Politica

IL MAESTRO CARLO CAPODIECI OGGI FESTEGGIA I SUOI 122 ANNI

Carlo Capodieci nacque a Siracusa il 3 Novembre 1899 atto 707 da Giuseppe e da Aabatini Marta. Deceduto a Siracusa il 26 Febbraio 1973. Fu anche direttore della rivista “Giovinezza” dell’allora PNF a Siracusa ed a lui si deve il ripopolamento a verde dei Villini in Corso Umberto a Siracusa
I 122 anni di Carlo Capodieci.
Dal Teatro Greco di Siracusa al Campidoglio di Roma. Il Premio intestato a lui durò DIECI ANNI ed ebbe come presidenti di Giuria Pietro Beneventano del Bosco e Ruggero Orlando. Fu l’assessore regionale Luciano Ordile a interrompere il tra­dizionale svolgimento al Teatro Greco di Siracusa, al fine di evitare il “calpestio” prodotto da oltre Trentamila spettatori sui millenari gradoni. Il Premio emigrò così a Roma, alla Protomoteca del Campidoglio, nel 1980. Era presidente onorario Ruggero Orlando, mentre presidente effettivo era Fernando Romeo, proprietario del “Corriere dello sport”, nonché poeta. Era sindaco della capitale Luigi Petroselli e furono premiati, tra gli altri, Milena Milani, Piero Angela, Demetrio Volcic, Biagio Poidimani, Luigi Zampa, Pippo Franco, Renato Carosone, Edoardo Vianello, Felice Gimondi, Rosa Balistreri. Ma l’elenco è molto più lungo e comprende anche i siracusani Salvo Benanti, “I Caliri”, il “Gruppo folk Città di Siracusa”. Nei suoi dieci anni di durata, il “Premio Capodieci” fu assegnato anche a Raymond Peynet, celebre disegnatore dei timidi fidanzatini (che creò un particolare manifesto dedicato alla coppia, sullo sfondo del parco archeologico di Siracusa), a Mario Pomilio, al giornalista Umberto Bassi, Vittorio Lucca, Antonio Ghirelli, Aligi Sassu, Massimo Grillandi, Garinei e Giovannini, Gustavo Selva, Mia Martini, Angelo Litrico, Enzo Majorca, Leo Gullotta, Giorgio Orefice, Domenico Purificato, Lino Puglisi, Giusto Monaco, Nino Manfredi,Gianni Granzotto, Francesco Rocca, Nino Lombardo.
Sarebbe molto più lungo ancora l’elenco, ma per motivi di spazio siamo costretti a sospendere gli scavi fra i nostri ricordi.

Corrado Cartia Armando Greco

Carlo Capodieci un sogno di luce
L’opera pittorica di Carlo Capodieci rappresenta, nella sua globalità, uno spaccato puntuale della società siracusana della metà del Novecento, società di cui l’artista si fa cantore sensibile e narratore iro­nico.
Nelle sue tele di paesaggi e di scugnizzi, di fiori e di innamorati, affio­ra quel bisogno di luce e di verità che la nostra città nel secondo dopo­guerra, negli anni degli americanismi più accesi, andava cercando per delineare il proprio futuro, per disegnare una prospettiva di rinascita. Carlo Capodieci stimola e asseconda questo risveglio sociale e lo fa decorando di colori felici le sue tele immediate, i suoi disegni veloci. L’artista dà ad ognuno la possibilità di attingere alla sua sorgente crea­tiva, contribuendo così a coltivare nei figli d’Aretusa la voglia di bello. Muovendosi al di fuori di ogni accademia, solitario e stravagante, polie­drico e instancabile, offriva sogni e speranze, poesie di colore libere da ogni regola imposta dalla storia o suggerita dai movimenti artistici. Ora quel sogno di luce, quel gesto di verità intimamente siracusano, trova l’attenzione dei più per far rivivere a tutti una delle pagine più autentiche della storia del Novecento.
Le opere in catalogo, degli anni 1951-’66, documentano, se mai ce ne fosse la necessità, come un artista libero da preconcetti e da tabù, da condizionamenti e da vincoli, dipingeva la vita oltre la sofferenza, la gioia di essere oltre il dolore della quotidianità.
Paolo Giansiracusa Presidente A.A.P.I.T. Siracusa

Carlo Capodieci – l’artista del novecento aretuseo

Capodieci era un espressionista talentuoso che coglieva nei volti delle persone che ritraeva, comprese quelle di spettacolo e nei paesaggi caratteristici del siracusano, tutti quei particolari che hanno impreziosito tutti i suoi innumerevoli capolavori. Resistono all’usura del tempo, la pennellata e il verso del poeta-pittore più “menefreghista” della storia contemporanea siracusana. Questo artista, messosi in mostra particolarmente intorno al 1960, ha operato principalmente in Ortigia, dove attraverso il suo labirinto di strade tortuose presentava agli abitanti più curiosi la sua pura visione della città di Archimede. Molte opere di questo artista sono oggi ospitate nelle pareti auliche delle famiglie siracusane. Una serie di opere realizzate a Siracusa tra il 1950 e il 1970, il ventennio più creativo di Capodieci, dove grandi tematiche e generi artistici vengono studiati dal pennello del maestro.

La documentazione è tratta dall’archivio di Corrado Cartia