Politica

LA BIBLIOTECA ALAGONIANA FU IL MOTORE DELLA CRESCITA CULTURALE DI SIRACUSA

L’istituzione della biblioteca Alagoniana di Siracusa fu la conseguenza di un avvenimento di notevole rilevanza nel campo della cultura siciliana durante la seconda metà del XVIII secolo: l’espulsione dei Gesuiti che avevano avuto, fino allora, il monopolio dell’organizzazione scolastica ed educativa della città. Per sopperire alla loro funzione, il governo del tempo tentò di risolvere il grave problema, determinato dalla mancanza di strutture educative laiche, favorendo la nascita di scuole regie ed istituti letterari che potessero colmare il vuoto venutosi a creare in questo importante settore della società. A quest’opera di ricostruzione parteciparono molto attivamente i Vescovi trasformando i Seminari in luoghi di studio e di apprendimento anche per quanto riguardava la cultura umanistica.

Siracusa, come le altre città dell’isola, partecipava al nuovo fervore culturale anche se il suo orizzonte politico era offuscato dalle lotte tra le diverse dominazioni. Le Accademie letterarie degli Anapei e degli Aretusei avevano tentato uno stentato ritorno alle composizioni liriche teocritee, senza tuttavia migliorare lo stato di decadenza ancora evidente in campo culturale. Interpreti di questo disagio della città, che testimoniarono alla corte di Napoli, furono il barone Borgia dei Marchesi del Casale e il più giovane letterato Tommaso Gargallo. Giovanni Battista Alagona, divenuto Vescovo di Siracusa il 13 Settembre 1773, intraprese l’opera di elevazione culturale della città.

Egli infatti aveva compreso che un’opera di rinascita non poteva essere intrapresa senza lo strumento adatto, che fino ad allora era stato fornito dalle congregazioni religiose e dal mecenatismo dei colti patrizi. Concepì allora l’idea di una grande biblioteca che fosse mezzo di lavoro e cenacolo intellettuale; cosi il 1 marzo 1780, istituiva nei locali del vecchio “Seminario dei chierici”, di via Minerva, la “pubblica libreria del Seminario” (Capodieci. Annali XIII, f, 23).

L’Alagoniana rappresentava quindi lo strumento indispensabile all’elevazione del clero e della vita culturale della città secondo le finalità del suo fondatore, uomo di notevole cultura umanistica, di cui comprendiamo la preoccupazione che lo spinse a minacciare di scomunica chi avesse osato asportare dalla biblioteca “folia, libros, quinterna et manuscripta quacumque causa!”

E alla biblioteca l’Alagona dedicherà sempre grande attenzione; nel maggio del 1793 ne affida la proprietà al Seminario, e per esso al vescovo pro tempore, indicando le norme per la corretta amministrazione; nell’aprile del 1797 la dota di una somma in denaro di: “mille cinquantuno Onze, quattordici Tarì, cinque Grana”. (Capodieci: Miscellanea IV, 550).

Collaborarono alla guida dell’Alagoniana studiosi emeriti quali il Sinesio e il Logoteta facendole acquistare rinomanza e prestigio non inferiori a quelli della Lucchesiana di Agrigento e della Ventimiliana di Catania. Un episodio basta a confermare l’importanza che il luogo aveva raggiunto: l’avervi lo stesso Vescovo ricevuto solennemente, il 1 maggio 1800, l’Ammiraglio Nelson che dopo la vittoria di Abukir tornava a Siracusa dove, due anni prima si era rifornito d’acqua al cui uso attribuiva l’esito felice del combattimento.

Creando la biblioteca Mons. Alagona aveva tenuto conto delle esigenze ambientali per cui l’aveva collocata nell’edificio di via Minerva che ospitava l’antico Seminario dei Chierici, adattando gli ambienti alle necessità della pubblica fruizione. Un grande salone rettangolare illuminato da finestre costituiva il fulcro della biblioteca mentre diversi ambienti affiancati ne rendevano più agevole il funzionamento. L’arredamento fu scelto con cura, severe scaffalature ricoprivano le pareti mentre la volta veniva arricchita di stucchi di squisita fattura.

