POVERA CITTA’, IN PREDA A “SALTAFOSSI” DISPOSTI A TUTTO PER UNA POLTRONA
Una brutta china, quella che ha preso la nostra Siracusa.
Non da oggi, s’intende. E non mi riferisco alla politica che non c’è – manca un’istituzione fondamentale come il Consiglio comunale – né a quella politica che c’è ma non si occupa della città con il dovuto spirito di servizio.
Non parlo delle opinabili acrobazie di personaggi che, sotto i nostri occhi, compiono rivoluzioni copernicane a 360°, doppio carpiato con avvitamento, pur di accedere- di nuovo – a scranni e seggi vari, o per chiare logiche di poltronificio.
Dei personaggi, insomma, che ci fanno rimpiangere gli anni ’80 e quei politici che pure abbiamo criticato ma che oggi ci appaiono anni luce nel pensiero, nella formazione e nelle azioni rispetto agli attuali.
La città perde pezzi, crollano muri e cornicioni, la viabilità è allo sbando, le buche sono più dei marciapiedi, le attività soffrono, il lavoro manca, le aziende chiudono. Ed ancora: l’ospedale congestionato, quando funziona lo si deve principalmente all’abnegazione di tanti suoi dipendenti, non certo a politiche illuminate. Dell’ospedale nuovo non se ne parla, dell’Università, di politiche di rilancio del turismo, vera risorsa cittadina. Si parla invece di rilanci o di lanci di cordate vecchie e nuove, per continuare e perseverare il nulla in città. Ma perseverare nell’errore ha un qualche cosa di diabolico, dicono.
Di questo sfascio non siamo forse corresponsabili noi CITTADINI, quelli che giriamo la testa altrove di fronte ai diritti negati, che non votiamo responsabilmente, che non facciamo rispettare i nostri diritti, che non ci impuntiamo e non protestiamo?
“Calare la testa” non paga. L’indifferenza non paga, già era repellente nel famoso libro di Moravia.
Mi rivolgo a chi ama la città, a chi ha da dare e da spendere professionalità, competenze, energie ed idee. Preparatevi, mettetevi in gioco, non mollate la presa, con uno sconforto naturale e fisiologico che può prendere di fronte all’andazzo pessimo ed al declino ormai incancrenito in città.
Medici, avvocati, insegnanti, cittadini come me che avete a cuore Siracusa, non mollate e non molliamo. Siamo comunità e lo dimentichiamo, siamo concittadini con diritti e non solo doveri. Basta sperperare soldi pubblici, serve un piano per la città e non un procedere “ad muzzum”, con scelte le cui logiche sottostanti sfuggono ai più. Invadere di cerchi colorati una piazza già piccola, rendendone complicata la viabilità. Ma qual è il senso? Proprio a Siracusa, città dalle buche profonde e mortali, dove le strisce pedonali sono scolorite e rimangono un vago ricordo. Ce le dobbiamo immaginare, queste strisce. Il loro rifacimento non era la priorità?
Qualcuno non ha mai mollato, molti fanno articoli, altri operano nel volontariato, qualcuno fa esposti. C’è bisogno dell’apporto di tutti.
La Madonnina e Santa Lucia illuminino sempre le nostre scelte. La nostra determinazione e coscienza faranno il resto.
Carmen Perricone
cittadina di Siracusa