Politica

IL PETROLCHIMICO A RISCHIO E LA CGIL FAZIOSA, DA SINDACATO A CASTA

Rep: Le recenti notizie apparse sulla stampa da parte di esponenti politici e autorevoli rappresentanti del Governo regionale sul fronte dell’incerto futuro della nostra area industriale, al netto di evidenti sbavature strumentali di facile lettura elettorale, pongono tuttavia alcuni preoccupanti interrogativi ai quali occorre urgentemente dare risposte. Come mai solo adesso il Governo regionale, Assessori e deputati regionali della Lega e di Forza Italia del nostro territorio si accorgono del reale rischio di esclusione dell’intera nostra area industriale dalle risorse del PNRR?  Perché l’assessore regionale Turano, anziché fingere di stracciarsi le vesti per le mancate risposte del Governo nazionale sul tema dell’area di crisi complessa non si rimbocca le maniche e fa valere tutto il peso politico della Sicilia nei confronti del Governo nazionale? E perché non prova a dare risposte politiche “vere”  rispetto, ad esempio, al “passo indietro” della Lukoil in merito alla partecipazione al bando sulla realizzazione del termovalorizzatore? E ancora: come mai interi pezzi della nostra classe politica territoriale sono diventati improvvisamente leghisti al seguito del Ministro dello Sviluppo Economico Giorgetti che incarna il disegno di esercitare un forte trazione settentrionalista delle risorse disponibili? E il Governo Musumeci da che parte sta? Alza le barricate in difesa dell’apparato industriale siracusano e siciliano contro un progetto antimeridionalista  o finge e  resta alla finestra e guarda il fiume che passa? Come può passare inosservato tutto questo? Qui è in discussione il futuro di 10.000 lavoratori e di un apparato produttivo strategico che va sostenuto e orientato con forza nel cogliere le sfide  di una riconversione energetica sostenibile sotto il profilo ambientale, sociale, produttivo, occupazionale in grado di disegnare una prospettiva industriale futura rafforzata e compatibile. Siracusa, per la sua storia e la sua vocazione industriale,  non può in alcun modo essere condannata ai margini dei processi di sviluppo produttivo ed industriale della Sicilia e dell’intero Paese, se non addirittura esclusa. Sganciare Siracusa e la Sicilia dal resto del Paese e dell’Europa sarebbe una iattura esiziale che lascerebbe sul terreno solo macerie e macelleria sociale. Per queste ragioni, lanciamo un appello alle massime istituzioni della Città e della Provincia al fine di convocare subito le forze sociali, Confindustria, i Sindaci, le forze politiche e le deputazioni regionali e nazionali per contrastare con determinazione qualunque progetto antimeridionalista e di emarginazione politica, sociale, economica e culturale dei nostri apparati industriali. Se la democrazia consiste in un rendiconto quotidiano sull’uso del potere, ora è il momento di renderne conto.

Il Segr. Gen. CGIL Sr

Roberto ALOSI

Come sempre la Cgil fa politica e la fa in maniera faziosa. Il segretario Alosi ha dovuto fare sforzi enormi per non far sapere/capire che il governo di Crocetta, del Pd con l’appoggio esterno dei grillini, è quello che ha messo il Petrolchimico in brache di tela. E sempre Alosi ha dovuto fare cose turche per non far sapere/capire che sei deputati siracusani (quattro nazionali e due regionali) sono del M5S e sostanzialmente nullafacenti, non solo per il Petrolchimico ma praticamente su tutto. Per il resto è vero che c’è l’emergenza Petrolchimico di Priolo, ma la notizia l’hanno scritta in seimila in questi mesi, la Cgil deve fare qualcosa di più. Intanto alzare il sederino dalle centinaia di poltrone occupate e poi tornare ad essere sindacato visto che ormai da tempo si sono trasformati in casta e scrivono questi comunicati svogliatamente, nell’intervallo fra una poltrona e l’altra.