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VENERDI’ AL SIRACUSA INSTITUTE SI PARLA DI UTERO IN AFFITTO E MERCATO DEI FIGLI

Venerdì 24 marzo 2017, ore 17 Siracusa International Institute Via Logoteta, 27 – Siracusa Utero in affitto e mercato dei figli

In occasione della pubblicazione di temporary mother di Marina Terragni

Introduce

Ezechia Paolo Reale segretario generale del Siracusa Institute

Ne discutono con l’autricecSalvatore Amato docente all’Università di Catania, membro del Comitato Nazionale per la Bioetica don Salvatore Spataro dottore in Teologia e docente Modera Elena Flavia Castagnino Berlinghieripresidente FILDIS Siracusa, vicepresidente europeo UWE

Sono molte migliaia i bambini che nascono ogni anno da utero in affitto: più di 2 mila solo negli Stati Uniti, con un incremento annuo del 200 per cento. Un business colossale e planetario in espansione costante – oggi il fatturato supera i 3 miliardi – nel quale le donne diventano mezzi di produzione e le creature umane oggetti in vendita. Quei figli che non ci è consentito di avere possiamo sempre comprarli. Basta pagare. La riproduzione diventa produzione di cui siamo a un tempo mezzi e destinatari.
Nel nostro paese regna una grande confusione sul tema: a un abbozzo di discussione in occasione del recente dibattito parlamentare sulle unioni civili è seguito un silenzio preoccupante da parte della politica e dei media, mentre si assiste alla riduzione di una questione complessa e ricca di sfumature a un banale scontro tra conservatori e progressisti. L’avversione di una parte consistente delle femministe italiane alla pratica della maternità surrogata, che potrebbe rendere più difficile la legalizzazione di questo nuovo e fiorente mercato, è stata nascosta, soprattutto a sinistra, da una frettolosa promozione basata su parole chiave come progresso e autodeterminazione.

In questo contesto, il pamphlet della giornalista e scrittrice Marina Terragni interviene schierandosi dalla parte delle “resistenti” con un punto di vista risolutamente femminista, laico e libertario e denunciando le derive di un consumismo portato agli eccessi. Chi è una madre “surrogata”, se non una madre? Perché si pretende che scompaia dopo aver portato a termine il suo biolavoro? Si può affittare il proprio corpo e mettere in vendita un essere umano? Rispondere a queste domande appare ancor più necessario di fronte alla portata della posta in gioco: i bambini e la differenza femminile, garanzia di civiltà e umanità.
Marina Terragni, milanese, ha cominciato giovanissima la professione di giornalista a Radio Popolare. Ha scritto in seguito per molte testate, fra cui Io Donna, Corriere della Sera, Via Dogana, L’Europeo, Linus, Panorama Mese. È autrice di vari saggi, tra cui Vergine e piena di grazia (Gammalibri 1981), La scomparsa delle donne (Mondadori 2007), Un gioco da ragazze (Rizzoli 2012). Opinionista e conduttrice radio e tv, formatrice sui temi della differenza femminile e della rappresentanza, è stata tra le prime blogger italiane. Fra i numerosi riconoscimenti ha ricevuto il premio Maria Grazia Cutuli (2003) e il Rhegium Julii (2012).

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