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LE RESPONSABILITA’ DI CHI AMMINISTRA: NELLA CLASSIFICA DEL “BENE COMUNE” SIRACUSA E’ 106° SU 107° PROVINCE

Rep: I posti  occupati dalla provincia di Siracusa in coda alle classifiche nazionali che esprimono il “Ben-Vivere” nei territori italiani, pubblicate da Avvenire e frutto di una ricerca realizzata in collaborazione con la Scuola di Economia Civile, costituiscono un brutto segnale per la nostra comunità. Le graduatorie, che si basano sulla somma di varie “responsabilità”, collegate alla vivibilità, confermano purtroppo un malessere sociale che va combattuto perché è in gioco il futuro di tutti noi. La classifica del “Bene Comune”,  che ci vede addirittura al 106mo posto su 107 province, tiene conto della responsabilità degli amministratori, intesa come qualità dell’amministrazione e dei servizi, di quella dei cittadini, come capacità di contribuire al benessere di altre persone e della società e di quella delle imprese, con riferimento alla loro responsabilità sociale e civile. Viene inoltre presa in considerazione la presenza attiva del Terzo settore.

Di conseguenza questo innovativo indice di Responsabilità Civile del Territorio, riesce, meglio di altre rilevazioni, a misurare la dimensione e la qualità del “capitale sociale” di un’area, l’impegno plurale nel perseguimento del bene comune. Tra gli indicatori  ci sono infatti la spesa comunale per l’integrazione sociale dei soggetti deboli o a rischio, compresi gli immigrati, le uscite per l’integrazione al reddito familiare, i contributi economici per i servizi scolastici o per gli anziani trattati in assistenza domiciliare, il numero di cittadini che vanno a votare o che sono impegnati nel volontariato.

Altre voci, come il numero di enti locali sciolti o di beni confiscati contribuiscono a valutare la diffusione di una cultura della legalità.

Molto importante per la qualità del vivere, è poi la riuscita delle azioni che contribuiscono a realizzare un ambiente migliore per tutti: la diffusione della raccolta differenziata dei rifiuti, il numero di imprese con certificazioni ambientali, la capacità di gestire al meglio le risorse idriche, la diffusione della rete fognaria e la depurazione delle acque reflue.

La graduatoria nazionale penalizza ovviamente i contesti urbani più congestionati, con un tasso di motorizzazione automobilistica elevato e una scarsa e una scarsa diffusione di isole pedonali, piste ciclabili o spazi di verde fruibili.

Bisogna prendere atto, con serenità, di questi responsi negativi relativi a demografia e famiglia, all’impegno civile, ai servizi alla persona, a legalità e sicurezza, lavoro, inclusione sociale e sforzarci di migliorare una situazione che penalizza in particolar modo le persone fragili: anziani non autosufficienti, disabili, bambini, famiglie numerose.

Salvo Sorbello – dirigente provinciale Acli