentro a un monumento, date solo per non scontentare il sindaco perennemente sorridente e impunemente sfacciato.
Non mi sono mai stancato di evidenziare come questo modo di intendere lo sfruttamento turistico di Siracusa e di Ortigia, in particolare, non porti benessere alla Città, a meno che l’amministrazione comunale non si ritenga in attivo per le vendite delle birre e dei cartocci di “genuino” fritto misto … decongelato. Certo, poi a raccoglierle, tutte quelle bottiglie, anche frantumate, in giro per il centro storico, a parte le escrezioni corporali, non lo vedo esattamente come un arricchimento per la città.

Senza contare la lesione dei diritti al decoro e alla tranquillità, dei residenti, dei cittadini, insomma, una categoria perennemente maltrattata, ingannata e tradita da questo sindaco, anche quando era vicesindaco, ad esclusivo vantaggio di una sola categoria, quella appunto dei ristoratori e baristi più o meno improvvisati. Troppe licenze, assoluta deregulation, violazione dell’art. 52 del Codice dei Beni Culturali e profanazione dei siti culturali e monumentali, ogni estate fanno di Ortigia un luogo sempre più simile alle strade dei quartieri del bordello di una metropoli del sud est asiatico, piuttosto che a una gloriosa Città storica europea, come dovrebbe essere trattata Siracusa.

SABATO L’INTERVISTA INTEGRALE