Politica

CAFISO: IO CANDIDATO SINDACO? SAREI UN CONVINTO ROMPISCATOLE

Roberto Cafiso, secondo Fondazione Etica siamo fra le città peggio amministrate d’Italia

Purtroppo la città è abbandonata. Non saranno certo le zone pedonali in prossimità degli istituti comprensivi a renderla più vivibile e capisco pure che bisognava incassare una somma dalla comunità europea per le piste ciclabili, ma, come già detto, il modo in cui sono state congegnate rasenta l’assurdo. Sulla qualità della vita che è anche occupazione e fruibilità degli spazi credo che la città sia in sofferenza già da tempo. Ortigia è diventata una città a se stante, riservata ai turisti e chi vi abita. Ma se i siracusani decideranno di abbandonarla perché inaccessibile, credo che l’economia locale ne subirà un duro prezzo. Personalmente non vado in Ortigia da parecchio tempo. Ma chi lo fa so che ha grandi disagi nell’arrivarci e nel tornare ad ora tarda. Peccato perché, come sempre dico, la natura ci ha fornito un patrimonio incommensurabile che tuttavia da tempo ci sforziamo di depauperare in ogni modo.

Dai un voto alla gestione della pandemia Covid a Siracusa

Il voto è la sufficienza stante la specificità del virus e l’assoluta impreparazione di tutto il mondo sulla questione. Sì è fatto il meglio di ciò che si poteva dare e ad oggi metà azienda sanitaria e impegnata sul tema. La Sicilia ha pagato i ritardi su molte strutture ospedaliere e sul personale ridotto all’osso dovunque. Ha pagato inoltre l’anarchia endemica della gente, il desiderio di ciascuno di essere un mondo nel mondo, l’assoluta incapacità di disciplina e l’aspettativa mal riposta che tutto sarebbe dovuto arrivare dal cielo quasi per miracolo. I miracoli invece li stabilisce Dio e non li si possono ordinare come in pizzeria.

Sempre sul Covid chi si è dato da fare e chi ha fatto solo finta “di portare la vara”?

Il personale sanitario si è dato da fare. L’azienda sanitaria locale si è mobilitata per affrontare l’epidemia e, come dicevo, ad oggi è incessante la programmazione di tamponi e hub vaccinali. Diversi sindaci si sono dati da fare, e non per scaricare le proprie responsabilità nei confronti dell’ASP e del suo direttore generale, ma collaborando in maniera attiva e a tratti frenetica. Altri si sono visti la pandemia dalla finestra, Hanno pontificato attraverso i fogli di regime e non hanno perso occasione per sfruttare il momento politico coalizzandosi contro chi li infastidiva in quel momento per fare passerella e vetrina con il populismo di bassa lega di cui sono squallidi promotori.

Meraviglia molto l’atteggiamento del sindacato, con critiche spesso non veritiere e in ogni caso sempre messo di traverso

Il sindacato nella sua espressione più vera, quella legata ai diritti dei lavoratori, è stato solidale con le iniziative volte a fronteggiare la pandemia, chiedendo agli scritti sacrifici e l’impegno professionale. Quell’altro sindacato, che ha l’intento solo di far politica approfittando dell’emotività del momento per sferrare i colpi ad avversari e soggetti scomodi che non avrebbe così facilmente potuto colpire in un periodo di normalità senza dare nell’occhio. Abbiamo assistito ad uscite di personaggi sepolti dal tempo che hanno pontificato contro questo e quello pur di rifarsi una immagine pubblica a suo tempo perduta. Per ciò che mi riguarda immagini tristi è ancora più tristi tentativi di darsi visibilità. Cosa che comunque alla gente non è sfuggita, visto che la maggior parte dei siracusani non sono il gregge che molti mediocri pensano.

Il sindaco del cga non si dimette davanti a nulla: brogli, scioglimento del consiglio, bilancio farlocco, ultimi per la qualità della vita, il bollino di città disamministrata, gli scandali e l’illegalità diffusa in Ortigia..

