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DIO ODIA LE DONNE

La presentazione del libro di Giuliana Sgrena “Dio odia le donne”, l’annullo filatelico su tre donne netine: la fisica Mariannina Ciccone, l’antropologa Teresa Schemmari e l’operaia Gaetana Midolo e una conferenza della Polizia sulla violenza alle donne e il femminicidio. Anche Volalibro, stamattina, ha ricordato la Giornata internazionale della donna che si celebra oggi. E l’ha fatto con diversi momenti di riflessione, di informazione e di sensibilizzazione su temi di scottante attualità. In una straordinaria occasione per riflettere sulla condizione attuale delle donne e su quella passata. Sulle tante conquiste ottenute ma anche sugli obiettivi mancati.

La giornalista e scrittrice Giuliana Sgrena, introdotta da Gabriella Tiralongo dell’associazione antiviolenza Doride, ha presentato ai giovani il suo libro “Dio odia le donne” sottolineando che “le conquiste non sono per sempre ma, al contrario, vengono continuamente messe in discussione”. E a proposito della condizione delle donne nelle principali religioni monoteiste, Giuliana Sgrena ha invitato i giovani di Volalibro al dialogo tra loro, con tutti i compagni di scuola “perché ormai viviamo – ha detto – in una società multietnica. E allora diventa importante conoscere le diverse appartenenze di chi ci sta vicino, a partire dalla religione, ma non solo, che può incoraggiare il dialogo. Perché spesso ci sono stereotipi che non favoriscono l’avvicinamento. Invece è importante che il dialogo parta dai giovani perché i grandi hanno troppi pregiudizi nei confronti dei migranti, di chi viene da un’altra realtà”.

Ma quella di stamattina ha rappresentato anche la straordinaria occasione per presentare l’annullo filatelico su tre donne netine come la fisica Mariannina Ciccone, l’antropologa Teresa Schemmari e Gaetana Midolo, una delle operaie morte nel rogo della fabbrica avvenuto a New York il 25 marzo 1911. Alla presentazione dell’iniziativa erano presenti, tra gli altri, Vincenzo Schemmari, fratello dell’antropologa Teresa Schemmari e Biagio Di Maria, referente regionale Filatelia.

E, ancora, fari puntati sul contrasto a ogni forma di maltrattamento dell’universo femminile. “L’amore altrove” il titolo dell’incontro, ma anche del cortometraggio proiettato a termine dell’appuntamento con laPolizia di Stato e incentrato sulla violenza alle donne e sul femminicidio. Nel corso della conferenza Paolo Arena, vice questore aggiunto del commissariato di Polizia di Noto ha spiegato: “Chi usa violenza sulle donne vuole esercitare una situazione di dominio, di potere, di controllo nei confronti della vittima. E lo fa perché difficilmente ammette di avere una parte fragile. La legge oggi dà possibilità enormi, la querela, l’ammonimento, l’allontanamento d’urgenza dalla casa familiare, il gratuito patrocinio. E poi, ancora, la presenza di centri antistalking che danno alla vittima non solo un punto di riferimento logistico, ma anche la possibilità di seguire un percorso di recupero della fiducia: per riacquistare coraggio e voglia di riaffermare la propria dignità. E infine l’invito ai giovani di Volalibro: “Abbiate il coraggio di uscire da questa sorta di campana di vetro che a volte creiamo da soli. Anziché mettere il silenziatore, mettiamo l’amplificatore: chi guarda può e deve comunicare. Oggi la legge permette anche di effettuare un ammonimento su segnalazione di terze persone  le cui generalità verranno tenute riservate durante tutto il procedimento. Bisogna insomma avere il coraggio di guardare in faccia chi usa violenza e di dire a questa persona: non mi fai più paura, io non sono sola. Perché lo stalking non è un problema individuale ma sociale e tutti siamo chiamati a dare una risposta efficace. E ciò è possibile solo uscendo dal ghetto del silenzio”.

Tra gli eventi della terza giornata di Volalibro, anche la presentazione del testo di Simone Digrandi, “Dipende da te”, un concentrato di suggerimenti, consigli ed esperienze per invogliare i giovani a prendere in mano la propria vita e a fare qualcosa di buono, riscoprendo se stessi e il rapporto con gli altri.

Spazio anche a Elvira Siringo e il suo “Codice Shakespeare”. I 154 sonetti di Shakespeare, pubblicati a sua insaputa nel 1609 e a lui dedicati furono riordinati da un misterioso curatore che, formando la “Corona di Sonetti” più poderosa della letteratura d’ogni tempo. ne celò uno, il 155°. La chiave per ricostruire il sonetto nascosto è in bella mostra sul frontespizio, nell’enigmatica dedica, è la semplice sequenza ordinata di punti e lettere, è il “Codice Shakespeare”.  “Mi auguro – ha concluso Elvira Siringo – che tale attività di ricerca possa continuare”.

Tra gli eventi di domani la conversazione con il giornalista e scrittore Pino Aprile, autore del libro “Terroni”. L’appuntamento è alle 9 nella sala Gagliardi di Palazzo Trigona.