Politica

A SIRACUSA NEGLI ANNI TRENTA, ALLA MARINA C’ERA IL VENDITORE DI GELSOMINO

Anni Trenta a Siracusa. “Gersomino, una lira ‘na sponsa… ” e l’offriva cortese e cerimonioso, come un cicisbeo del ‘700 alle gentili signore sedute ai tavoli dei caffè della Marina. Turi Quarantotto era il simbolo della belle époque aretusea degli anni trenta, tempo di cortesie e di buone maniere ancora nei rapporti sociali s’intende, perché in campo politico era tutt’altra faccenda. Ed il nostro amico ne aveva delle maniere gentili quando a sera, con linda giacca bianca, fresca di bucato, e calzoni scuri appena stirati, offriva in un cestino di vimini i suoi mazzetti di gelsomino infilati, fiore a fiore, nei raggi di un sottile stelo di paglia. Una vera sciccheria e per la pazienza della preparazione e per il buon gusto da esteta della confezione simile ad un merletto in natura. Era un omaggio floreale ed odoroso che veniva gradito dalle signore di allora dai gusti semplici seppure dai sogni audaci. Allora ragazzino andavo alla Marina per incontrare la Tina o la Maria quella dalle trecce lunghe e scure.

Erano tempi duri per gli innamorati che come quelli disegnati da Peynet si scambiavano solo fiorellini e furtive strette di mano. Si era certo più semplici e meno complessati dei giovani di oggi anche perché si avevano meno problemi di vita. Allora bastava, a volte, solo il gelsomino dello zzù Turi, uomo flower di Ortigia, per un gentile invito a… sognare…