Politica

ALOSI (CGIL): E’ UN BANDO IDRICO RIDICOLO

Il servizio idrico cittadino da quasi 20 anni è diventato il grande buco nero della politica siracusana. Le vicende di Sogeas, SAI 8, Siam, le imprese spagnole (??) che hanno vinto gli appalti e l’hanno gestito, i fallimenti, il fiume enorme di denaro speso, sono, appunto, un grande buco nero che la Magistratura inquirente prima o poi dovrà illuminare, ammesso che ci riesca. Oggi si aggiunge la vicenda del nuovo bando di gara per la concessione del servizio idrico sul quale già abbondano le polemiche.

Il nuovo bando di gara relativo alla concessione del servizio idrico integrato approvato dal Comune per un importo di oltre 14 milioni di euro per la durata di un anno e le recenti polemiche sorte sulla legittimità che lo accompagnano confermano, ancora una volta – dichiara Roberto Alosi, Segretario Generale della CGIL – che siamo di fronte ad una scelta che manifesta tutto l’infantilismo politico dei nostri amministratori e un deficit storico-giuridico davvero sorprendenti. Aver solo immaginato di inserire nel disciplinare di gara una clausola capestro in grado, in definitiva, di lasciare le mani libere al nuovo aggiudicatario in termini di assunzione del personale necessario, è un atto di provocazione inaccettabile, soprattutto dopo le note vicende del fallimento dell’ex Sai 8 che per incapacità collettiva cancellarono il posto di lavoro di decine di lavoratori allora in servizio e ancora oggi in attesa di rientrare. Anziché recuperare i lavoratori a suo tempo estromessi forzatamente dal lavoro e tutelare in maniera chiara quelli attualmente occupati, si azzera tutto e si pensa di ripartire mettendo in discussione diritti, condizioni contrattuali, qualifiche e finanche certezza occupazionale. Un paradosso insostenibile che rischia di gettare nel caos (organizzato) l’espletamento di uno dei servizi essenziali per la comunità e di alimentare una lotta a muso duro per difendere occupazione e diritti per tutti. Ancora una volta, sul tema degli appalti pubblici, invochiamo una cabina di regia più alta e corale in grado di prevenire e monitorare la legittimità dei bandi già nelle fasi di elaborazione e di garantire la concreta esigibilità della responsabilità sociale in caso di aggiudicazione da parte di un nuovo soggetto“.  Personalmente invocherei molto meno: che i numerosi procedimenti penali avviati sul servizio idrico andassero a giudizio, che la città – a pochi mesi dalle elezioni amministrative del 2018 – finalmente venisse a conoscenza dei politici che sull’acqua hanno speculato e truffato, che si conoscessero per nome e cognome le “cordate” dedite al malaffare dell’acqua, e che, immagino, non sono dissimili dalle cordate che hanno gestito il malaffare in altri settori (urbanistica, rifiuti, etc).

Claudio Benanti