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CARCERE DI AUGUSTA / UN DETENUTO AGGREDISCE DUE AGENTI DI POLIZIA PENITENZIARIA

Rep: Due agenti della polizia penitenziaria in servizio al carcere di Augusta sono stati aggrediti e un terzo sembrerebbe aver subito minacce di morte. Questo il bilancio di una serata presso la casa di reclusione in cui, la presenza dei familiari ammessi a colloqui visivi con i propri congiunti detenuti, anziché rappresentare come solitamente accade la massima espressione del trattamento e reinserimento del reo, per ingiustificati quanto inauditi motivi, sfocia in minuti interminabili di  pretese e offese anche fisiche da parte di un detenuto magrebino e dei suoi familiari nei confronti del personale di polizia penitenziaria ivi di servizio, situazione conclusasi con due agenti affidati all’attenzione del medico di guardia e un poliziotto minacciato di morte.

Dalle notizie trapelate sembrerebbe che il motivo che avrebbe indotto il detenuto a porre in essere comportamenti destabilizzanti dell’ordine e della sicurezza, siano scaturiti perché il detenuto, a suo dire, non avrebbe effettuato tutto il tempo di colloquio come da richiesta, cosa a dir poco impossibile. E pensare che, nonostante da calendario non fosse oggi la giornata di colloqui prevista, al magrebino “aggressore” ( nei confronti del quale, tra l’altro, vi è in atto un procedimento disciplinare per essere stato partecipe qualche giorno fa  in una gravissima lite tra detenuti) la Direzione, proprio nell’ottica di favorire il rapporto di affettività tra l’utenza e i propri familiari, ha inteso autorizzare il colloquio non programmato. E a farne le spese ancora una volta la Polizia Penitenziaria.

Alla luce di quanto accaduto nella serata odierna è inverosimile leggere ancora sui social network di sindacalisti convinti che insistono per portare avanti accordi sindacali, sottoscritti anche dalla Direzione, che prevedono un importante depauperamento del personale che costituisce l’U.O. Colloqui : ci si chiede come avrebbero potuto affrontare una situazione di notevole destabilizzazione dell’ordine e della sicurezza come l’aggressione odierna senza un numero di personale adeguato alle esigenze del reparto?

Detti sindacalisti e la parte pubblica dovranno riflettere bene prima di sottoscrivere e attuare modus operandi sfavorevoli per i dipendenti, al punto da esporre i lavoratori a seri rischi per la propria incolumità. Diminuire il personale di p.p. presso l’U.O. colloqui determinerebbe un vero e proprio fallimento professionale e se ciò dovesse verificarsi non sarà difficile individuare i responsabili visti gli interessi comuni che hanno portato a certi inverosimili prese di posizione che rischiano di rompere definitivamente ogni equilibrio di un settore fortemente impoverito da una politica dirigente disastrosa .

Non siamo in grado allo stato attuale di dare notizie circa lo stato di salute dei poliziotti coinvolti nell’ennesima – inaccettabile – aggressione psicofisica.