Politica

L’ARCIVESCOVO DA’ GLI OTTO GIORNI A PADRE PRISUTTO: DEVI LASCIARE LA TONACA

La chiesa di Siracusa dà gli otto giorni a padre Prisutto. Fra una settimana o don Palmiro Prisutto si dimette da prete o la chiesa di Siracusa lo caccia. L’ultimatum è a firma del nuovo Arcivescovo Lomanto ed è l’atto finale di un lungo scontro fra il prete scomodo e la curia siracusana. Sono state tante le iniziative di don Prisutto per evitare i miasmi assassini, iniziative anche eclatanti, ma tutte finalizzate a difendere la vita in generale e quella dei residenti di Siracusa, Augusta, Priolo e Melilli in particolare dall’olocausto industriale. La sua è stata una denuncia quotidiana ed anche con risonanza nazionale, come quando ha partecipato all’inchiesta di Rai3 appunto sui miasmi assassini.  Già nel dicembre 2012 c’era il tavolo prefettizio per discutere di ambiente (presenti ARPA, CIPA, protezione civile Priolo e Melilli, ISAB, ISAB Energy, ESSO, Giovanni Parisi vicesindaco Priolo, Luciano Gianni ass. Ambiente, dirigente ambiente Priolo, Sua Eccellenza il Prefetto), in particolare di emissioni H2S. Con l’ARPA che presentava un documento, frutto di uno studio durato 1 anno, con provvedimenti e suggerimenti di adeguamenti per le principali aziende del polo industriale. Adeguamenti, monitoraggio, controllo delle emissioni. Cioè nel 2012 si dicevano le stesse minchionerie che si dicono oggi per prendere in giro i residenti di Siracusa, Augusta, Priolo e Melilli mentre le famiglie continuano a contare i loro morti di cancro. Con l’associazione industriali di Siracusa che contesta tutte le inchieste degli ultimi anni e l’inchiesta di Rai3 perchè non inclusiva e dice che è tutto sotto controllo. Insomma, i morti di tumore, i bambini malformati, i pesci mostro ve li siete inventati tutti quelli che siete contro il giusto profitto delle imprese che ci hanno dato lavoro e intelligenza ambientale. La politica e il sindacato tacciono, sono tutti coinvolti e tutti responsabili, in primis quelli che per 30 anni hanno fatto finto di nulla. Ci vuole una rivoluzione pacifica, ma anche la cacciata di aziende, politici e sindacati che per 30 anni hanno fatto i compagni di merenda. L’unica strada per ritornare alla vita sono le bonifiche che da sole darebbero 20 anni di lavoro alla comunità siracusana. E dopo ritorneremo alle nostre vocazioni naturali, i vecchi mostri del Petrolchimico ci hanno ammazzato (quasi) tutti. Esorcizziamoli. E Confindustria che fa? “Svolge il proprio ruolo facendo anche proposte concrete. Due per tutte: sul tema della qualità dell’aria, il coinvolgimento del CNR, massimo organo tecnico, per presentare una proposta di una ricerca puntuale per identificare in tempo reale le fonti emissive responsabili dei fenomeni odorigeni.  La proposta è stata presentata al Prefetto nel Novembre del 2017, anticipata ai Sindaci, ufficialmente presentata al Tavolo Tecnico Prefettizio. Un progetto tecnologicamente più avanzato del datato “Simage” e che soprattutto è dimensionato su Porto Marghera e poco adatto per la nostra area multisito. Sul tema, in particolare, l’interesse preminente delle aziende dell’area industriale è di interloquire con gli enti e le istituzioni preposte al controllo della qualità dell’aria per migliorare e tutelare l’ambiente: in tal senso si può anticipare che verrà redatto, per la prima volta, un bilancio di sostenibilità ambientale e sociale dell’intera area industriale con il concorso di tutte le aziende che vi insistono. Insomma, va tutto bene, qui si scoppia di salute, padre Prisutto è solo un prete rompiscatole. Non solo, ma Confindustria e le aziende del Petrolchimico continuano a spendere soldi per bonifiche e per garantirci aria pulita, anzi pulitissima, di che cazzo ci lamentiamo? Occorre allora tagliare la testa al toro ed è meglio cominciare a tagliare la testa al prete di Augusta che ha letto in chiesa l’elenco dei morti di cancro, ha raccolto firme per le bonifiche della zona industriale e “aiutato” le inchieste della Rai sui miasmi assassini. Un prete che fa questo per la Curia di Siracusa non fa il suo lavoro pastorale, è un ostacolo al buon funzionamento e ai rapporti  fra le caste dominanti. Deve essere cacciato.