Politica

L’ASSESSORE TROIA FA MARCIA INDIETRO SUI GAY NELLE SCUOLE

 

Sulle associazioni gay nelle scuole scrive l’assessore Valeria Troia:

“Dispiace verificare come, a distanza di giorni, non tenda a scemare la polemica sull’adesione del Comune al network “Educare alle differenze” e sulle iniziative avviate nelle scuole per combattere le  discriminazioni che sono alle base di sempre più frequenti atti di bullismo. Polemiche che in qualche caso risultano strumentali o basate sulla cattiva informazione. Intervengo non solo per difendere l’operato del mio assessorato ma anche a tutela di dirigenti scolastici, insegnanti, genitori, associazioni, esperti nel settore educativo che ci accompagnano in questo percorso e che si sentono attaccati, e per rispondere alle legittime preoccupazioni manifestate da altri genitori che, frastornati dalle polemiche, vogliono capire cosa stia accadendo. Voglio affermarlo con estrema chiarezza: le nostre iniziative non hanno a che fare in alcun modo con la diffusione della cultura gender ma hanno a che fare con la volontà di creare una città accogliente e inclusiva con i fatti e non solo a parole, capace di garantire – come ci siamo impegnati a fare aderendo alla rete internazionale delle Città Educative – a tutti pari opportunità, pari diritti e pari cittadinanza. A tutti, nessun escluso, a prescindere da ciò che pensano, dalla religione che professano, dal colore della pelle, della loro provenienza o dalle preferenze sessuali. Vuol dire lavorare affinché ciascuno impari sin da piccolo ad accettare l’altro da sé. Troppo facile e fuorviante – forse utile a raccogliere un po’ di consenso – è puntare l’attenzione solo sull’aspetto sessuale. Le circostanze hanno voluto che la nostra iniziativa coincidesse in termini di tempo con quanto Arcigay (associazione che gode del nostro rispetto e della nostra considerazione) sta promuovendo negli istituti superiori, dunque fuori dalla nostra competenza, i cui contenuti e le cui modalità non siamo tenuti a conoscere. La nostra risposta al problema delle discriminazioni e del bullismo è di altro tipo. Il network nazionale di ‘Educare alle differenze’ è composto da 250 associazioni no profit, enti locali, organizzazioni dell’ambito sociale, équipe di formazione, associazioni di genitori, centri antiviolenza, case delle donne, gruppi informali di insegnanti, spazi sociali che fondono il proprio operato politico e istituzionale sull’idea che nulla come la scuola e l’agire educativo abbia la capacità e il dovere di lavorare per trasformare i rapporti di potere e violenza, colmare i deficit di democrazia e di rappresentatività da parte di chi viene additato come diverso e sostenere le nuove generazioni nel loro percorso di crescita, che è innanzitutto crescita in uguaglianza, libertà, autonomia e rispetto per gli altri. Così come fatto in questi anni di lavoro con le scuole, l’assessorato ha deciso di non promuovere nulla di precostituito, ma di condividere un percorso a partire da un bisogno. Il primo incontro è stato con le associazioni locali promotrici del network; poi ci rivolgeremo agli insegnanti e ai genitori, riconoscendone il ruolo educativo principale. Siamo stati accusati in queste ore di volerci sostituire alle famiglie. Falso. Saranno insegnanti e genitori a condividere le tematiche e i percorsi di sensibilizzazione, prevenzione e formazione. In tal senso l’assessorato invierà una circolare esplicativa invitando i dirigenti scolastici a prevedere incontri tematici e a ricercare le buone pratiche già presenti in molte delle nostre scuole. Nessuna somma ad oggi è stata stanziata in bilancio per il progetto, l’operato delle associazioni in questione rimane a titolo volontario e gratuito”.

Intanto prendiamo atto, sui gay nelle nostre scuole, del parziale rinsavimento dell’assessore Troia che tuttavia utilizza un plurale maiestatis almeno allarmante, noi la pensiamo così, noi lavoriamo per, noi non precostituiamo. Ma noi chi?. Nel merito. Intanto l’assessore evita accuratamente di citare stonewall Siracusa che pure è fondatore del progetto in questione. Dimentica che la prima riunione l’ha già fatta e c’erano lei stessa, il presidente di Stonewall, una dirigente scolastica, iscritti di Stonewall e nemmeno un genitore (vedi foto). Dimentica che è stata lei a diffondere un comunicato con cui comunicava il lieto evento, anticipava un finanziamento nel bilancio 2017 a  stonewall e parlava di problemi di sessualità che sarebbero stati trattati nelle scuole. Oggi dice cose diverse e ne prendiamo atto. Dice che non è vero che intendeva sostituirsi ai genitori e alle famiglie, peccato che quest’ultimi erano completamente all’oscuro di tutto. In ogni caso resta la spregiudicatezza di una procedura tesa a portare i gay nelle nostre scuole per educare alle diversità, procedura che, anche se parzialmente rientrata, impone la massima vigilanza da parte di tutti, famiglie, genitori, libera informazione.