Politica

SANZARO: TRENITALIA CANCELLA TRATTE E LA POLITICA NON REAGISCE. CHE FANNO I SINDACI?

Rep: “Tanto tuonò che piovve”. Così Paolo Sanzaro, segretario generale della UST Cisl Ragusa Siracusa, e Alessandro Valenti, segretario generale della FIT territoriale, commentano la soppressione del Siracusa-Roma delle 19,10 da parte di Trenitalia.

La cancellazione del treno 1956, un Intercitynotte che raggiunge la capitale alle 7.13, dovrebbe avvenire, come comunicato dalla Società Trenitalia, a partire dal prossimo 1 ottobre.

«Questo continuo smantellamento ed emarginazione della stazione di Siracusa avviene nel più assoluto silenzio – continuano Sanzaro e Valenti – Scelte, inoltre, incomprensibili e ingiustificate perché il nuovo “Contratto di Servizio Intercity giorno e Intercity notte”, siglato con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti lo scorso 19 gennaio, prevede, con valenza decennale, un incremento delle risorse finanziarie per confermare l’offerta degli stessi intercity.

Con questa ulteriore decisione – aggiungono i due segretari – continua l’accanimento contro questa parte di territorio. Sopprimere un altro treno, significa annullare quasi l’attrattività di questa parte di Sicilia.

Da anni stiamo denunciando questa chirurgica operazione di annientamento del servizio ferroviario da e per Siracusa. Siamo ormai al collasso e questa ulteriore decisione, adottata in barba agli stessi accordi siglati al Ministero, dimostrano lo scarso peso di questa provincia.

Crediamo che il sindaco di Siracusa, insieme ai suoi colleghi di Lentini, Augusta, Priolo, Noto, debbano immediatamente inoltrare una protesta forzata al Governo, al Ministero dei Trasporti e alla stessa Trenitalia. La soppressione del Siracusa-Roma, oltre che diminuire le possibilità di collegamento, provocherà inevitabilmente problemi occupazionali nei servizi garantiti a bordo e in stazione.

La politica si occupi della salvaguardia del territorio, della dignità di queste popolazioni bistrattate con continui scippi. Le candidature le gestissero nelle segreterie: la politica la facciano seriamente.»