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NON SERVE A SIRACUSA UN SINDACATO SPOMPATO, VECCHIO E DI PARTE. NEL 2021 SI DEVE CAMBIARE TUTTO

Rep: I segretari generali, Roberto Alosi, Vera Carasi e il commissario straordinario, Luisella Lionti, affidano ad un documento unitario alcune riflessioni sull’anno appena trascorso e offrono alcuni spunti di riflessione sulla ripresa del nostro territorio. I rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil, nel pieno rispetto di quanto previsto dalle norme e dal momento, hanno preferito evitare la tradizionale conferenza stampa e ringraziano tutti i giornalisti siracusani per l’attenzione e la dedizione che non hanno fatto mancare in questo periodo. A tutti gli operatori dell’informazione, quindi, l’augurio sincero di un nuovo anno sereno. «Ci ricorderemo di questo 2020 – hanno esordito Roberto Alosi, Vera Carasi e Luisella Lionti – Lo ricorderemo per questa incredibile pandemia che ha scosso l’intero pianeta, per il dramma vissuto da decine di migliaia di persone, per la crisi economica che ne è derivata, per l’impegno di tutti i lavoratori che hanno continuato ad esserci per reggere in piedi il nostro paese. Non possiamo che rivolgere un pensiero speciale a tutti gli operatori sanitari – hanno aggiunto i tre segretari – Sono loro che, nella parte più delicata dell’emergenza e ancora oggi, sono stati il simbolo di questa battaglia improvvisa. Li ringraziamo uno per uno, medici, infermieri, operatori socio-sanitari. Grazie per il loro coraggio, il loro sacrificio, la loro fatica sudata in ogni reparto, da quello Covid a tutte le altre Unità. Nel corso dell’anno – hanno continuato Alosi, Carasi e Lionti – siamo intervenuti più volte per segnalare disfunzioni, errori di gestione, anomalie in un sistema sanitario provinciale che, se pur costretto ad affrontare una pandemia, ha mostrato improvvisazioni e pessimo coordinamento per difendere i lavoratori ed i cittadini. Lo stesso atteggiamento della Direzione generale dell’Asp ha contribuito a creare una serie di corto circuiti interni che hanno ritardato la soluzione di alcune problematicità organizzative nei presidi ospedalieri della provincia. L’emergenza deve, adesso, rappresentare una opportunità per migliorare le cose – hanno sottolineato i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil – Serve il confronto continuo e leale con le parti sociali che, sin dal primo momento, sono state disponibili a collaborare per intervenire lì dove possibile. Una disponibilità non apprezzata, invece, da chi dovrebbe governare il sistema sanitario con professionalità e umiltà.» «Gli ultimi strascichi di questo anno ci hanno portato nuovamente nella zona industriale – hanno continuato Alosi, Carasi e Lionti parlando dei risvolti della crisi economica – Il caso Lukoil è stato un fulmine a ciel sereno. La pandemia economica ha colpito produzioni ed esportazioni. Anche il colosso russo, presenza importante nel nostro territorio, sta pagando il prezzo di una crisi importante. Il sindacato sta affrontando la questione con quell’attenzione e quella responsabilità necessarie a garantire ogni posto di lavoro. Una vertenza che, a cascata, oltre ai 1200 diretti rischierebbe di interessare altre migliaia di persone dell’indotto. Il piano aziendale di Lukoil deve necessariamente essere ridiscusso e confrontato con le parti sociali pronte a delle proposte che possono, innanzitutto, salvaguardare i posti di lavoro. La zona industriale resta strategica – hanno sottolineato Cgil, Cisl e Uil – La presenza di grosse aziende che, nonostante la crisi internazionale, sono rimaste e hanno investito, deve essere un valore aggiunto per quella politica industriale che deve traghettare nel modo migliore e nei tempi necessari la transizione energetica per il nostro polo industriale. Chimici, metalmeccanici, servizi, edili, trasporti rappresentano migliaia di lavoratori e altrettante migliaia di famiglie. Questo non deve mai essere dimenticato e il modello di confronto avviato il 4 dicembre scorso sulla sanità può essere ripetuto grazie alla disponibilità di tutti gli attori politici ed istituzionali.» «Così come le segreterie nazionali di Cgil, Cisl e Uil hanno ribadito rivolgendosi al Governo – hanno aggiunto Alosi, Carasi e Lionti riferendosi ancora alle misure adottate per contenere la crisi – ribadiamo la necessità di prorogare la cassa Covid e lo stop ai licenziamenti. Il termine del 31 marzo prossimo non è più sufficiente. Si rinnovino gli aiuti alle imprese e si prolunghi la possibilità di accedere ad ammortizzatori speciali e si eviti che qualcuno venga espulso dal mondo del lavoro. Il sistema economico del nostro territorio non potrebbe reggere oltremodo chiusure di aziende e licenziamenti. Il tasso di disoccupazione è alto e bisogna invertire la rotta nella programmazione economica della provincia.» «La Pubblica amministrazione e il mondo della scuola, prime linee durante l’emergenza – hanno detto ancora i rappresentanti del sindacato unitario – hanno bisogno di risorse per il rinnovo dei contratti e per le assunzioni ormai indispensabili in entrambi i settori. Quando anche i lavoratori degli enti pubblici sono costretti ad attendere per diversi mesi gli stipendi bisogna alzare il livello di guardi e affrontare immediatamente la questione. In provincia abbiamo casi emblematici a Pachino e Buscemi, esempi di mala gestione e di sempre minori accreditamenti dello Stato e della Regione. È giusto ricordare a qualche benpensante che ha storto il naso per il recente sciopero – hanno aggiunto sulle polemiche alimentate prima e dopo la manifestazione del settore – che i lavoratori del pubblico impiego non chiedono soltanto adeguamenti salariali, ma insistono perché la Pubblica amministrazione venga riformata per dare migliori e certi servizi ai cittadini e alle aziende.» «Dobbiamo innalzare la qualità della vita nella nostra provincia – hanno detto ancora i segretari – Servono nuovi responsabili azioni per affrontare l’emergenza del disagio, dell’esclusione sociale, delle persone in povertà, delle nuove diseguaglianze sorte tra chi ha il lavoro e chi no. I servizi sociali, quelli sanitari, i servizi per l’impiego, quelli dell’istruzione e della formazione devono far parte di una unica e grande rete che possa migliorare le condizioni di vita di anziani, non autosufficienti, disabili, giovani.» «Nel 2020 portiamo soltanto la forza di resistere e reagire alle intemperie – hanno detto ancora Roberto Alosi, Vera Carasi e Luisella Lionti – Uno sforzo collettivo che serva a tutelare il pacchetto generale del nostro sistema economico. Industria, ma anche turismo, servizi e agroalimentare. Noi – aggiungono i segretari – rivendichiamo la strategicità dell’intero territorio siracusano. Non tollereremo più che da altre parti si svilisca e si mortifichi questa terra e la sua gente già alle prese con la pandemia. Per fare questo, come continuiamo a ribadire, serve condivisione di azione, individuazione degli obiettivi da raggiungere dopo questa crisi e timing adeguato a proporre gli interventi. La politica si faccia carico di questo ulteriore sforzo che questa epoca difficile ci impone. Lo facciano le deputazioni Nazionale e Regionale in una chiave di difesa del territorio che è difesa dell’occupazione e dello sviluppo. Lo facciano assicurando interventi necessari e funzionali per la nostra provincia con i fondi del recovery fund incidendo sulle scelte della Regione. Lo facciano spingendo quotidianamente affinché le infrastrutture necessarie vengano completate.» Roberto Alosi, Vera Carasi e Luisella Lionti, rinnovando gli auguri a tutti gli operatori dell’informazione, hanno ribadito che le condizioni per tirarsi fuori dalla crisi esistono. «Ognuno si senta parte in causa, ciascuno di noi sia, attraverso la concertazione, vaccino per superare la crisi – affermano i segretari di Cgil, Cisl e Uil – Il sindacato unitario, mai come adesso, continua responsabilmente a guardare al futuro. In quel tempo vivono le speranze, le idee, i progetti, le esperienze, dei pensionati, delle donne e dei giovani di questo territorio. Persone che forse cambieranno dopo questa pandemia, ma certamente usciranno comunque fortificate da tutto questo.»

