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MA CHE FINE HANNO FATTO GLI EBREI SIRACUSANI?

Conosciamo tutti la Giudecca, storico quartiere ebraico siracusano. Le testimonianze dell’ impronta ebraica sono molteplici; il più noto è il miqweh (ipogeo ebraico) in Via Alagona, ma non è l’unico. Infatti, nell’area sottostante le chiese di San Giovanni Battista meglio nota come San giovannello e San Filippo apostolo, sorgono due miqweh.

Ma qual è la storia degli ebrei siracusani?

Essi si stanziarono in epoca romana nel quartiere Acradina, fuori le mura della città, perché -come in tutta Europa- la popolazione ebraica veniva discriminata, gli ebrei erano conosciuti come usurai e malfattori.

Nel ‘400  si stanziarono dentro le mura nel quartiere della Giudecca, rendendolo un vero e proprio ghetto ebraico, ma purtroppo neanche in questo modo trovarono pace: si continuò a discriminarli fortemente,  finché il re Ferdinando non li obbligò ad una conversione forzata, accusandoli di aver finanziato i saraceni in guerra con i cattolici.

Gran parte della popolazione emigrò in Calabria, successivamente a Salonicco in Grecia, finché non vennero deportati.

Dei pochi rimasti a Siracusa si ha notizia fino agli anni ’30 del secolo scorso, è cosa incerta se vennero deportati oppure emigrarono.