Politica

LA RACCOLTA DI FIRME / NON VOGLIAMO ALTRI EXTRACOMUNITARI, NIENTE BUSINESS E ASSUNZIONI SULLA PELLE DEI CITTADINI DI CASSIBILE

Cassibile è una polveriera, si sente abbandonata e anche sbeffeggiata da chi amministra Siracusa che ignora le sue esigenze da anni. Ora c’è anche la goccia che fatto traboccare il vaso. Così Paolo Romano, ex presidente di Cassibile, lancia una petizione popolare con tanto di raccolta di firme, contro i progetti del Comune capoluogo “che pensa agli affari” e che vuole trasformare il paese in punto di riferimento per tutti gli extra comunitari della provincia di Siracusa. Anche perché i progetti Fami per la verità vedono in campo iniziative che c’entrano poco con la tutela dei clandestini migranti, ma sembrano finalizzati a far lavorare solo ed esclusivamente una parte politica che poi mira in prospettiva ad avere anche i voti degli stessi clandestini. Insomma, non c’è il buonismo dell’accoglienza, ma solo il business e le assunzioni.

“Riteniamo una soluzione già superata  – dice Paolo Romano – l’istituendo villaggio per extracomunitari. Negli  anni passati abbiamo sperimentato iniziative di questo tipo che nei fatti non sono servite a nulla”.

Perché non sono servite a nulla?

Lo spiego subito. Avevamo alcune persone stanziate in questi centri e la maggior parte degli altri extracomunitari “accomodati” sotto gli alberi con le baraccopoli. Più  semplicemente avevamo  villaggio e baraccopoli insieme ed era un disastro anche di natura igienico-sanitaria, per questo parliamo di soluzioni che non hanno funzionato.

Ma sui progetti che il Comune vuole, sul villaggio ed altre iniziative avrete pure avuto una interlocuzione?

Completamente no. Purtroppo chi è oggi al comando a Siracusa  decide senza consultare i cittadini residenti ignorando tutto quello che è successo sei mesi fa con tutte le proteste, e quindi dicevo chi oggi  è al comando a Siracusa non ha  la memoria storica di quello che e’  successo prima e assume decisioni che non hanno alcun senso, insomma non tiene in nessuna considerazione la nostra comunità.

Quindi non ne avete nemmeno discusso col sindaco?

Assolutamente no. Se ci fosse stato un confronto ci saremmo dichiarati contrari a tutta l’operazione, come in effetti siamo, e poi avremmo spiegato Cassibile a chi Cassibile non la conosce e decide tutto, sbagliando tutto.

Cioè?

Le faccio un esempio. Anche il luogo scelto sarebbe sbagliato. Ricade infatti nel centro abitato di Cassibile, esattamente  in via dei Timi, in una zona così detta  contrada Palazzo, già fortemente penalizzata e disagiata, la scelta che il Comune vuole imporci  ovviamente ha messo in allarme l’intero quartiere.

Un’altra protesta all’orizzonte?

Non c’è altro fare. E’ tutta l’operazione coi progetti portati avanti e finanziati a nostra insaputa che non va bene e  non solo per quello che ho già detto..

Spieghi perché non volete il villaggio degli extracomunitari

Ma perché non vogliamo che Cassibile diventi il punto di riferimento della provincia per i lavoratori extracomunitari. Facendo un centro di questo genere Cassibile diventerebbe comunque il punto di riferimento ufficiale per tutta la provincia per i lavoratori extracomunitari e non ce lo possiamo permettere.

Perché?

Perché Cassibile soffre pesantemente la mancanza di servizi per la popolazione  residente ed in più  ospita già una comunità extracomunitaria di oltre 1000 residenti per cui non possiamo sopportare oltre pressioni di questo genere.

Cosa chiedete con la raccolta di firme?

Chiediamo che il loro centro di accoglienza lo facciano al di fuori e lontano da Cassibile, chiediamo di coinvolgere i sindaci dei comuni limitrofi per affrontare questo tipo di problematica in maniera collegiale ed eventualmente di  spalmare il  flusso dei  migranti a Nord, al Centro e a Sud della nostra provincia. 

Sono le vostre proposte?

Sono le alternative ad una forzatura illogica, incomprensibile, Cassibile ha bisogno di servizi e non di altri extracomunitari. Lavoriamo in questa direzione e non accettiamo di pagare pegno per soluzioni