CAFEO SU ESSO-SONOTRACH: PER LA ZONA INDUSTRIALE UN BUSINESS PLAN CON REGOLE CERTE
“La cessione da parte di Esso dell’impianto di raffinazione di Augusta agli algerini di Sonatrach, al di là delle metodologie poco trasparenti con le quali si è proceduto nell’operazione, riporta al centro il dibattito sul futuro immaginato per la zona industriale di Siracusa”.
A parlare è l’On. Giovanni Cafeo, Segretario della III Commissione ARS Attività Produttive.
“In questi anni, colpevolmente, la politica ha trattato la questione industriale con atteggiamento distaccato, quasi con ignavia, limitandosi ad affrontare di volta in volta questioni emergenziali senza una visione di sviluppo in prospettiva.
In particolare – continua Cafeo – è mancato forse l’elemento principale che potrebbe convincere gli investitori a scegliere il nostro territorio, di per sé certamente attrattivo ma poco conveniente e cioè la capacità di dare regole certe a cui attenersi in maniera chiara.
Al contrario – prosegue l’On. Cafeo – incertezze, mancate risposte o addirittura in certi casi neanche la possibilità di essere ricevuti dalle istituzioni, hanno spinto gli investitori già presenti sul territorio ad assumere atteggiamenti cauti nonché a disincentivare quelli potenzialmente interessati a proporre qui nuovi investimenti”.
“A tutto questo si devono poi aggiungere i problemi legati alla difficoltà di relazioni tra gli attori presenti sul territorio – spiega ancora Cafeo – spesso incentrate sulla diffidenza e sulla delegittimazione reciproca, un ostacolo che deve essere superato recuperando credibilità, ciascuno nel proprio ruolo, sia esso quello sindacale, dei rappresentanti di categoria o della politica”.
“Alla luce dell’attuale situazione – conclude l’On. Cafeo – chiederò un incontro in Commissione Attività Produttive sia ai rappresentanti di Sonatrach sia a quelli di Esso Italia, al fine di chiarire i particolari della vicenda e soprattutto verificare l’intenzione da parte della società algerina di mantenere gli impegni assunti da Esso, dal punto di vista occupazionale ma anche ambientale”.