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SIRACUSA SPOGLIATA DI TUTTO: SIAMO DEBOLI, RISSOSI E INCONSISTENTI

Che ci siano molte cose che non vanno a Siracusa, è faccenda nota a tutti eppure, quando si pensava che l’ultimo atto delle follie che si consumano in questa città fosse arrivato al capolinea, con la nota vicenda del Nuovo Ospedale che per essere costruito, il Sindaco va a Catania dal Governatore Musumeci per concordare non si sa cosa, c’è adesso anche la vicenda utilizzo del Teatro Greco oltre le Rappresentazioni Classiche.  La regione Sicilia emana un avviso di manifestazione d’interesse per 14 siti culturali siciliani, tra questi il Teatro Greco di Siracusa e quello di Palazzolo a firma degli Assessori Pappalardo e Tusa (nella foto), tra l’altro quest’ultimo, non firma il decreto per il Parco della Neapolis, vecchio di quasi un decennio ma è velocissimo a firmare questo avviso non richiesto. Tanto per fare il punto occorre precisare che al Teatro Greco di Siracusa opera e agisce da qualche tempo solo l’INDA, meritoriamente aggiungo, ma con il commissariamento Pinelli, da molti osannato come salvatore della Patria e la Presidenza Garozzo, non osannato per niente, l’Istituto non è più siracusano perché ci è stato spiegato, farne sede a Roma, avrebbe meglio qualificato e garantito le attività statutarie. L’INDA, quindi, esclusivista fino a ieri del teatro Greco, non è più siracusano. E fin qui il boccone sembrava mezzo amaro.

La perplessità su questa nuova vita che si vuole dare al Teatro Greco nasce dalla considerazione che a Siracusa non esistono, non ci sono e non ci sono mai stati, organizzatori per eventi di Prosa, di Lirica e di spettacoli di livello regionale o nazionale, men che meno internazionali e di solito, hanno sempre organizzato eventi nel nostro Teatro, imprenditori e personaggi vari di provenienza Catanese. C’è da aggiungere, per mettere la ciliegina sulla torta, che a differenza del Teatro Comunale, al Teatro Greco, il Comune di Siracusa non conta nulla e se prima poteva usufruire di qualche biglietto omaggio dell’INDA, adesso probabilmente li dovrà chiedere all’Assessore Tusa o all’Assessore Pappalardo che, sono diventati i veri interlocutori di chi volesse operare nei siti culturali siracusani. Per il Maniace abbiamo capito che il Demanio Regionale poteva fare ciò che voleva del sito alla faccia dei lievi mal di pancia del Comune e della Soprintendenza.

Per l’Annunciazione di Antonello da Messina abbiamo capito che, se la Regione decide che deve partecipare a una mostra a Palermo e di notte trasferisce il quadro, nessuno a Siracusa può impedirlo. Anche se non c’entra nulla con i siti culturali, quando la ESSO ha venduto gli impianti della Raffineria di Augusta agli algerini della Sonatrach, nessuno ne sapeva niente se non a cose fatte e per saperne di più, il Sindacato ci ha impiegato un paio di mesi dopo l’acquisto. Non c’entrano nulla neanche le lettere che il nostro Sindaco scrive al Presidente della Repubblica prendendo posizione critica sui Decreto Giustizia e sulla mancata solidarietà dell’Italia sugli immigrati in mezzo al mare, di cui non si conosce risposta e purtroppo non sono stati neanche presi in considerazione dal Ministro Salvini che di solito non perde occasione per replicare. Senza entrare nel merito, sembra proprio che non contiamo una beata mazza su niente, neanche sulle cose che appartengono a questa Città e ai siracusani.

A questo punto incomincio a preoccuparmi anche per Santa Lucia. Vuoi vedere che alla fine i Veneziani invece di restituirci le spoglie della Santa Martire Siracusana, ci chiederanno che gli trasferiamo in veneto il Duomo, la Basilica e perché no, Piazza Santa Lucia, in fondo, i siracusani siamo buoni solo per farci il mercatino domenicale. Soprattutto, se tanto mi da tanto, in questa Città , non s’incazzerebbe nessuno. A volere essere ottimisti, speriamo che non ci tolgano più niente.

Enrico Caruso