Politica

SANTA LUCIA DI MAGGIO E IL CARRO TRIONFALE

Un legame inscindibile tra la Città e la Santa si è consolidato nel corso dei secoli attraverso un particolare rapporto di amore e devozione che dura tutt’ora. A dimostrazione di ciò, il Privilegio concesso dal Senato di Siracusa ai Maestri Bottari ancora valido: 

Il Senato di Siracusa, il 5 Gennaio 1789, concede ai Maestri Bottari di Siracusa di portare il simulacro di S. Lucia.

Il Senato in considerazione dell’antico possesso in cui trovasi la Maestranza dei Bottari di portare il venerabile Simulacro della Gloriosa nostra Compatrona   S. Lucia tutte le volte, ed in tutte le circostanze che il detto Simulacro viene ad esporsi al pubblico Culto, e per riguardo altresì della particolar devozione  dell’accennato Consolato dei Maestri Bottari verso l’indicata gloriosa Santa, e delle pertinenze dell’anzidetto Capitolato, uno dei più cospicui di questa Città, viene a confirmare l’anzidetto antichissimo privilegio di potere primitivamente portare la riferita Statua, estrarla dalla sua Cappella e riponerla  in tutte le occasioni, così ordinarie che straordinarie tanto per pubbliche processioni, quanto dovendo esporsi nell’istesso Duomo della Cattedrale, dovendosi questo Regolamento d’oggi innanti osservare, come legge inviolabile “omni futuro tempore in perpetuum, ut in infinitum.“ Quale presente obbligazione fatta dai suddetti Consoli e Maestri Bottari sia e s’intenda valitura  in ogni  futuro tempo per essi e suoi successori et in infinito et in perpetuo e non altrimenti  etcetera.

   Notar Francesco Sebastiano Di Giovanni.

I BERRETTI VERDI

Gli attuali portatori del simulacro, secondo quanto espresso nel privilegio, dovrebbero appartenere alla Confraternita dei falegnami e così è stato per moltissimi anni, ma col passare del tempo tale tradizione è stata in parte superata e oggi a portare il pesante simulacro sono anche quanti desiderano offrire la loro fatica alla Santa. Sono 192 portatori di Santa Lucia che ogni anno la domenica precedente alla ricorrenza del 13 dicembre, alle 9, nella chiesa di Santa Lucia alla Badia vengono estratti a sorte. Sono i “Berretti verdi” dal classico copricapo in velluto a cui è affidato il trasporto e l’incolumità del prezioso simulacro per le processioni del 13 e del 20 dicembre, la festa e l’Ottava.

I sorteggiati, 48 per ogni turno, portano a spalla il simulacro della Patrona, bilanciando accuratamente il loro passo con le indicazioni fornite dai regolatori del percorso che stabiliscono le soste al suono della campanella. Supervisori del tutto sono i responsabili della Deputazione della Cappella di S. Lucia.  

Il Simulacro di Santa Lucia veniva scortato da dodici cilii, grossi candelabri lignei addobbati con fiori o con agrumi.

La lievitazione dei costi per il loro trasporto e la manutenzione, con il tempo, hanno ridotto il numero fino alla loro assenza dalla processione. Recentemente sono ricomparsi trasportati a turno da volontari delle società sportive della città.

IL CARRO TRIONFALE

Durante la festa di maggio di Santa Lucia l’Amministrazione Comunale sovvenzionava la costruzione di un carro trionfale che serviva da attrattore per movimentare economicamente le giornate di festa. Era realizzato interamente in legno e raggiungeva un’altezza di 12 metri. Alla sua sommità vi era collocata una statua della Santa. Il carro veniva smontato ogni volta e sfortunatamente non è rimasto nulla se non una testa di angelo che si trova presso il  Museo di S. Lucia  all’interno del Duomo.

LA CARROZZA DEL SENATO

La processione di Santa Lucia era accompagnata dalla magnifica Carrozza del Senato, su cui un tempo sedevano i Giurati del Senato Aretuseo.

