SALVO SALERNO: TUTTE LE BUGIE SULLA PIAZZA D’ARMI DEL MANIACE
Questo è un mio post di cinque anni fa, in apparenza niente di speciale, ma in realtà chiarisce, in un tempo non sospetto, la mia posizione assolutamente laica e fiduciosa nelle iniziative dell’allora vicesindaco Italia.
In pratica, un giorno egli dichiarò di voler aprire al libero accesso dei cittadini, la piazza d’armi del Maniace.
Feci un pubblico plauso all’iniziativa e la incoraggiai. Niente di meno.
Il fatto è che il vicesindaco, con l’accordo di altri soggetti istituzionali, stava intanto costruendo una ben diversa operazione, ma questo non lo disse alla cittadinanza. Lo si vede anche dai commenti ignari sul mio post. Insomma si prese gli applausi per la lodevole promessa di riapertura, ma non aggiunse il come, con cosa e con chi avrebbe riaperto la piazza. Ma dal 2017, lo abbiamo visto, cosa intendeva, per riapertura della piazza..
Oggi da sindaco, coerentemente prosegue il suo “italian job”, orchestrando la sconcertante sanatoria del chiosco monstre, onorando così, in pieno, la sua tradizionale azione di occupazione e scempio delle strade e piazze storiche, con plastiche e ferraglia.
Consumo e inquinamento a tutto spiano del suolo pubblico in Ortigia, come se non ci fosse un domani, ed ancora inquinamento veicolare, acustico e olfattivo, inquinamento di procedure amministrative di concessione e, dulcis in fundo, consumo intensivo di territorio nella penisola della Maddalena, il tutto, con buona pace del nostro diritto al paesaggio e all’ambiente.
Questo sarebbe il profilo green del nostro sindaco, lodato e lisciato da molti dei presenti e con protettivi coretti di supporters e ex deputati, nella stupefacente conferenza zoom cui mi sono imbattuto ieri.
Parlate di rifiuti, piste ciclabili e di decarbonificazione e la parola è tanto lunga che vi impegna edonisticamente la bocca e il cervello, poi troppo esausto per guardare e pensare in una logica più elevata, etica e culturalmente davvero innovativa. Solo autocitazioni e applausi in famiglia.
Una sanatoria anche questa.
Ma la riconversione ecologica non la si fa con le (malfatte) piste ciclabili, è una cosa più seria e un po’ di trucco sulla faccia, non basta.
Salvo Salerno