Col passare degli anni iniziò la decadenza dell’edificio e sorse il grave problema di trasferire la Biblioteca nel nuovo Seminario di Piazza Duomo. Ma il Prof. Giuseppe Agnello si oppose alla sostituzione degli arredi e per opera di valenti artigiani si restaurarono egregiamente le vecchie librerie che fino ad oggi ospitano gran parte dei 50.000 volumi e fanno dell’Alagoniana una delle più belle biblioteche della Sicilia.

Considerando l’attuale situazione culturale della nostra città e il rinnovato interesse per il suo patrimonio storico, artistico dimostrato da diversi studiosi, è veramente importante poter finalmente accedere alla Biblioteca Alagoniana ormai definitivamente restaurata. Per facilitare e diffondere la conoscenza delle opere è in atto un tentativo di informatizzazione per la consultazione via internet. Ci auguriamo che la biblioteca Alagoniana per la fruizione della quale sono stati recentemente eseguiti interventi costosissimi di restauro strutturale, possa riacquistare la funzione per la quale il suo fondatore l’aveva creata: “Una grande biblioteca, la quale sia nello stesso tempo, mezzo di lavoro e cenacolo intellettuale in cui i più eletti ingegni del tempo possano trovare l’impulso dal quale vengono suscitate le migliori energie creative.”

Il patrimonio librario della biblioteca Alagoniana è costituito da oltre 50.000 volumi tra cui opere di grande valore storico, artistico e archivistico che la rendono unica nel patrimonio culturale della nostra provincia. L’ordinamento della biblioteca è rimasto immutato rispetto all’antica distribuzione dei volumi per materia. Nel primitivo nucleo alagoniano predominano le opere di cultura religiosa: le storie ecclesiastiche, la patristica e le edizioni bibliche. Opere di pregio sono le raccolte di manoscritti dei più noti annalisti siracusani e i 22 codici in pergamena di vario interesse tra cui:

•Le “Istituzioni di retorica” di Giorgio Trapesunzio del sec XV che reca nel frontespizio lo stemma di Alfonso d’Aragona,

•Un “Evangelario” miniato del Clovio,

•Una “Bibbia” in caratteri gotici comprendente il Vecchio e il Nuovo Testamento, elegantemente fregiata.

Per meglio comprendere l’importanza di questo opere ritengo utile precisare in seguito le caratteristiche peculiari che rendono questi beni culturali, da cui discende il nostro sapere, un patrimonio librario d’inestimabile valore per il loro contenuto, e artistico per la cura, l’attenzione e la grande abilità degli amanuensi e dei miniaturisti prima e degli stampatori dopo.

Nella nostra biblioteca Alagoniana le più antiche edizioni a stampa sono rappresentate da 70 incunaboli delle più famose edizioni antiche:

• Il “Liber cronicarum”

• La famosa “Bibbia pauperum”

• Le “Isituzioni“  di Lattanzio

• I “Sermoni” di S. Agostino

• Le “Epistole” di Petrarca

• La “Genealogia deorum” di Boccaccio.

• Diverse le edizioni “aldine”

Questo termine indica le opere stampate secondo lo stile e i caratteri di Aldo Manuzio, l’inventore dei caratteri italici o corsivi le cui caratteristiche erano l’armonia e l’eleganza del disegno delle lettere.

Non meno interessante la raccolta di lettere inedite di uomini illustri:

Canova, Alfieri, Botta, Metastasio, Schopenhauer, Murat, Angelo Mai, donata dalla famiglia Gargallo alla Biblioteca Alagoniana. Per la conoscenza della vita intellettuale di Siracusa nella seconda metà del ‘700, meritano uno speciale richiamo due grossi volumi di lettere che fanno parte del carteggio del Landolina e del Gaetani.

La biblioteca è andata via via arricchendosi con acquisti e donazioni come i Libri di Vincenzo Russo Peres, professore di Fisica della Reale Accademia, i Libri di Sinesio, le Opere Latine del barone Paolo Impellizzeri e le collezioni private dei Vescovi Bignami e Carabelli.                Lucia Acerra