La Carrozza del Senato è una berlina imperiale acquistata il 18 Maggio 1764 a Palermo in concorrenza di quelle già create per il senato di Palermo, Catania, Messina. I soggetti delle decorazioni dell’abitacolo sono donne. Quattro rappresentano le virtù: la Giustizia raffigurata con spada e bilancia, la Fortezza con armatura, lancia e scudo, la Prudenza con specchio e serpente e la Temperanza con morso e redini da cavallo. Quattro rappresentano i continenti allora conosciuti: l’Europa come regina del mondo, l’Asia con ghirlande e incenso, l’America con piume colorate e frecce, l’Africa con pelle scura e colori esotici.

I MIRACOLI DI SANTA LUCIA

Molti i miracoli attribuiti alla Santa, ad uno di essi si deve l’invenzione di un dolce tipico che si consuma il 13 dicembre a Palermo e in molte città della Sicilia. Si tramanda che il giorno della sua ricorrenza la città di Palermo fosse afflitta da una grave carestia quando improvvisamente arrivò in porto una nave carica di grano verso cui si diressero tutti i cittadini per rifornirsene ma poiché non c’era tempo per macinarlo ed ottenere la farina il grano fu messo a cuocere nell’acqua e poi condito con l’olio, nacque così la “cuccia”. Da quel giorno il 13 dicembre di ogni anno i palermitani non mangiano né pane, né pasta e concludono il loro pranzo con la “cuccia” divenuta uno dei dolci piò famosi in Sicilia.

Altra leggenda riguardante S. Lucia ci viene dal lontano Veneto dove per tradizione la notte del 13 dicembre la Santa porta su un asinello i doni ai bambini, che in questa sera vanno a letto presto, lasciando davanti alle porte di casa latte e biscotti per la Santa e fieno e carote per attirare l’asinello. In alcuni paesi nei giorni antecedenti l’avvento di Santa Lucia, un uomo passa per le strade suonando un campanello.

Anche in Svezia e Danimarca il culto della Santa è molto presente, la tradizione vuole che la figlia maggiore indossi una tunica bianca e una sciarpa rossa in vita, con il capo coronato da un intreccio di rami e sette candeline, si svegli alle 4 del mattino e porti caffè, latte e dolci ai familiari ancora a letto.

Molte le città che hanno scelto la Santa come loro protettrice e molti poeti ne hanno cantato la santità primo fra tutti Dante Alighieri che devoto alla Santa, si dice per essere stato guarito da una grave malattia agli occhi, la ricorda particolarmente nel Canto XXXII del Paradiso.

Che l’amore e l’ammirazione per la nostra Santa Patrona siano stati sentiti in ogni epoca e da tutte le classi sociali lo dimostrano anche i versi che seguono, composti dall’illustre poeta e letterato Tommaso Gargallo (1760-1843). 

Abbiamo pensato di riproporli, anche se espressi in un italiano “aulico” un po’ difficile da comprendere, perché da secoli è la preghiera che chi si avvicina alla cappella di S. Lucia può recitare leggendola impressa in una mattonella di maiolica posta sopra l’inginocchiatoio che chiude l’ingresso.  

PREGHIERA

Verginella gloriosa,

Di Gesù diletta sposa,

Nostra madre e cittadina,

Gli occhi a noi dal Cielo inchina.

Deh! Tu impetra al suol natio

La pietà del sommo Iddio.

Ah! non cessa e troppo infesta

Si dilunga la tempesta,

Che la Tua, già un dì sì bella, Siracusa ha reso ancella!

Ah! quel capo al serto avvezzo,

Or calcato dal disprezzo,

Chino al suol con rase chiome

Fa contrasto al suo gran nome. No, non vale da sciagure

A salvarla così dure

Né l’intatta fedeltà,

Né l’antica maestà.

Straziati dagli artigli

Del dolor mira i suoi figli;

Que’ che vedi all’ara chini

Son pur tuoi concittadini. Se la patria abbiam comune

D’ogni mal la rendi immune.

E qual fummo qui nel mondo

Fa’ che, l’alma poi che il pondo (peso)

Deporrà de l’uman velo (corpo),

Cittadin torniamo in Cielo.

                                         Tommaso Gargallo