Il sindaco di Siracusa è quello che è. Quello che la città in fondo si è meritata nella sua leggerezza endemica di votare non la sostanza o il contenuto, bensì l’immagine e la frivolezza. Non si è ancora capito che l’elezione del primo cittadino non può assomigliare al voto per chi resta o esce fuori dalla casa del grande fratello, non è una questione di simpatia o antipatia, ma richiede cinque minuti di studio, sui candidati, il loro curriculum vitae e l’amore per il lavoro e dunque per la città. Servono a nessuno le cerimonie, le inaugurazioni, le conferenze stampa, i proclami, se a monte non c’è l’idea di un lavoro onesto fuori dai giochi di potere per i cittadini più umili e comunque per il benessere di tutti.

Roberto Cafiso facciamo il punto su quello che sentiamo in giro, sulle voci e sulle indiscrezioni. Allora candidati sindaco potrebbero essere Prestigiacomo, Vinciullo, Bufardeci, Massimo Conigliaro, Ferdinando Messina, Paolo Cavallaro, Donatella Lo Giudice

I candidati potranno essere tanti e i nomi fatti adesso spesso sono specchietti per le allodole. Le coalizioni dovranno trovare i nomi della società civile sui quali coagularsi aldilà degli interessi di bottega. Ci saranno le novità ed i soliti nomi che la gente voterà, se li voterà, turandosi il naso e questo non sarà per l’eletto un buon viatico perché da subito dovrà fare i conti con la non simpatia della città.

Magari ti chiedono di candidarti sindaco. Cafiso sindaco non sarebbe male..

Cafiso potrebbe essere un’opzione ma conoscendolo sarebbe un’opzione scomoda per i partiti perché non accetterebbe in giunta indicazioni di persone messe lì per controllare il sindaco, ovvero gli interessi della fazione. Non accetterebbe di subire la dirigenza di palazzo Vermexio che un sindaco lo può valorizzare o farlo risultare un brocco. Non accetterebbe insomma le turbolenze che arrivano da ambienti diversi dal consenso popolare e che hanno il solito scopo di ristabilire il potere occulto dentro un municipio. Non accetterebbe di far lavorare gli amici degli amici attraverso bandi pilotati, consulenze assegnate ad personam, contributi straordinari ad associazioni fantasma. Non accetterebbe tante cose, insomma sarebbe un bel rompiscatole da lasciare alla propria professione. Troppe improbabili coincidenze astrali affinché Cafiso accettasse mai una proposta del genere.

Se dipendesse da me candiderei uno fra don Rosario Lo Bello e Salvatore Ferlito La Rocca

I nomi che hai fatto sono di due ottime persone tuttavia scomode per come li conosco. Mi chiedo chi accetterebbe, al di fuori di una lista civica, di sostenerle. Ma semmai mi sbagliassi sarei certo di essere di fronte ad un miracolo per cui i partiti della cittadinanza si sarebbero orientati assieme verso un destino diverso della politica intesa come pura capacità di amministrare una collettività. Il resto dei giochi passerebbe in secondo piano con certe persone.

Da psicoterapeuta qual è la ricetta per rimettere in sesto Siracusa e far rinsavire i siracusani leccaculisti comunque?

La città non rinsavisce se non rinsaviscono le coalizioni, i loro capi, gli imprenditori che contano e la classe dirigente che può disporre di voti a tanti livelli. Se l’obiettivo è quello di mettere nella poltrona il solito candidato gestibile sino a immaginare un utile idiota, allora la città non guarirà e avremo sempre una giunta e un consiglio che antepongono i loro interessi a quelli di lavorare per il benessere dello splendido luogo dove nostro malgrado viviamo. Per cambiare ci vuole un’elasticità mentale e una visione di persone molto intelligenti e lungimiranti. Temo che in assoluto non ve ne siano molte persone con queste caratteristiche. Ma sono disponibile a ricredermi.