SIAMO SOTTO ATTACCO MAFIOSO, LE DICHIARAZIONI INDIGNATE NON BASTANO PIU’
Basta! Ho letto decine di dichiarazioni contro il racket a Siracusa, praticamente tutte uguali. Ho contato 19 “vile gesto”, 23 “solidali con Garozzo” e via dicendo. Parole, ripetute, scontate, anche condivisibili, ma sostanzialmente inutili. Se siamo arrivato alle bombe, alle auto dei politici incendiate (che c’erano già state, vedi quella del consigliere Simona Princiotta, ma in questo caso la “peggio politica” prevaleva rispetto all’indignazione con nemmeno un “vile gesto”), a una città che ha per molti versi perso la sua identità, se siamo arrivati al degrado dei rapporti istituzionali, se siamo con una Garozzo Band che tranquillamente molla il Pd, si “spara” e diffonde una foto di sindaco e giunta sorridenti col loro candidato, e vota un altro partito come se nulla fosse. Se siamo arrivati ad una politica che dedica tutte le sue energie solo per riconfermare la sua poltrona e non curandosi di nient’altro, se siamo arrivati alla mala gestione della cosa pubblica come se si trattasse di normalità. Se siamo al degrado totale è anche possibile, se non logico, che la micro criminalità rialzi la cresta, tenendo appunto conto che le istituzioni sono scolorite, quasi eteree, sostanzialmente indifese. E quando la città non è presidiata succede anche questo, succede che la microcriminalità, ma anche la mafia (come definire diversamente l’auto in fiamme del primo cittadino alle 18 se non una sfida di sapore mafioso?) tentino di impadronirsi del territorio. Se il quadro è questo le dichiarazioni non bastano, possono essere un accessorio, ma non la risposta che la comunità siracusana deve dare con forza. Magari portando le scuole in corteo, come hanno fatto in Campania.