Politica

IL BULLISMO A SIRACUSA C’E’: NO AI FALSI INSEGNANTI E ALLE SCUOLE DI FACCIATA

È un po’ il vaso di Pandora, il BULLISMO, contenitore e specchio di gran parte dei mali di questa nostra società malata. Il bullismo va innanzitutto riconosciuto, fin dai primi segnali, quindi estirpato sul nascere, come un’erba cattiva. Purtroppo, anche a Siracusa, su questo tema,  siamo un po’ all’anno zero. Se ne parla poco e non sempre in modo corretto. Poche le conferenze, rare le riunioni a scuola. Accade sempre più spesso, al contrario, che in non pochi istituti, specialmente i più “intoccabili”, prevalga  un’insana logica dello struzzo, ovvero negare il problema. Il BULLISMO? Non esiste! Non c’è mai stato da noi! Bello, bellissimo, ma non è vero. Aggiungo che lasciare dei bambini o degli adolescenti da soli di fronte a degli evidenti (per chi li vuole vedere) casi di disagio, è da codardi e della peggiore specie. Un educatore mette sempre al primo posto il benessere degli alunni e tutto il resto (paura del buon nome della scuola o conoscenza pregressa con i genitori del bullo, per esempio), tutto il resto sono solo pagine tristi di scuole di infima categoria, con educatori, se proprio si voglia insistere a chiamarli così, a livello. I suddetti pseudo-educatori spesso sono anche parecchio arroganti, erroneamente a volte ritengono persino di essere dei grandi dirigenti e dei validissimi insegnanti. Non li sfiora il dubbio, neppure un vago sospetto di essere lontani anni luce da una corretta figura di pedagogo. A mio sommesso avviso, parecchi di loro non dovrebbero stare in una scuola, neppure per aprire e chiuderne il portone.

Poi ci sono i genitori. Questi spesso oscillano, come un pendolo, tra due estremi, o una presenza soffocante nella vita del piccolo, o  un’assenteismo cronicizzato nella vita dei figli, da parcheggiare continuamente, prima a scuola, poi al doposcuola, sport, casa dei nonni, tata, amici, conoscenti e benefattori, ovunque ma non con loro. E i due estremi, è noto, non sono mai positivi. I risultati li vediamo: figli insicuri, arrabbiati, tracotanti, maleducati, comunque spesso viziatissimi, ricoperti da regali, compensativi di eventuali sensi di colpa. Ed invece i bambini hanno bisogno del nostro tempo e della nostra presenza, discreta ma costante, non certamente spot. Mano a mano che crescono, saranno sempre più immersi nella relazione. Dovranno sempre e comunque rapportarsi con gli altri ed è un bene che acquisiscano al più presto gli indispensabili strumenti per interagire con gli altri.  L’assertivita’, la positività, l’empatia sono doti che si respirano in famiglia e se ciò non accade è indispensabile che si apprendano a scuola. Prima di insegnare italiano e matematica, infatti, è compito degli educatori creare un clima positivo all’interno di una classe e di una scuola.

Creare il GRUPPO CLASSE è, infatti,  prerequisito ad ogni insegnamento. Se un bambino ha il panico prima di entrare in aula, vive la problematica quotidiana di rapportarsi con uno o più compagnetti, che lo deridono o maltrattano, la scuola come istituzione non dovrebbe riconoscere il suo disagio ed aiutarlo?

Cosa accade, invece, in frequenti casi:

  1. I genitori non si accorgono, se non dopo ANNI, del disagio del proprio figlio;
  2. I genitori si accorgono del disagio del bambino e ne parlano con l’insegnante, che minimizza, nega e non fa nulla;
  3. I genitori capiscono che il problema del figlio è relativo ad uno o più compagni, il branco dei bulli, e ne parlano con il Preside. A quel punto il genitore, specie se è la mamma, è considerata visionaria o pazza. In non pochi casi si considerano “disadattati” sia i figli che i genitori, tanto per non farsi mancare nulla;
  4. I genitori si rivolgono a specialisti, che accertano la presenza di un disagio, delle dinamiche malsane se non “guaste” che si perpetuano all’interno di una classe o di una scuola. Il bambino, finalmente rassicurato dalla presenza di adulti, fa nomi e cognomi dei bulli, racconta tutto di cosa accade durante le ore di lezione, parla della maestra che si volta e “non ha visto niente”;
  5. Al 90% dei casi il bambino viene cambiato di classe o perfino di scuola, senza che nessuna segnalazione agli organi competenti sia stata fatta o che nessuna misura in suo favore sia stata presa.

Cos’è accaduto? La parte sana è stata spostata mentre il bullo è lasciato libero di continuare a bullizzare il resto della classe. È la morte dell’insegnamento, Maria Montessori si rivoltera’ di certo nella tomba ma gli pesudo-educatori di cui sopra a questo punto trionfano, perché il problema è stato risolto per così dire, alla base, ovvero allontanando il problema. Insegnanti e scuole di questo tipo vanno riconosciute e boicottate. Se non si possiedono dei valori, come si potrà mai insegnare qualcosa di sano, giusto, vero e bello? I nostri figli meritano ed è la nostra presenza accanto a loro, unita a sesto senso e tanta fortuna, che ci farà riconoscere falsi insegnanti e scuole di facciata.

Carmen Perricone