Abbiamo voluto pubblicare per intero il documento del sindacato unitario siracusano per non lasciare spazio alcuno alla scarsa chiarezza. In sintesi. L’imputato numero uno è sempre il direttore generale dell’Asp, Salvatore Lucio Ficarra, che invece a parere nostro ha fatto benissimo il suo lavoro di affrontare e combattere la pandemia con gli scarsi mezzi a disposizione, ma lo ha fatto senza consentire privilegi prima praticamente istituzionalizzati. E questo dalle nostre parti è un affronto. In particolare per un sindacato che non si è confrontato col direttore generale, ma che ha tentato di cacciarlo con la vecchia strategia vetero comunista della criminalizzazione, esiste al riguardo una corposa documentazione: firme, denunce, esposti, minacce. E’ di ieri l’ennesimo documento anti Ficarra che Cgil-Cisl e Uil davano come condiviso dalle deputazioni nazionale e regionale e dall’Anci, affermazione messa nera su bianco e subito smentita ufficialmente dagli interessati. Che credibilità può avere un sindacato unitario che scrive bugie così gravi?

Poi c’è il nodo Lukoil, ma qui i toni e le parole sono diversi. Il piano va aggiustato, modificato, ma la protesta è fatta praticamente in ginocchio. Certo, la zona industriale significa lavoro e il ruolo del sindacato è di difendere il lavoro, ma c’è anche la pari dignità da tutelare. Il resto è fuffa, i lavoratori di qui e i lavoratori di lì, le deputazioni che debbono difendere il territorio, insomma il festival dei luoghi comuni, sterili, inconcludenti.

Vogliamo aggiungere una modesta riflessione. Siracusa e il suo territorio non  hanno bisogno di un sindacato strabico che fa solo politica di parte. Non  ha bisogno di un sindacato sinistro che non dice una parola sul comune capoluogo proprio perché non sa come giustificare il nullismo e lo sfascismo dei compagnucci della parrocchietta. Nemmeno una critica di facciata, nemmeno una parola su Siracusa al 105 posto su 107 capoluoghi di provincia per la qualità della vita. E le deputazioni? Il sindacato non sa che 6 deputati su 10 sono grillini? Dovrebbero scrivere che in due anni non hanno fatto niente, ma i grillini sono alleati dei sinistri e quindi altro silenzio inquietante. In conclusione, nel 2021 il sindacato siracusano deve cambiare pelle. Ci vuole nuovo entusiasmo, nuova grinta, nuove facce e un bel basta alla politica di parte. In caso contrario siamo e resteremo in mano a idee vecchie e spompate, come chi le propone.